Ristrutturare casa con gli incentivi fiscali: la guida completa

Dalla detrazione al 50% al bonus mobili fino al nuovo bonus facciate: ecco una panoramica completa degli incentivi oggi previsti per ristrutturare casa.

Alessandra Caparello
A cura di Alessandra Caparello
Pubblicato il 22/04/2020 Aggiornato il 22/04/2020
ristrutturare manutenzione straordinaria

Che sia un intervento importante o uno piccolo, per ristrutturare casa si può fruire degli incentivi fiscali. Dalla detrazione per ristrutturazione, bonus mobili fino al nuovo bonus facciate, ecco una panoramica delle agevolazioni concesse dal fisco al contribuente.

La detrazione fiscale al 50% per tutto il 2020

Partendo dalla detrazione fiscale per lavori di ristrutturazione, fino al 31 dicembre 2020 eseguendo interventi di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia sul singolo immobile, si può beneficiare della detrazione Irpef al 50%. Qualche esempio? L’installazione di ascensori e scale di sicurezza, la realizzazione e miglioramento dei servizi igienici apertura di finestre per esigenze di aerazione dei locali fino alla realizzazione di una mansarda o di un balcone  o alla trasformazione della soffitta in mansarda o del balcone in veranda sono tutti lavori che realizzati sulla singola unità immobiliare danno diritto alla detrazione Irpef al 50%.

La tinteggiatura di pareti, soffitti, infissi interni ed esterni, il rifacimento di intonaci interni, l’impermeabilizzazione di tetti e terrazze o la verniciatura delle porte dei garage sono invece lavori di manutenzione ordinaria che realizzati sul singolo immobile non danno diritto alla detrazione fiscale, a meno che non facciano parte di un intervento più vasto. Al contrario danno diritto alla detrazione invece se realizzati sulle parti comuni di edifici residenziali. In tal caso la detrazione  spettaa ogni singolo condomino in base alla quota millesimale di proprietà.

Fino al 31 dicembre 2020 il limite massimo di spesa sul quale calcolare la detrazione del 50% è di 96.000 euro per ciascuna unità immobiliare. Questo limite è annuale e riguarda il singolo immobile e le sue pertinenze unitariamente considerate, anche se accatastate separatamente. La detrazione deve essere ripartita in 10 quote annuali di pari importo.

Cosa fare per avere la detrazione Irpef al 50% per ristrutturazione

Per richiedere la detrazione è sufficiente indicare nella dichiarazione dei redditi i dati catastali identificativi dell’immobile e, se i lavori sono effettuati dal detentore, gli estremi di registrazione dell’atto che ne costituisce titolo e gli altri dati richiesti per il controllo della detrazione. Per i lavori di ristrutturazione che comportano risparmio energetico e utilizzo di fonti rinnovabili vige anche l’obbligo di trasmettere all’Enea le informazioni sui lavori effettuati, analogamente a quanto già previsto per la riqualificazione energetica degli edifici. Gli interventi soggetti all’obbligo sono quelli effettuati per il conseguimento di risparmi energetici, con particolare riguardo all’installazione di impianti basati sull’impiego delle fonti rinnovabili di energia. Rientra tra i lavori agevolabili, per esempio, l’installazione di un impianto fotovoltaico per la produzione di energia elettrica, in quanto basato sull’impiego della fonte solare e, quindi, sull’impiego di fonti rinnovabili di energia. Tale impianto- come ricorda l’Agenzia delle Entrate nella sua guida on line dedicata alla detrazione per ristrutturazione – deve essere installato per far fronte ai bisogni energetici dell’abitazione (cioè per usi domestici, di illuminazione, alimentazione di apparecchi elettrici, eccetera) e, quindi, che lo stesso sia posto direttamente al servizio dell’abitazione.

Come pagare i lavori di ristrutturazione?

