La qualità dell’acqua del rubinetto: a che cosa stare attenti

Come distinguere vero e falso sulla qualità dell'acqua? Come orientarsi fra le proposte del mercato, fra purificatori e acqua imbottigliata, per non cadere in fallo? Ecco i consigli di un esperto

Antonia Solari
A cura di Antonia Solari
Pubblicato il 27/05/2020 Aggiornato il 27/05/2020
rubinetto acqua cucina Ceralook di Ideal Standard

L’acqua del rubinetto è spesso oggetto di giudizi e opinioni, ma non sempre sono affidabili ed è bene attenersi alle dichiarazioni di enti certificati e accreditati, fra cui Università ed Enti di ricerca. Per avere alcuni punti fissi a proposito di acqua potabile, depuratori, presenza di calcare e analisi proposte da terzi, abbiamo chiesto consiglio al professor Luigi Falciola, docente presso l’Università degli Studi di Milano, Dipartimento di Chimica, Gruppo di Chimica ELettroANalitica (ELAN).

C’è distinzione fra diversi tipi di acqua potabile?

Per acqua potabile si intende un’acqua destinata al consumo umano. Le caratteristiche di un’acqua destinata al consumo umano e quindi la sua idoneità sono normate dalla legge. In Italia, a questo scopo, vige il decreto legislativo 31 del 2001, che attua la direttiva europea 98/83/CE. In tale decreto viene disciplinata “la qualità delle acque destinate al consumo umano al fine di proteggere la salute umana dagli effetti negativi derivanti dalla contaminazione delle acque, garantendone la salubrità e la pulizia”. In tale norma sono riportate tutte le proprietà fisiche, chimiche e microbiologiche che tale risorsa deve avere. Diversi tipi di acqua, con caratteristiche e proprietà diverse, rispondono ai requisiti previsti dalla norma. Per fare un esempio, basta andare al supermercato e vedere i diversi tipi di acqua minerale commerciale che abbiamo a disposizione per l’acquisto. Sono tutte acque potabili, ma con caratteristiche che possono essere molto diverse tra loro. Se infatti leggete le etichette, presenti sulle bottiglie, che riportano alcune delle caratteristiche chimico-fisiche e microbiologiche possedute dall’acqua contenuta nelle bottiglie stesse, potrete leggere valori molto differenti, ma in tutti i casi rientranti nei parametri di Legge.   

Quali differenze tra acqua del rubinetto, imbottigliata e trattata dai depuratori in commercio?

Sono tutte acque potabili e quindi destinate al consumo umano. L’acqua del rubinetto può provenire da diverse fonti (falde sotterranee, fiumi, laghi, …) ma viene sempre analizzata, eventualmente purificata e disinfettata, prima di essere erogata nella rete idrica. L’acqua imbottigliata proviene generalmente da sorgenti di montagna (di solito molto pure), ma ci possono essere anche acque imbottigliate provenienti da altre fonti. Anche queste sono attentamente analizzate ed eventualmente (in casi più rari) purificate, prima dell’imbottigliamento.

I depuratori commerciali (quelli più semplici) sono invece dispositivi che purificano ulteriormente l’acqua, già di per sé potabile (di rubinetto), che per qualche ragione deve/vuole essere ulteriormente purificata o per cui si vogliono cambiare e migliorare certe caratteristiche come quelle organolettiche (odore, sapore) o chimiche (scambio di ioni, come lo ione calcio scambiato con lo ione magnesio… ).

La possibile ragione della necessità di un’ulteriore purificazione è legata al fatto che l’acqua potabile del rubinetto viene garantita dal fornitore con una determinata qualità fino al punto di allacciamento (innesto) della rete idrica su strada. In condomini o abitazioni in cui non vengono controllate le tubature potrebbero esserci dei problemi di contaminazioni (metalli pesanti a causa di tubature vecchie, microorganismi, …) nell’ultimo tratto dalla strada al rubinetto di casa (il cosiddetto “ultimo miglio”). In questi casi la depurazione può ovviare al problema.

 

A chi rivolgersi per fare analizzare l’acqua del rubinetto? 

