Impianto idrosanitario: problemi e soluzioni

Impianto idrosanitario: quali problemi possono verificarsi e come bisogna intervenire.

Monica Mattiacci
A cura di Monica Mattiacci
Pubblicato il 16/01/2018 Aggiornato il 07/08/2018
Impianto idrosanitario: problemi e soluzioni

I problemi all’impianto idrosanitario sono l’incubo di tutti, proprietari e affittuari, perché il bagno può diventare inagibile e perché si possono verificare danni (anche a terzi) che comportano spese inaspettate. Conoscere un po’ di teoria, allora, può essere utile per sapere cosa aspettarsi in alcune situazioni.  

L’impianto idrosanitario è composto da reti di adduzione e reti di scarico, dall’insieme delle tubature a vista e quello delle tubature interne. Per tubature interne si intendono quelle che passano nei muri o sotto la pavimentazione; le tubature a vista sono l’elemento finale del nostro impianto e collegano il nostro elettrodomestico/sanitario ai condotti interni. Le tubature interne sono le più delicate da installare e vanno scelte bene se si vuole evitare che insorgano problemi successivi.

Una buona installazione delle tubature interne infatti fa sì che nel tempo non si verifichino problemi di infiltrazione, cali di pressione della caldaia o rumori delle tubature. In caso di acquisto di un’abitazione, bisognerebbe cercare di indagare per capire se si sono verificati problemi; un segnale in questo senso potrebbe essere se ci sono state ripetute opere di imbiancatura.

Per avere garanzia di posa e installazione delle tubature interne a regola d’arte è affidarsi a idraulici competenti e, nell’era di Internet, magari anche con ottime recensioni. A volte i preventivi troppo bassi non danno certezze sulla riuscita; un lavoro eseguito con serietà e competenza può comportare una spesa maggiore, ma tutela per il futuro, consentendo ragguardevoli risparmi.

Le tubature sono solitamente garantite 30 anni, sono però soggette a usure e formazioni calcaree. È quindi molto frequente dover procedere al rifacimento o a un’approfondita revisione dell’impianto idrosanitario dopo vent’anni.

Motivo di intervento sulle tubature idrosanitarie è l’usura dello scambiatore, l’apparecchio che permette lo scambio di calore tra liquidi con temperature differenti. Lo scambiatore si trova nella caldaia o poco sotto. I problemi più diffusi sono la calcarizzazione della tubazione oppure piccole perdite dovute a dei microfori (problema che si verifica soprattutto nelle grandi metropoli e negli scambiatori in rame, dovuto alle cariche elettromagnetiche che tram e mezzi similari scaricano a terra, che raggiungono le tubature e si concludono nello scambiatore, dove si formano piccoli fori nelle tubazioni in rame).

Altro motivo per rifare l’impianto idrosanitario è per sostituire le vecchie tubazioni in ferro e piombo con le più moderne tubature in PVC e multistrato. Una volta si utilizzava il ferro per le tubature di adduzione e il piombo per quelle di scarico. Oggi si tende ad utilizzare per il sistema di adduzione (passaggio soggetto a una pressione più elevata) una tubatura plastica rinforzata multistrato (3 strati di alluminio, PVC e Wirsbo, che consentono igiene e resistenza. In caso di vecchi impianti, è molto probabile che le tubazioni interne non siano coibentate; con il rifacimento dell’impianto idrosanitario si installeranno anche condutture più performanti da questo punto di vista.

È altresì importante che la pressione della rete di adduzione sia sui 6 bar in modo tale da raggiungere tutti gli appartamenti interessanti, mentre quella all’interno degli appartamenti stessi dovrebbe essere sui 3 bar, così da evitare rotture delle tubature e colpi d’ariete. Se questi parametri non vengono rispettati (diverso il caso di impianti di grandi dimensioni, ad esempio di una piscina interna o di altri impianti di grosse dimensioni), si potrebbero verificare perdite all’altezza dei collegamenti tra tubature o addirittura rigonfiamenti e rumori sospetti. A questo scopo si installano degli appositi riduttori di pressione.

Un altro possibile problema dell’impianto idrosanitario, sempre relativo alla pressione, è che invece non ve ne sia abbastanza. Segnali inequivocabili di una bassa pressione di spinta dell’impianto sono poca acqua in uscita dai rubinetti o difficoltà dell’acqua di raggiungere ad esempio i piani superiori di un appartamento e difficoltà di carico del vano del WC. In questo caso vengono installati dei circolatori o delle pompe per aumentare la spinta idrica. Una generale tendenza di tutti gli attacchi di distribuire faticosamente acqua dovrebbe essere legato a un problema di pressione, ma assicuratevi comunque col vostro idraulico, prima di installare dei circolatori o delle pompe, che i problemi non siano invece dovuti a ostruzioni, ruggine o calcare

Il sistema di scarico porta all’esterno dell’abitazione le acque bianche e nere prodotte dagli impianti. Un loro corretto deflusso verso la rete fognaria è permesso da diversi fattori quali:

  • Assenza di depositi nelle tubature

  • Velocità di scarico

  • Tenuta idraulica delle tubature

Il deflusso avviene sempre e comunque per gravità, anche i tratti orizzontali delle tubature dovranno dunque avere una pendenza compresa tra l’1 e il 3%. Questo ha implicazioni sullo spostare gli attacchi e i relativi elettrodomestici: quando questo intervento modifica la pendenza degli scarichi e i valori non restano nel range indicato (1-3%) il lavoro non può essere fatto. Fate dunque sempre verificare all’idraulico che la posizione in cui volete installare per esempio i sanitari possa garantire la pressione necessaria all’interno delle tubature per il corretto utilizzo.

