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Dall’effetto caldo ed elegante, sempre apprezzato, il parquet non passa mai di moda e non teme le tendenze del momento o il passare del tempo. Infatti, anche se con l’uso può assumere un aspetto più vissuto, mantiene sempre la sua bellezza e quel senso di calore che solo il legno è in grado di dare.
Quanto costa il parquet?
Sono tanti i fattori che influenzano il costo del parquet inteso come solo materiale, senza la posa, che può anch’essa dipendere da svariati fattori (lo schema di posa, ad esempio, perché ve ne sono di più impegnativi di altri). Per quanto riguarda il legno, il prezzo dipende dalle essenze, dalla stagionatura, dallo spessore e anche dalla grandezza delle doghe. Esistono poi diverse scelte di parquet: la prima scelta indica una fornitura esente da imperfezioni o da nodi, che possono anche essere molto apprezzati ma sono indicati soprattutto in contesti più rustici; la seconda scelta invece può prevedere alcuni pezzi con qualche piccolo difetto, che non ne inficia la qualità generale.
Quale tipologia di parquet scegliere: massello o prefinito?
Per acquistare un pavimento in legno, bisogna in via preliminare decidere tre cose: tipo di parquet (massello o prefinito), essenza e formato.
• può essere lamato più volte e rigenerato con nuova finitura
• si presta a tutte le finiture
• cambia tonalità rispetto al “grezzo”.
Tipi di parquet in base alla finitura superficiale
- grezzo, da levigare in opera;
- precalibrato, quando si tratta di elementi a incastro;
- prefinito, se è solo da posare.
Parquet prefinito multistrato
Nel parquet prefinito (multistrato) ogni pezzo è formato da una superficie di materiale nobile a vista (essenza) e un supporto a più strati (due o tre) che rendono stabile l’elemento. Questi possono essere in altre essenze (la betulla è tra le più pregiate e costose) o in materiali ricomposti. In quest’ultimo caso, gli strati sono formati da listelli incollati tra loro a fibra incrociata, caratteristica che rende la pavimentazione stabile all’umidità. In sintesi:
• è pronto da applicare (è già rifinito) ed è calpestabile dopo 24 ore dalla posa
• esiste con molte finiture e in tanti colori
• è resistente grazie alle tante mani di finitura (anche 6 nel caso della verniciatura)
• in genere si può levigare 1 volta (2 se lo spessore della strato nobile è elevato)
Il prefinito multistrato può essere:
- a due strati, di cui uno superiore in legno massiccio (non inferiore a 2,5 mm), incollato su un supporto in legno o a base di legno;
- a tre strati, formato da un supporto centrale in legno o a base di legno, una parte superiore in legno massiccio di almeno 2,5 mm e una inferiore (detto anche “strato di bilanciamento”) sempre in legno massiccio, anche di specie diversa.
Lo spessore di legno nobile è fondamentale: non tutti i pavimenti in legno infatti possono definirsi parquet, ma solo quelli con uno spessore dello strato superiore di almeno 2,5 mm prima della posa.
Il parquet – sia in legno massiccio sia in multistrato – può essere poi precalibrato (da posare, carteggiare e trattare in opera) oppure prefinito, solo da posare.
Parquet prefinito e massello: vantaggi e svantaggi
Il parquet più diffuso è il prefinito multistrato, costituto da 2 o 3 strati e, come dice il nome, è già pronto da posare. La parte superiore è in legno nobile, ovvero in vera essenza di latifoglie o conifere, e deve avere uno spessore uguale o superiore a 2,5 mm. In genere, se è a 2 strati, la parte inferiore è un supporto in betulla o in legno ricomposto; se è a 3 strati, ha un ulteriore strato di bilanciamento.
Il parquet in legno massello è più pregiato, proprio perché è composto interamente da legno nobile, ma oggi è poco usato per i costi più elevati. In genere viene fornito grezzo, da levigare e finire dopo la posa.
