Tetto a falde: come è fatto

La copertura di un edificio va considerata come un complesso di elementi realizzati e selezionati per integrarsi tra loro e che insieme collaborano alla funzionalità del tetto. Ecco la prima puntata di una serie di appuntamenti sul tetto: come è fatto, in che modo deve essere isolato e mantenuto efficiente.

Redazione
A cura di “La Redazione”
Pubblicato il 20/08/2014 Aggiornato il 20/08/2014
Tetto a falde: come è fatto

Il tetto è un elemento importante in ogni tipo di edificio e garantisce fondamentali funzioni nel contesto complessivo dell’immobile. Protegge dagli eventi atmosferici, consentendo lo smaltimento delle acque meteoriche; contribuisce all’isolamento termico e acustico; può esso stesso essere componente di definizione di spazi abitabili (nel caso delle mansarde) e, infine, con lo sviluppo delle fonti di energia rinnovabile, diventare la sede privilegiata per la collocazione di pannelli solari e fotovoltaici.

Le spese di manutenzione del tetto le pagano tutti

In un condominio i costi di manutenzione ordinaria e straordinaria del tetto inclinato competono di regola a tutti, secondo i millesimi di proprietà. Se invece ci si trova in un supercondominio di edifici autonomi, ciascuno provvede per sé; così come in una casa singola il tetto è – naturalmente – di competenza del proprietario. Ma, anche in questo caso, può accadere che i condomini di un palazzo provvedano, in una certa misura, al pagamento del tetto di un altro. Di regola, l’utilizzo del tetto da parte del singolo per apporvi antenne, terminali (torrini) a canne fumarie, lucernari è lecita purché non si danneggi il decoro, la stabilità, la sicurezza e non si impedisca ad altri l’uso, anche di tipo diverso.

(in collaborazione con Fna-Confappi, http://www.confappi.it)

La copertura di un edificio va considerata come un complesso di elementi realizzati e selezionati per integrarsi tra loro e che insieme collaborano alla funzionalità del tetto. Per questo motivo si preferisce parlare di “pacchetto o sistema tetto”, proprio per sottolineare la particolare composizione a strati sovrapposti. I vantaggi sono di due ordini: una progettazione mirata che permette anche di scegliere soluzioni specifiche per ogni situazione; la possiblità di intervenire sulla singola parte.

I tipi di tetto più diffusi

L’ordine di posizionamento degli strati in un tetto può variare secondo la tipologia. Quelli meno recenti, per esempio, hanno una struttura semplificata paragonata a quella molto più articolata delle recenti realizzazioni. In genere si distinguono quattro versioni.tipologie tetto a falde

 

1. Non isolato e non ventilato Si tratta del tipo più semplice e vecchio, che protegge un sottotetto non abitabile. Non sono presenti né lo strato isolante né quello di ventilazione. L’impermeabilizzazione è fatta direttamente sulla struttura portante. Sopra di esso sono posate le listellature che reggono il manto di copertura.
2. Non isolato ma ventilato È una variante dello schema precedente. Non è previsto lo strato di isolamento, ma fra l’impermeabilizzante e il manto di copertura viene creata l’intercapedine per la ventilazione. Non è una soluzione molto comune.
3. Isolato e non ventilato In questa tipologia è presente lo strato isolante, ma non quello di ventilazione. Il primo deve essere accoppiato a una barriera al vapore. Sopra la struttura portante (assito o falda cementizia) si troverà quindi prima la barriera al vapore e poi lo strato di pannelli isolanti; sopra di essi lo strato di impermeabilizzazione e quindi le listellature e il manto di copertura. Può coprire ambienti abitabili.
4. Isolato e ventilato è il caso delle moderne coperture che proteggono ambienti abitabili. Rispetto al tipo precedente è presente anche lo strato di ventilazione, posto fra quello impermeabilizzante e il manto di copertura. Garantisce le migliori prestazioni ed è spesso la soluzione consigliata in caso di rifacimenti completi del tetto.

Purché sia a norma

➤ Come sempre nella progettazione architettonica, anche per i tetti è prevista una norma dedicata: si tratta della norma Uni 9460/2008 aggiornata nel mese di luglio del 2008 (specifica per coperture discontinue con tegole in laterizio o calcestruzzo). Sono contenute le istruzioni per la progettazione, comprese le indicazioni in merito a materiali e caratteristiche di ciascuno strato del sistema tetto, a partire dalla considerazione che una copertura adeguata è quella che viene progettata in base alla zona climatica in cui è situato l’edificio e all’orientamento di questo.

 

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