Creare una collezione di piante

Raccogliere un'unica specie di piante in infinite varietà oppure tipologie diverse di uno stesso tipo (i cactus, per esempio), può essere all'inizio un passatempo, per diventare poi una collezione che potrà accompagnarci per diversi anni. Vediamo come muovere i primi passi e le informazioni indispensabili.

Alessandro Mesini
A cura di Alessandro Mesini
Pubblicato il 20/09/2022 Aggiornato il 22/09/2022
collezione piante

Chi si interessa di verde, prima o poi è probabile che scopra una passione particolare per una tipologia di pianta, per esempio le succulente, o per un genere, come potrebbe essere l’Iris. Scatta un’assonanza con i propri gusti, senza motivazioni logiche o scelte razionali alla base. In genere, o si tratta di un amore a prima vista, o di un interesse di lunga data. Il collezionismo in genere si attiva per due motivi: per aver incontrato il lavoro di chi già è un collezionista, oppure per l’ampliarsi delle proprie conoscenze nel settore.

La prima fase, quasi un’ossessione

Chi diventa un collezionista, almeno all’inizio, è completamente assorbito dal desiderio di ampliare la propria raccolta, in modo rapido e costante.
Guardata a posteriori, questa prima fase è definita da alcuni collezionisti come il passaggio da passione a ossessione, che non permette di valutare le conseguenze delle proprie scelte e che ha un unico obiettivo: “averle tutte”. Tutte, anche le piante che non si adatteranno alle condizioni di coltivazione offerte. E così, il neo collezionista è costretto a misurarsi con il rischio di fallimenti ripetuti, tentando di “forzare” le piante oltre i loro limiti di adattamento possibili. Anche perché, riuscire in quello apparentemente ritenuto impossibile, anche in questo campo, è motivo di orgoglio.
La fase che potremmo definire “compulsiva” è riconosciuta dai collezionisti solo a posteriori, quando la loro raccolta ha preso consistenza e non è più un pensiero dominante.

Scegliere bene e informarsi

Si può collezionare qualsiasi tipo di pianta, ma il consiglio è scegliere quelle compatibili con la propria realtà pedoclimatica o con le strutture a disposizione (serra, tunnel e casa) e in particolare quelle già sperimentate, che riescono bene, per affinità o per conoscenza.
Un bagaglio culturale di conoscenze di botanica generale, in particolare su come “funzionano” le piante, è sempre necessario per approfondire un settore d’interesse. Chi non lo possiede può informarsi leggendo riviste e libri, partecipando a forum di appassionati, ma soprattutto scambiando esperienze direttamente con altri coltivatori e con i vivaisti che lavorano su grandi numeri, sia di persona sia in rete. In ogni caso, è necessario prepararsi ad accogliere le piante da collezionare predisponendo terreno o strutture, perché possano trovare condizioni favorevoli. Le piante che riescono bene danno grande soddisfazione e invitano ad ampliare ancora di più la collezione.

Spazio, spesa e tempo: questi i limiti con cui misurarsi

Una collezione non ha bisogno necessariamente di un giardino o di una serra, perché esistono famosi collezionisti che coltivano le loro piante all’interno, in casa. Lo spazio è però una misura che, per quanto possa essere ampliato con stratagemmi (serre per piante tropicali dove si usa lo spazio a terra, bancali a diverse altezze e vasi sospesi), resta oltre certi limiti invalicabile. E lo spazio, a parità di esemplari raccolti, diventa di anno in anno più limitato, perché le piante in salute nel tempo crescono di dimensioni, vanno rinvasate in contenitori più grandi, o spostate se in piena terra per non soffocarsi l’un l’altra. La spesa può sembrare poca cosa, se si collezionano piante economiche, ma diventa un fattore determinante quando si arriva a raccoglierne grandi numeri. È un problema che interessa fin da subito solo chi colleziona piante costose, varietà e specie rare, difficili da crescere e moltiplicare. Il tempo è un fattore che si valuta solo con gli anni, quando il numero delle piante diventa rilevante e curarle tutte nel migliore dei modi sottrae così tante ore alla propria giornata da entrare in conflitto con altre esigenze.