Formati e dimensioni del parquet
È un aspetto da non trascurare: le dimensioni degli elementi incidono sulla resa estetica e sono determinanti per ottenere diversi effetti ottici. In base alle misure, i pezzi assumono varie denominazioni, secondo il tipo di parquet e il produttore.
Il range dipende dal tipo: in genere il massello esiste con lunghezza da 25 a 220 cm e larghezza da 4 a 20 cm; il multistrato lo si trova con lunghezza da 40 a 250 cm (e talvolta fino a 3/5 metri) e con larghezza da 6 a 40 cm.
Anche se oggi sono di tendenza, listoni e plance sono consigliabili solo per ampie superfici; nelle metrature medio-piccole infatti richiederebbero troppi tagli, che fanno lievitare costi e tempi di posa, vanificando oltretutto il risultato di continuità visiva che li contraddistingue. Per questo motivo i listelli (che corrispondono a un formato medio) e i listoncini sono sempre quelli più utilizzati; offrono anche il vantaggio di consentire maggior estro in fase di posa, prestandosi a diverse geometrie e disegni. Meglio tenere conto anche che una larghezza eccessiva (oltre i 14 cm) può portare a una variazione fisica della superficie del parquet, che tecnicamente viene definita “inarcamento”.
A partire da piccoli listoncini
Gli elementi di cui è composto il parquet assumono nomi diversi a seconda delle dimensioni. Si tratta in ogni caso di definizioni “commerciali”.
Difficile orientarsi tra le denominazioni, per avere un’idea dei termini che i rivenditori utilizzano si può considerare che i listoncini sono stretti e lunghi anche 60 cm, i listelli sono di formato medio e le plance o doghe superano i 200 cm. Si può considerare:
• Listoncini: 35/60 cm lunghezza, circa 7 cm larghezza, spessore di 1 cm.
• Listelli: lunghezza tra 12 e 60 cm, larghezza da 3 a 8 cm, spessore tra 9 e 14 mm.
• Listoni: lunghezza da 60 a 130 cm, larghezza da 8 e 12 cm, spessore tra 15 e 22 mm.
• Maxi listoni (plance o doghe): lunghezza tra 8 e 200 cm, larghezza da 10 a 14 cm, spessore tra 22 e 24 mm.
• Maxi plance: lunghezza tra 100 e 240 cm, larghezza di 16 cm, spessore di circa 15 mm.
Per il massello esiste poi il lamparquet:
• Lamparquet: lunghezza tra 25 e 30 cm, larghezza da 5 a 6 cm, spessore di circa 10 mm.
Il parquet industriale
Il parquet industriale è formato da lamelle di piccole dimensioni: con larghezza minima nella parte a vista, ma di forte spessore (più elevato rispetto agli altri tipi di parquet). Gli elementi vengono uniti tra loro in modo da formare dei “blocchetti”, sorretti da un supporto (a rete o con nastro adesivo). Esiste grezzo e prefinito ed entrambe le tipologie sono robuste, resistenti e durevoli. Il grande vantaggio è anche la possibilità di rigenerare la superficie molte volte, perché sopporta più interventi di lamatura nel tempo. E per questo è indicato per ambienti soggetti ad alto calpestio. Dal punto di vista estetico, è molto caratterizzato dalla stonalizzazione risultante dalla composizione di elementi diversi disposti di taglio. Diversi anche i formati: “mattonelle” 30 x 20 cm (con listellini da 1,4 x 22), lastre 30 x 60 cm, plance 20 x 120 cm. I prezzi variano secondo i formati (e quindi la lavorazione): da 20 a 100 euro/mq.
Caratteristiche tecniche dei parquet
Rovere, acero, frassino, wengé… La gamma di specie legnose utilizzate per la realizzazione del parquet è davvero ampia.
Spesso sono i criteri estetici a guidare nella scelta, ma altrettanto importante, prima dell’acquisto, è conoscere le caratteristiche tecniche di ciascuna essenza e il suo comportamento nel tempo, in base a fattori quali umidità e temperatura.