Per fruire della detrazione è necessario che i pagamenti siano effettuati con bonifico bancario o postale (anche “on line”), da cui risultino:

  • causale del versamento, con riferimento alla norma (articolo 16-bis del Dpr 917/1986)
  • codice fiscale del beneficiario della detrazione
  • codice fiscale o numero di partita Iva del beneficiario del pagamento.

I contribuenti che usufruiscono dell’agevolazione devono conservare ed esibire, a richiesta degli uffici, una serie di documenti come:

  •  ricevuta del bonifico
  • fatture o le ricevute fiscali relative alle spese effettuate per la realizzazione dei lavori di ristrutturazione
  • domanda di accatastamento, se l’immobile non è ancora censito
  • ricevute di pagamento dell’imposta comunale (imu), se dovuta
  • eventuale dichiarazione di consenso all’esecuzione dei lavori del possessore dell’immobile, per gli interventi effettuati dal detentore dell’immobile, se diverso dai familiari conviventi
  • abilitazioni amministrative richieste dalla vigente legislazione edilizia in relazione alla tipologia di lavori da realizzare (concessioni, autorizzazioni, eccetera) o, se la normativa non prevede alcun titolo abilitativo, dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà in cui indicare la data di inizio dei lavori e attestare che gli interventi realizzati rientrano tra quelli agevolabili.

Il bonus mobili

Eseguendo interventi di ristrutturazione di casa si può anche fruire del bonus mobili, la detrazione Irpef del 50% per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici di classe non inferiore alla A+ (A per i forni), destinati ad arredare un immobile oggetto di ristrutturazione. L’agevolazione è prevista anche per gli acquisti che si effettuano nel 2020, ma può essere richiesta solo da chi realizza un intervento di ristrutturazione edilizia iniziato non prima del 1° gennaio 2019.

Per avere l’agevolazione è indispensabile, quindi, realizzare una ristrutturazione edilizia (e usufruire della relativa detrazione), sia su singole unità immobiliari residenziali sia su parti comuni di edifici, sempre residenziali. La detrazione spetta anche quando i beni acquistati sono destinati ad arredare un ambiente diverso dello stesso immobile oggetto di intervento edilizio, oppure quando i mobili e i grandi elettrodomestici sono destinati ad arredare l’immobile ma l’intervento cui è collegato l’acquisto viene effettuato su una pertinenza dell’immobile stesso, anche se accatastata autonomamente.

Gli acquisti valevoli per il bonus mobili

Il bonus mobili spetta per l’acquisto di mobili nuovi elettrodomestici nuovi per esempio: cucine, letti, armadi, cassettiere, librerie, scrivanie, tavoli, sedie, comodini, divani, poltrone, credenze, materassi, apparecchi di illuminazione. È escluso l’acquisto di porte, pavimentazioni (per esempio, il parquet), tende e tendaggi, altri complementi di arredo.

Il bonus spetta anche per l’acquisto di elettrodomestici nuovi  di classe energetica non inferiore alla A+ (A o superiore per i forni e lavasciuga), come rilevabile dall’etichetta energetica. L’acquisto è comunque agevolato per gli elettrodomestici privi di etichetta, a condizione che per essi non ne sia stato ancora previsto l’obbligo. Rientrano nei grandi elettrodomestici, per esempio: frigoriferi, congelatori, lavatrici, lavasciuga e asciugatrici, lavastoviglie, apparecchi per la cottura, stufe elettriche, forni a microonde, piastre riscaldanti elettriche, apparecchi elettrici di riscaldamento, radiatori elettrici, ventilatori elettrici, apparecchi per il condizionamento. Tra le spese da portare in detrazione si possono includere quelle di trasporto e di montaggio dei beni acquistati.

Cosa fare per avere il bonus mobili

La detrazione si ottiene indicando le spese sostenute nella dichiarazione dei redditi (modello 730 o modello Redditi persone fisiche). Indipendentemente dall’importo delle spese sostenute per i lavori di ristrutturazione, la detrazione Irpef del 50% va calcolata su un importo massimo di 10.000 euro, riferito, complessivamente, alle spese sostenute per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici. 