Le tubature che raccolgono le acque di scarico devono anche avere una dimensione adeguata all’impianto preso in considerazione per evitare ostruzioni e per permettere un veloce deflusso delle acque. La dimensione delle tubature non è correlata alla dimensione dell’abitazione, bensì al numero di sanitari ed elettrodomestici che sono presenti nell’abitazione. Potremmo infatti avere una casa in campagna di 300 mq ma con un solo sanitario e quindi la relativa tubazione di scarico sarà di piccole dimensioni.

Due sistemi per il nuovo impianto idrosanitario

Per fare un nuovo impianto idrosanitario, due sono le possibilità: il sistema tradizionale, detto anche ad anello, che parte dal collettore e tramite un unico tubo si allaccia a tutti gli elettrodomestici e gli attacchi della casa grazie a un attacco a T; e il sistema – più moderno e ora utilizzato – che permette di partire dal collettore con più tubi, di dimensione ridotta, e allacciarsi direttamente all’elettrodomestico o ai sanitari. Questo ultimo sistema (detto a collettore) è più pratico ma possibile solo nelle case in costruzione perché necessita di molto più spazio sotto il pavimento: se per esempio ci sono 5 attacchi in bagno (sanitari vari ed elettrodomestici), sotto il pavimento dovranno passare 10 tubi, fattore che rispetto all’impianto tradizionale richiede molto più spazio per il passaggio delle condutture.

interno di bagno moderno

 

Tempistiche per il rifacimento dell’impianto idrosanitario

L’intervento di realizzazione di un nuovo impianto idrosanitario richiede una durata variabile tra 1-5 giornate di lavoro e risulta abbastanza invasivo. Per la sostituzione solo dell’impianto idrosanitario con una mappatura certa delle tubazioni è necessario un giorno di lavoro, per la ristrutturazione del bagno sono necessari 5 giorni lavorativi. Il lavoro consta infatti dei seguenti passaggi:

  • Smontare i sanitari e gli elettrodomestici.

  • Smantellamento piastrelle e pavimento.

  • Stacco delle vecchie tubazioni.

  • Rifacimento impianto.

  • Chiusura dei buchi con intonaco e nuova posa delle piastrelle.

Per sapere dove passano gli impianti è sempre ottimo consiglio far tracciare una mappa e registrare su dvd dove gli idraulici hanno fatto passare le tubature. In caso di acquisto di una nuova casa con conseguente eredità degli impianti preesistenti bisogna sperare che i precedenti proprietari abbiano avuto questa buona abitudine. Se no, spesso si deve procedere per tentativi, con la conseguenza finale di dover a volte smantellare tutto.

Plumbing tools and materials

 

Costi di realizzazione di un nuovo impianto idrosanitario

Per la ristrutturazione del bagno si può ipotizzare una spesa di circa 4.500 euro** che comprende il nuovo impianto idrosanitario, la chiusura delle tracce e tutto il necessario per un bagno a norma, esclusa la fornitura ma compresa la posa di sanitari, rubinetterie, mobili.

Per 6.000 euro** l’intervento può includere anche la fornitura di sanitari e piastrelle da parte dell’idraulico, considerando però che per questa cifra si tratterà di prodotti di serie piuttosto basica, mentre il prezzo sale proporzionalmente a seconda delle esigenze estetiche e qualitative. Date le infinite le varianti di box doccia, vasche con o senza idromassaggio, rubinetti di design oppure no… , in genere si preferisce acquistare autonomamente i materiali e farli mettere in opera dall’idraulico durante i lavori.

** I prezzi citati – Iva esclusa e solo indicativi – sono riferiti a un bagno medio-piccolo con 5 attacchi (lavabo, bidet, lavatrice, doccia, wc) e comprendono la fornitura delle tubazioni.

Normative di riferimento

  • DM 174/2004 descrive i materiali utilizzabili per progettare l’impianto idrosanitario.
  • Il DM 37/2008 afferma invece che gli impianti idrosanitari sottostanno all’obbligo di progetto il cui responsabile è il responsabile tecnico della ditta installatrice.
  • Il UNI CEN/TR è un’utile normativa anche per gli addetti ai lavori, analizzando gli aspetti pratici del lavoro.

Si ringrazia per la consulenza Antonio De Luca, professionista presso Prontopro.it

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