Scientificamente ogni legno ha un proprio nome botanico, che per comodità è sostituito da denominazioni commerciali di più facile comprensione. Oltre a differenze cromatiche ogni essenza ha differenti caratteristiche e un diverso comportamento fisico-meccanico nel tempo. Ecco i principali criteri di classificazione:
Massa volumica al 12% di umidità (kg/mc): indica il grado di pesantezza del legno. Fino a 500 è considerato leggero, pesantissimo oltre i 951 kg/mc.
Ritiro volumetrico: è la variazione del legno causata dalla cessione di umidità (indicata da un valore percentuale).
Stabilità dimensionale: è il grado (%) in cui un elemento mantiene le sue dimensioni se esposto a condizioni estreme di temperatura e umidità.
Durezza: misurata in kg/mmq, indica la resistenza alla penetrazione. Oltre i 4,1 è considerata elevata.
Durabilità: è la capacità del legno di resistere alla degradazione dovuta all’attacco di funghi e microorganismi; è misurata in percentuale.
Ecco in sintesi le caratteristiche di alcune delle essenze più utilizzate.
Quali essenze per il parquet
Per scegliere quella giusta si devono considerare estetica e resistenza, soprattutto se il parquet lo si posa in tutti gli ambienti. Il rovere è il legno più utilizzato, per le performance tecniche e per la versatilità visiva: si può rifinire in moltissime varianti...
La possibilità di scegliere finitura e colore, variando aspetto al legno, talvolta rende meno vincolante la tinta originaria; ai fini della resa restano invece fondamentali texture e performance tecniche. Con marchio Pefc e Fsc poi si è sicuri provengano da foreste gestite correttamente.
Venature, la trama in superficie, e colore: le venature del legno caratterizzano il rivestimento. Meglio guardare bene l’aspetto delle varie essenze: quelle con i tratti evidenti donano un effetto rustico e naturale; quelle uniformi nella grana (cioè a tessitura densa) sono esteticamente più versatili e moderne. Meglio tenere presente anche che il legno si ossida e cambia colore a contatto con la luce: se tutti i tipi scuriscono, il teak invece diventa più chiaro.
Quelle adatte in bagno e in cucina L’unica causa che può danneggiare il parquet è l’acqua ristagnante a terra. Si è tranquilli con essenze più stabili a contatto con l’umidità, come doussiè, iroko e teak. Se si opta per il rovere (perché utilizzato negli altri ambienti della casa e si prosegue il rivestimento anche a questi locali), può essere utile un ulteriore trattamento protettivo a olio o cera, perché a contatto con l’umidità questo legno tende a formare macchie nerastre. È comunque sconsigliata la posa flottante.
La lamatura (o levigatura) è un trattamento meccanico che asporta lo strato superficiale del parquet e riporta il materiale al suo stato originale.
Il fascino del pavimento in legno sta anche nelle leggere variazioni cromatiche – stonalizzazioni – che si possono verificare con il passare del tempo e che sono caratteristiche di un materiale “vivo”. Più stabile da questo punto di vista è il prefinito verniciato.
In particolari condizioni, per esempio di eccessiva umidità, il parquet può subire leggeri cambiamenti di volume. Una frequente aerazione degli ambienti ne garantisce la stabilità dimensionale.
Finiture del parquet
Il parquet è disponibile in tante essenze legnose, anche se il rovere è la più diffusa per il suo pregio, resistenza, durezza, versatilità e rapporto qualità-prezzo.
Dal punto di vista estetico il parquet si differenzia anche per la finitura. Ogni essenza legnosa ha le sue caratteristiche di tonalità e colore ed è possibile scegliere una finitura naturale che la esalta, ma ci sono anche trattamenti e lavorazioni particolari che ne cambiano l’aspetto o creano effetti particolari, come l’anticatura, la sbiancatura, la spazzolatura e la decapatura.
Il trattamento può essere fatto anche con vernici che mettono in risalto le venature oppure lo colorano, ad esempio con toni più scuri.