Per avere il bonus sugli acquisti di mobili e di grandi elettrodomestici occorre effettuare i pagamenti con bonifico o carta di debito o credito. Non è consentito, invece, pagare con assegni bancari, contanti o altri mezzi di pagamento. Dal 1° gennaio 2018 è stato inserito un adempimento per fruire del bonus mobili ossia vanno comunicati all’Enea gli acquisti di alcuni elettrodomestici per i quali si può usufruire del bonus mobili come forni, frigoriferi, lavastoviglie, piani cottura elettrici, lavasciuga, lavatrici. Tuttavia come ha specificato l’Agenzia delle Entrate, la mancata o tardiva trasmissione non implica la perdita del diritto alle detrazioni.

Il bonus facciate

Dal 2020 entra nel novero degli incentivi fiscali previsti per ristrutturare casa il bonus facciate, la possibilità di detrarre dall’imposta lorda sul reddito delle persone fisiche (Irpef) il 90% delle spese documentate relative agli interventi edilizi finalizzati al recupero o restauro della facciata degli edifici.

L’agevolazione riguarda le spese documentate, sostenute nel corso del 2020, relative agli interventi finalizzati al recupero o restauro della facciata esterna degli edifici esistenti ubicati nelle zone A o B indicate nel decreto del ministro dei Lavori pubblici n. 1444/1968. Il bonus facciate spetta per interventi:

·  di sola pulitura o tinteggiatura esterna sulle strutture opache della facciata

·   su balconi, ornamenti o fregi, ivi inclusi quelli di sola pulitura o tinteggiatura

· sulle strutture opache della facciata influenti dal punto di vista termico o che interessino oltre il 10% dell’intonaco della superficie disperdente lorda complessiva dell’edificio ( in tal caso è richiesto che siano soddisfatti i requisiti  minimi di prestazione energetica di cui al decreto Mise 26 giugno 2015 (“Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici”) e  i valori di trasmittanza termica, indicati alla tabella 2 allegata al decreto Mise 11 marzo 2008).

Tra le opere agevolabili rientrano, a titolo esemplificativo il consolidamento, il ripristino, il miglioramento delle caratteristiche termiche anche in assenza dell’impianto di riscaldamento e il rinnovo degli elementi costitutivi della facciata esterna dell’edificio, che costituiscono esclusivamente la struttura opaca verticale, i lavori riconducibili al decoro urbano quali quelli riferiti alle grondaie, ai pluviali, ai parapetti, ai cornicioni e alla sistemazione di tutte le parti impiantistiche che insistono sulla parte opaca della facciata.

Cosa fare per avere il bonus facciate

Per avere l’agevolazione occorre indicare nella dichiarazione dei redditi i dati catastali identificativi dell’immobile e pagare le spese mediante bonifico bancario dal quale risulti la causale del versamento, il codice fiscale del beneficiario della detrazione e il numero di partita Iva ovvero il codice fiscale del soggetto a favore del quale il bonifico è effettuato. 

Inoltre solo per gli interventi di efficienza energetica, ossia quelli influenti dal punto di vista termico o che interessino oltre il 10% dell’intonaco della superficie disperdente lorda complessiva dell’edificio, i contribuenti sono tenuti ad acquisire e conservare:

· l’asseverazione, con la quale un tecnico abilitato certifica la corrispondenza degli interventi effettuati ai requisiti tecnici previsti per ciascuno di essi

· L’attestato di prestazione energetica (APE) per ogni singola unità immobiliare per cui si chiedono le detrazioni fiscali, che deve essere redatto da un tecnico non coinvolto nei lavori.

Inoltre, sempre e solo per gli interventi di efficienza energetica deve essere inviata all’Enea, entro 90 giorni dalla fine dei lavori, la scheda descrittiva relativa agli interventi realizzati.

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