Risparmiare con il riscaldamento a pellet

Passare al riscaldamento a pellet conviene. Ma quanto? Ecco alcune situazioni tipo che illustrano alla perfezione gli scenari possibili se si sostituisce una vecchia caldaia - in parte o completamente - con un prodotto a pellet.

Redazione
A cura di “La Redazione”
Pubblicato il 03/11/2014 Aggiornato il 03/11/2014
Risparmiare con il riscaldamento a pellet

Legna e pellet costano meno dei combustibili fossili, come metano e gasolio, e godono pure dei contributi statali, grazie al loro “impatto zero” sulla CO2 in atmosfera. Ma quanto si risparmia concretamente riscaldando con una stufa a pellet invece che con una caldaia tradizionale? Abbiamo ipotizzato tre situazioni con la collaborazione di Matteo Gerussi, titolare di Ne3, una piccola azienda in provincia di Udine che progetta ed installa impianti ad energia rinnovabile.

Ci siamo immaginati una situazione tipo: una famiglia di quattro persone (li chiameremo, i Rossi), che vive in una casa indipendente di 160 metri quadri, con un isolamento non troppo efficiente (tecnicamente una “classe E”). I Rossi abitano in uno dei 4000 comuni italiani (circa il 50%), in cui il riscaldamento si accende dal 15 ottobre al 15 aprile. Per il riscaldamento e l’acqua sanitaria, i Rossi utilizzano una vecchia caldaia a gasolio. Se volessero avere almeno 20 °C in tutta la casa per circa 14 ore al giorno, la nostra famiglia dovrebbe spendere circa 4.900 euro l’anno, con bollette di circa 700 euro mensili durante l’inverno. Una cifra davvero esorbitante, che i Rossi cercano di limitare rinunciando al comfort: temperature più basse in casa, delimitazione delle stanze riscaldate, riduzione delle ore di funzionamento.

Vediamo cosa potrebbe accadere sostituendo questa caldaia in parte o completamente con un prodotto a pellet.

Primo scenario: la caldaia supportata dall’uso di una stufa

I Rossi decidono di dare una mano alla caldaia con una stufa a pellet ad aria da circa 8 kW che riscalda l’intera zona giorno. La caldaia continuerà a funzionare per l’acqua calda sanitaria e per riscaldare un paio d’ore al giorno la zona notte. L’investimento è limitato (circa 2.000 euro tra stufa e installazione), ma già così i costi si sono ridotti del 25%, con un risparmio annuo netto di circa 1.200 euro, rispetto all’uso della caldaia a pieno regime. Metà della spesa sostenuta per la stufa (1.000 euro), inoltre, rientra nelle agevolazioni per il risparmio energetico e verrà restituita in 10 anni sotto forma di detrazione fiscale Irpef. In conclusione, in poco più di due anni i Rossi si saranno ripagati l’investimento.

Secondo scenario: la caldaia per l’acqua calda,  un’idrostufa per il riscaldamento

I Rossi decidono di acquistare un’idrostufa a pellet che per tutti i mesi invernali scalda l’acqua dei termosifoni di casa (zona giorno e zona notte). La vecchia caldaia viene messa in funzione solo per la produzione di acqua calda sanitaria, sia d’inverno che d’estate. In questo caso, l’investimento iniziale è più alto (5.500 euro con stufa installata), ma i costi del riscaldamento sfiorano appena i 1.450 euro a stagione, per avere l’intera casa calda per tutto il giorno. La spesa complessiva dei Rossi si è dimezzata, con un risparmio di circa 2.750 euro l’anno. Considerando che anche questo intervento rientra nelle agevolazioni del 50% per il risparmio energetico, i Rossi si saranno ripagati l’investimento con sole due stagioni di utilizzo.

Terzo scenario: la caldaia non serve più, la sostituisce un impianto combinato pellet/solare

I Rossi hanno deciso di fare un investimento importante (circa 11.500 euro totali) per un impianto ad energia 100% rinnovabile che funzioni 365 giorni l’anno. Durante i mesi invernali, un’idrostufa (ipotizziamo la stessa dello scenario precedente) scalda l’acqua necessaria per l’impianto di riscaldamento e anche per quello sanitario, aiutata da un puffer da circa 500 litri. Durante l’estate, due pannelli solari termici garantiscono acqua calda per tutti gli usi di casa. Il risparmio che si ottiene rispetto alla situazione iniziale è del 65% (circa 3.200 euro l’anno). Poiché l’intervento prevede il totale smantellamento della vecchia caldaia a gasolio, inquinante e poco efficiente, i Rossi potranno accedere ad un contributo statale grazie al Conto Termico. Tra stufa e pannelli solari riceveranno 4.066 euro, in due rate annuali. A conti fatti, grazie agli incentivi e al forte risparmio, la spesa iniziale più alta si ammortizzerà in circa tre anni di utilizzo, raggiungendo in più la totale indipendenza dai combustibili fossili.

 

Schema di un impianto classico biomassa/solare con idrostufa, puffer e pannello solare termico

Schema di un impianto classico biomassa/solare con idrostufa, puffer e pannello solare termico: l’investimento è più alto, ma i risparmi sulle bollette sono davvero notevoli. Fonte: MCZ http://www.mcz.it

 

 N.B. I costi sono stati calcolati basandosi sui dati AIEL a luglio 2014 relativi al costo dell’energia primaria in Italia (1,45 euro al litro per il gasolio e 0,26 euro al kg per il pellet).

 

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