Il legno va anche preservato nel tempo, per questo può avere un trattamento protettivo con olio naturale oppure a cera, a volte usati anche insieme, che lo nutrono e lo proteggono da macchie e usura.
Colore del parquet
Da questo punto di vista, le essenze si dividono in:
Chiare: abete, acero francese e canadese, rovere, faggio, frassino, larice, rovere naturale e sbiancato.
Brune: iroko, afromosia, teak siam, cabreuva, olivo, noce nazionale, acacia, muhuhu, rovere anticato.
Rosse: acero rosa, ciliegio, doussié dell’Africa e dell’Amazzonia, merbau, cabreuva vermelha, sirari e padouk.
Scure: rovere di Slavonia, wengé-panga, larice europeo scuro, cabreuva, mutenye, ipè lapacho, mutenye, jatoba.
È importante poi sapere, indipendentemente dalla tonalità, come le varie specie reagiscono alla luce naturale, cambiando con il tempo. Nel doussié, per esempio, accentua le differenze cromatiche di singoli elementi in origine uguali; il teak, invece, al momento della posa presenta variegature e aloni che con il tempo tendono a scomparire.
Il consiglio: Se si sceglie il parquet tradizionale, occorre considerare che il legno grezzo ha un colore diverso da quello finito in opera. Perciò, prima dell’acquisto, è importante chiedere di visionare un campione di parquet “finito”.
Con alcuni tipi di trattamenti utilizzati per la fase di finitura, è poi possibile ottenere differenti colori di una stessa essenza. Uno dei metodi più utilizzati consiste nella verniciatura a base di oli e pigmenti di colore.
Un altro tipo di procedimento è il trattamento termico, ottenuto sottoponendo il legno a diversi cicli di riscaldamento.
Se gli ambienti sono piccoli
Un tempo si consigliava per gli ambienti piccoli di orientarsi su essenze e finiture chiare con tonalità morbide e avvolgenti, ritenute ideali per dare luminosità e freschezza e per accostarsi ad arredi di gusto contemporaneo.
Se gli interni sono ampi
In realtà la tendenza attuale vede prevalere la tinte rovere in una colorazione non giallastra anche per le case più grandi, dove in altri periodi si consigliavano anche toni più bruni o rossastri, che creano mood dall’effetto più intenso.
POSA DEL PARQUET
Come si applica il pavimento in legno
Oggi il parquet viene quasi sempre incollato – anche nei grandi formati – grazie ai nuovi collanti formulati per risolvere ogni problema. Per esigenze particolari e solo con il prefinito si opta per la posa flottante. Quella inchiodata (per il massello) è utilizzata ormai di rado. Infine a secco su sabbia è suggerita solo da alcuni produttori.
Quando si fa una ristrutturazione o in una nuova costruzione, si procede alla posa del parquet solo dopo che sono state completati tutti gli altri interventi: finite le opere murarie, installati gli impianti, i serramenti e i sanitari e posati gli altri tipi di pavimentazione. Dopo la posa del parquet si termina con l’installazione delle porte interne e con l’eventuale ultima mano di tinteggiatura.
Il sottofondo per un pavimento in parquet deve sempre essere uniforme, liscio, asciutto e pulito. Minime imperfezioni o irregolarità di superficie possono essere risolte con stucco a presa rapida. Leggeri dislivelli si correggono con prodotti autolivellanti.
Nuovo sottofondo per il parquet
Si realizza un massetto cementizio: è il metodo tradizionale e quello che dà le maggiori garanzie di una posa a regola d’arte (e di durata del rivestimento). Con malte di cemento e inerti (in genere sono prodotti premiscelati) si forma a terra, nei locali liberi, un fondo omogeneo dello spessore di 4 cm. Prima di procedere all’applicazione del parquet è fondamentale che sia perfettamente asciutto: livello di umidità inferiore al 2% (si controlla con un igrometro). Oggi si utilizzano mix per massetti a presa rapida che asciugano in pochissimo tempo (3/7 giorni).