Esistono diversi laboratori accreditati e “super partes” e anche kit fai da te che si possono trovare online o anche in farmacia. I costi sono contenuti, da 50 a 200 €, e dipendono dal numero di parametri analizzati. In generale è sempre utile fare un controllo, anche considerati i costi contenuti, giusto per sapere se è il caso di intervenire sul proprio impianto. Ad esempio, potrebbe essere il caso di intervenire con un addolcitore nel caso di acque molto dure (ossia contenenti molto calcio e magnesio, il cosiddetto calcare). Bisogna però comunque tenere presente che l’acqua erogata, almeno fino al punto di innesto alle tubature condominiali, è garantita dal fornitore che è obbligato a seguire la normativa di cui sopra e che è a sua volta controllato dalle ATS locali. 

 

Serve davvero il depuratore dove l’acqua potabile è ritenuta buona da bere?

Si sente dire sempre, per esempio, che l’acqua di Milano è buona da bere, ma diverse società che producono depuratori invece vanno nelle case su appuntamento, fanno una piccola indagine casalinga e “dimostrano” che nell’acqua ci sono sostanze pericolose per poi proporre un depuratore. Come distinguere il vero dal falso?

L’acqua di Milano è buonissima e garantita da analisi quotidiane fatte da laboratori gestiti da persone serie e competenti. Non conosco le dimostrazioni di cui parla, ma come dicevo all’inizio, in un’acqua potabile ci sono (e devono esserci) diverse sostanze. Non potremmo assolutamente bere un’acqua completamente pura ed esente da ogni altra sostanza. Tali sostanze sono facilmente visibili attraverso reazioni chimiche opportune. Ad esempio, potrei far precipitare il calcare o i cloruri che potrebbero apparire come una sospensione/precipitato biancastro. Questo però non vuol dire che nell’acqua ci siano sostanze pericolose. Io mi affiderei a enti e laboratori accreditati (come quelli delle università e dei centri di ricerca), per avere il quadro completo sulla qualità della propria acqua, per poi fare una scelta più consapevole e nel caso acquistare anche un depuratore.   

 

Il calcare dell’acqua è sempre nocivo o è anche benefico per le ossa?

Premettendo che non sono un medico, posso dire che in questo caso la verità sta nel mezzo. Il calcio fa bene se nelle dosi giuste e fa male se in quelle sbagliate, e questo dipende anche da diversi fattori personali (età, condizioni di salute, patologie specifiche…). Per questo consiglio di affidarsi al proprio medico che saprà sicuramente dare le indicazioni più opportune, conoscendo bene la situazione sanitaria di ognuno di noi. Comunque, le acque potabili devono contenere un quantitativo di calcio normato dal Decreto Lgs 31/2001, altrimenti non possono essere considerate tali. Molto spesso, il problema del calcare è più un problema di formazione di incrostazioni che vanno a danneggiare le tubature o gli elettrodomestici. In questo caso è meglio addolcire l’acqua con opportuni depuratori.   

 

Il depuratore impoverisce l’acqua?

Alcuni depuratori offrono acqua arricchita con ioni (che sarebbe la più simile ad acqua di fonte) oppure ozonizzata… Sono “bufale” oppure no?

Un buon depuratore, utilizzato e manutenuto in maniera corretta, è in grado di migliorare la qualità dell’acqua rendendola di sapore ed odore più gradevoli (in alcuni casi togliendo le ultime tracce di disinfettante a base di cloro, essenziale per la salubrità dell’acqua, ma che può risultare fastidioso), eliminando tracce di metalli pesanti o altre sostanze nocive che possono provenire dal sopracitato “ultimo miglio”, scambiando alcuni ioni con altri per migliorare la qualità finale (ad esempio, spesso il calcio viene scambiato col magnesio). Tutto questo viene fatto senza assolutamente impoverire l’acqua dalle altre sostanze che devono esserci. Bisogna quindi affidarsi, come sempre, ad aziende serie e certificate, che diano garanzie fornite da enti super partes. E le posso assicurare che ce ne sono. Qualche anno fa, una norma, il DECRETO 7 febbraio 2012, n. 25, ha regolato anche questo ambito, e adesso le aziende produttrici di depuratori casalinghi devono rispettare tale regolamentazione.

Guarda anche: Linee guida sui dispositivi di trattamento delle acque destinate al consumo umano ai sensi del D.M. 7 febbraio 2012, n. 25

 

 

Rubinetto cucina Ceralook di Ideal Standard

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