Dove si trovano le piante

Oggi i mezzi a disposizione consentono di raggiungere vivai in ogni parte del mondo e raccogliere in poco tempo varietà e specie che un tempo richiedevano anni, tra richieste, carteggi e spedizioni. I primi luoghi di ricerca, quelli più facili, dove è possibile toccare le piante con mano, sono le mostre, punto d’incontro dei migliori vivai, gli eventi dedicati a un preciso campo d’interesse (come le mostre per le orchidee o appuntamenti come la “Festa del cactus”) e i vivai specializzati. Non meno importante è la ricerca su Internet, che spesso porta a navigare sui siti stranieri per attingere a esperienze lontane e ad acquistare solo sulla base della descrizione e delle immagini offerte. Importantissimo è poi entrare a far parte di una comunità di appassionati ed esperti, spesso virtuale per la maggior parte del tempo, con l’eccezione di incontri e visite private, che porta a creare un circolo virtuoso di scambio di conoscenze, esperienze, e piante. Gli appassionati, quelli veri, scambiano fra loro e diffondono le diverse specie e varietà ottenute per divisione o per coltivazione che già possiedono, senza che ci siano transazioni economiche e il bisogno di una stretta reciprocità. Per molte piante è possibile recuperare in Internet non solo i soggetti già cresciuti, ma anche i semi. 

Di fiore in fiore…

Non è raro che un appassionato abbia più di una collezione. Non si tratta, in genere, di un cambio di interesse che porta ad abbandonare la scelta originaria. È invece un processo fisiologico: una volta ottenuta la consapevolezza di aver raggiunto un punto che non si riesce a superare, si rinnova il piacere dell’avventura.

Organizzare e classificare

Una collezione che si rispetti si basa sempre su un’attenta e puntuale classificazione del materiale raccolto. A fianco della semplice identificazione con cartellini chiari e fissati, così che non possano essere accidentalmente persi o confusi, sarebbe bene dotarsi di un semplice database, non necessariamente informatizzato, che raccoglie alcuni elementi da tenere sempre a mente. Per esempio: data di acquisto dell’esemplare, costo, provenienza (venditore o donatore), dimensioni originarie, epoca di fioritura e immagini che le documentano, interventi particolari come trattamenti fitosanitari necessari per l’insorgere di un problema patologico, rinvasi effettuati e divisioni.

Guardare al futuro

Quella del collezionismo è spesso una scelta di vita che contempla le piante come compagne irrinunciabili.  Le collezioni, però, non sono una passione che si può trasmettere in famiglia, come fosse un’eredità; è un’avventura nella quale, nella maggior parte dei casi, ci si imbarca da soli e rappresenta una soddisfazione intima e personale. Chi colleziona deve prevedere cosa farà della propria raccolta quando non potrà più occuparsene, può infatti bastare un trasloco per motivi di lavoro o un’altra casa dove manca lo spazio. Per questo esistono le reti di collaborazione fra i collezionisti, che potranno ricevere in dono il frutto del nostro lavoro. Anche un orto botanico potrebbe essere interessato.

Ammirare le raccolte più belle

Visitare una collezione può essere un buon modo per rendersi conto di quelle che sono nella realtà molte delle implicazioni possibili, osservando con attenzione spazio, manutenzioni e condizioni necessarie per farla crescere e mantenere. Gli esempi possono essere moltissimi e un elenco è sempre incompleto; in Italia si possono suggerire, tra gli altri:

✓ il Giardino dell’Iris a Firenze, aperto nel periodo della fioritura
✓ l’Orto Botanico di Pisa per le salvie
✓ i Giardini dell’Isola Madre (sul lago Maggiore) per i coleus:
✓ il Parco delle kentie a Riposto (CT)
✓ le agavi a Villa Hanbury a Ventimiglia (IM)
✓ il Roseto Fineschi a Cavriglia (AR)
✓ per i tulipani il Parco Giardino Sigurtà (a Valeggio sul Mincio, VR) e il Castello di Pralormo (TO)
Villa della Pergola (Alassio, SV) per glicini e agapanti
✓ Crespi Bonsai Museum a Parabiago (MI) per i bonsai
✓ l’Hesperidarium di Tintori (a Pescia, PT) per gli agrumi
✓ il giardino di Mirella PresotCollavini per le aspidistre (a Rivignano, UD)
✓ il Camelieto a Compito (LU) per le Antiche Camelie della Lucchesia,
✓ il Giardino dei viburni a Vezzanelli di Zignago (SP)

Che cosa suggerisce l’autunno

Pensando a un’eventuale collezione da cominciare in autunno, il primo pensiero sono le bulbose primaverili, da mettere a dimora adesso, in particolare i narcisi. Questi bulbi di facile coltivazione sono un mondo complesso e numeroso. Un esempio può essere ammirato a Villa la Pescigola a Fivizzano (MS) in Lunigiana, che ne raccoglie oltre 400 fra specie e varietà. Ma anche i piccoli Muscari si possono rivelare un mondo insospettabilmente ampio, perfetto per una collezione in spazi ridotti.

 

 

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