Vecchio sottofondo per il parquet
La sovrapposizione del parquet al rivestimento esistente è consigliabile quando questo è composto da legno incollato, ceramica, marmo e pietra (ovvero materiali fissati solidamente al sottofondo). È sempre necessario eliminare le finiture superficiali e rendere il piano di posa “aggrappante” per il nuovo pavimento. Sono incompatibili con tale operazione la moquette, il pvc e il linoleum, che vanno rimossi dal fondo insieme al vecchio collante.
IMPORTANTE! Applicando un parquet prefinito con posa flottante su un rivestimento esistente, si può intervenire anche se ci sono i mobili: basta procedere per piccole porzioni, spostando l’arredo da una parte all’altra.
Quando c’è il riscaldamento a pavimento
Si può posare un pavimento in legno anche quando il riscaldamento è a pavimento. Tutti i “prefiniti” sono idonei: essendo un materiale isolante per natura, impedisce il contatto diretto con il calore emesso dai pannelli radianti, benché quelli attuali siano a bassa temperatura e distribuiscano il calore in maniera omogenea su tutta la superficie, aumentando il comfort dell’ambiente. L’unico accorgimento riguarda le fasi di posa del parquet: le tubazioni a terra devono essere coperte da un massetto di 3-5 cm e, prima dell’applicazione del parquet, conviene mettere in funzione l’impianto, aumentando gradualmente la temperatura fino a raggiungere 20-25 °C, e mantenerla costante per circa 15 giorni; poi la si riduce a poco a poco fino allo spegnimento. Infine, sempre prima della posa, meglio mettere l’impianto in pressione, per verificare che non ci siano problemi nel circuito, e attuare il preciclo di riscaldamento/raffreddamento.
TIPI DI POSA DEL PARQUET
La posa del parquet incollata va bene per tutti i tipi di legno e su tutti i sottofondi; la posa del parquet flottante (o galleggiante) si utilizza per il prefinito: servono listelli con i bordi sagomati per incastrarsi (maschiati) o con dispositivi di aggancio.
Posa del parquet incollata
Ogni elemento viene incollato al piano di posa. Sul fondo si stende l’adesivo, che va lavorato più volte con movimenti a semicerchio: si formano così le caratteristiche “strisce” che favoriscono l’adesione del rivestimento. L’altezza di queste deve essere proporzionata alle dimensioni dei pezzi da posare. VA BENE sempre, anche sui rivestimenti esistenti, seguendo i suggerimenti dei produttori. È poi consigliato quando il parquet va posato in ambienti umidi.
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Posa del parquet flottante
I listelli si appoggiano (e non si incollano) al fondo, che è costituito da un materassino isolante. Sono invece fissati tra loro con colla vinilica, a mezzo di incastri a secco o di particolari dispositivi meccanici. VA BENE quando il parquet deve essere sovrapposto a un pavimento esistente che va preservato o se occorre interporre dell’isolante senza demolire il fondo. Il vantaggio del parquet flottante è anche che si rimuove facilmente e in poco tempo.
Posa del parquet inchiodata
GEOMETRIE DI POSA PER IL PARQUET
Quale disegno per i listoni a pavimento?
A seconda dell’effetto che si vuole ottenere e dello stile dell’ambiente, si potrà optare per una diversa geometria di posa.
Le composizioni a pavimento che si possono ottenere dipendono dalla combinazione e dal formato dei singoli elementi. Nella valutazione del “motivo” si consideri che il lato corto del pezzo (lista) è quello più soggetto a variazioni dimensionali.
Alcuni disegni sono composti direttamente dal produttore, che fornisce il parquet in “moduli” assemblati, pronti per l’applicazione. La posa è così più semplice e veloce e meno costosa, e l’effetto è lo stesso di una realizzazione eseguita in opera.
È sorprendente scoprire quali effetti si possono ottenere con il semplice accostamento degli elementi: dalla più classica superficie a perdita d’occhio sino ai disegni geometrici e optical. Con conseguenti modifiche sulla percezione dello spazio.
Posa a correre
Gli elementi, anche di diverso formato, sono disposti nel senso della lunghezza: le giunzioni di testa risultano alternate. Le file possono essere parallele al muro o in diagonale, inclinate di 45° o 30°.
• Vanno bene tutti i formati.
• Si dà profondità a una stanza piccola con le file parallele alle pareti lunghe.
• L’effetto è di maggiore larghezza con le file in diagonale.
La posa a correre può essere utilizzata, per le varie “file” di listoni, anche usando pezzi di differenti larghezze, per ottenere un risultato più mosso e originale.
Posa a spina di pesce
Le liste sono posate in file parallele (e queste a 90° tra di loro), in modo che la testa di una si attacchi al fianco dell’altra. Il motivo può essere realizzato dritto o in diagonale. Si inizia dal centro della stanza, allineando la prima spina a una traccia.
Vantaggi posa a spina di pesce
• Permette di riproporzionare un ambiente eccessivamente ampio.
• Differenziando le essenze tra la spina e la fascia perimetrale si valorizzano i due disegni.
Il parquet massello in noce color neutro di Tolin Parquets è posato a spina ungherese. Spazzolato e bisellato, ha finitura a olio. Prezzo su richiesta. http://www.tolin.it
Approfondisci l’argomento posa del parquet a spina di pesce guardando la nostra guida
Posa a spina ungherese
I singoli pezzi hanno i due lati corti tagliati a 45° o 60° rispetto a quelli lunghi. In genere tali tagli vengono effettuati in opera, ma su richiesta qualche volta è il produttore a fornire gli elementi già pronti. Il pavimento può essere bordato con fascia e bindello.
• Differenziando le essenze tra la spina e la fascia perimetrale si valorizzano i due disegni.
Posa a quadri
Assemblati a formare un quadrato, i listelli si posano paralleli a una parete: per questo tale disegno non è adatto quando i muri sono fuori squadra. Raramente si esegue in diagonale: risulterebbe ridondante. Può essere abbinata a fascia e bindello.
• ideali sono i listelli di 12 x 3 cm
• l’impatto finale è quello di un mosaico
• il disegno uniforma e compatta il volume dell’ambiente
Posa con fascia e bindello
La zona perimetrale è formata da elementi posati con una geometria diversa rispetto a quella predominante al centro della stanza (tappeto). Altri listelli fanno da raccordo (bindello). Questi possono essere anche in materiali diversi dal legno.
• È una composizione non elaborata, ma dall’effetto sicuro per ampi spazi.
• Indicata se almeno due o tre pareti sono libere, per non perdere l’insieme del disegno
Si può fare a meno del classico “listello metallico” che si utilizzava in passato. Oggi ci sono prodotti sigillanti (anche colorati) che permettono di “unire” materiali diversi: si usano per riempire la fuga (di circa 4-5 mm) che va necessariamente lasciata tra i due pavimenti.
TRUCCHI PER RACCORDARE PAVIMENTI DIVERSI
Il problema principale è quello degli spessori: nella scelta di due rivestimenti bisogna fare in modo che l’eventuale differenza non vada oltre i 3-5 mm. È la soglia fino a cui al “dislivello” si rimedia dosando il collante fino a colmare la discrepanza.

Se si demolisce una parete ma non si vuole sostituire il pavimento, si ottiene un buon risultato aggiungendo delle piastrelle decorate (oggi vanno di moda le azulejos) per colmare il solco a terra.
Effetti decorativi particolari per il parquet
Diverse geometrie di posa in stanze attigue
Basta variare la geometria di posa tra una stanza all’altra e con lo stesso parquet si ottiene un effetto decorativo apprezzabile. È una soluzione anche per mascherare differenze cromatiche o di formati quando si sostituisce il pavimento in un solo locale.
Parquet: differenziare la finitura per fasce
Con il parquet grezzo da rifinire in opera o dopo una lamatura, si può differenziare la finitura tra le fasce di listelli (o tra questi stessi): si ottengono effetti decorativi belli e personali.
FINITURE E MANUTENZIONE DEL PARQUET
Vernice, olio e cera in moltissime varianti, da scegliere secondo le proprie esigenze. Al rivenditore conviene chiedere sempre dei campioni per valutare gli effetti.
Qualità parquet in classi
Un tempo il parquet si classificava in prima, seconda o terza scelta in base ai difetti. Oggi invece si considera la “classe di aspetto” di ciascuna specie legnosa: ogni caratteristica “negativa” può essere più o meno tollerata a seconda della classe.
Tali classi sono contraddistinte da un simbolo:
• cerchio, che limita al massimo i difetti naturali del legno (nodi, variazioni cromatiche o alterazioni biologiche sulla faccia degli elementi); σ triangolo, che ammette difetti leggermente più accentuati; ν quadrato, aumenta la possibilità di difetti, se non compromettono la resistenza all’usura del pavimento in legno.
Tempi di fornitura e posa
In 1 giorno di lavoro si rivestono in media anche 30 mq (dipende dalla geometria del locale). Se il parquet è tradizionale vanno aggiunti 20 giorni di pausa prima della levigatura (se il massetto è nuovo). E poi c’è la finitura. Chiedi sempre al rivenditore se il parquet scelto è in pronta consegna. Se la fornitura non è disponibile in magazzino, possono trascorrere anche 30 giorni dall’ordine.
Quanto parquet comprare?
Oltre ai mq da rivestire, nel calcolo delle quantità meglio aggiungere almeno il 10% in più di “sfrido”: un po’ di materiale di scorta permette di fare una selezione in fase di posa e potrebbe servire nel tempo per eventuali sostituzioni.
Parquet in legno massello o prefinito?
Il parquet massello o massiccio è il pavimento in legno più tradizionale: ogni listello è rappresentati da un pezzo di legno massello, materiale naturale sensibile alle variazioni di umidità. Per questo è una tipologia meno consigliata, per esempio con riscaldamento a pavimento o in ambienti come bagni e cucine, anche se i prodotti di qualità – per i quali è stato seguito il corretto procedimento di stagionatura, essiccatura, stabilizzazione – possono invece essere utilizzati anche su pavimenti riscaldanti. Dopo la posa necessita di lamatura e finitura , a differenza del parquet prefinito.
Il parquet prefinito, come dice il termine stesso, è già rifinito prima della messa in opera, che risulta quindi più veloce. In questo caso ogni listello è composto da diverse parti (strati, da cui anche il termine di multistrato), di cui quella superiore, a vista, in legno pregiato rappresenta l’estetica del parquet, mentre le altre costituiscono il supporto, responsabile soprattutto della stabilità del pavimento e della resistenza alle variazioni di umidità. Con il prefinito si possono avere dimensioni maggiori, a parità di spessore.
Posa flottante o incollata?
Le due tecniche di posa più usate sono quella flottante e quella incollata.
Con la posa flottante, il parquet viene appoggiato al sottofondo su un materassino elastico di pochi millimetri; come vantaggio, si ha una veloce posa (anche adatta al fai da te) e una facile removibilità perché i listoni sono incastrati tra loro e incollati sui fianchi. Lo svantaggio è dato una minore silenziosità al calestio.
Con la posa incollata, parquet e massetto sottostante diventano un tutt’uno. In questo caso si hanno prestazioni migliori di indeformabilità e silenziosità.
In quali locali si può posare il parquet?
Il parquet sta bene in tutti gli ambienti, dalla zona living alle camere da letto, poiché riesce a rendere gli spazi confortevoli e accoglienti. È possibile posarlo anche in cucina e in bagno, però è necessario che sia trattato per diventare impermeabile, inoltre è necessario evitare ristagni d’acqua.
Parquet
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