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Fatti di cronaca riportano spesso all’attenzione la pericolosità delle fughe di gas: accidentali o dolose, possono causare consistenti danni alle cose e procurare lesioni – anche fatali – alle persone. La presenza di gas in un ambiente chiuso o non sufficientemente aerato comporta il rischio di esplosioni e conseguenti crolli delle strutture. Occorre, quindi, porre particolare attenzione ad alcuni dettagli quando in casa è presente un impianto alimentato a gas (piani di cottura tradizionali, caldaia per il riscaldamento o scaldabagno per la produzione di acqua calda sanitaria).
Le cause più frequenti di incidenti dovuti a fughe di gas sono una cattiva efficienza delle canne fumarie, l’insufficiente ventilazione nei locali dove sono installati fornelli, caldaie o scaldabagni e la mancata manutenzione. Alcune procedure sono obbligatorie, come la verifica della caldaia o la sostituzione dei tubi in gomma che alimentano i fornelli a gas. Altre invece sono vivamente raccomandate dagli esperti per evitare pericolose fughe e relativi incidenti. Il rischio è più alto soprattutto nei mesi invernali, quando il consumo di gas aumenta e i locali vengono aerati meno.
Ma un potenziale pericolo arriva anche dal monossido di carbonio. In un locale chiuso, o con poco ricambio di aria, quando l’ossigeno viene consumato la combustione produce appunto il monossido di carbonio che satura l’aria. Insapore, inodore e non irritante, quest’ultimo è in grado di avvelenare, e persino uccidere in pochi minuti soprattutto se le persone che lo respirano stanno dormendo e non possono accorgersi del malessere.
Il gas è inodore, ma se ne percepisce la presenza
grazie a sostanze aggiunte appositamente dai produttori
La norma vigente è del 2015
Il 1° dicembre 2015 è uscita la 5a edizione della UNI 7129, la norma più famosa e utilizzata nel settore del gas. Questa si compone di 5 parti, una in più della precedente versione. La UNI 7129:2015 sostituisce la UNI 7129:2008, anche se la prima versione di quest’ultima risale al 1972. È sempre stata considerata come un riferimento imprescindibile per l’installazione di un impianto a gas a regola d’arte. Nel succedersi delle edizioni, la norma si è via via arricchita di nuove indicazioni e prescrizioni, pur mantenendo la propria struttura originaria.
Nel 2008 da norma unica, la UNI 7129 si trasforma in “pacchetto normativo” costituito da 4 parti, ognuna dedicata a una diversa sezione dell’impianto: impianto interno, ventilazione/aerazione/ubicazione apparecchi, evacuazione dei prodotti della combustione, messa in servizio.
A fine 2015 si è aggiunta quella relativa ai sistemi per lo scarico delle condense.
Nei primi sei mesi del 2016, in Italia si sono registrati 10.625 interventi dei Vigili del Fuoco per segnalazioni di fughe di combustibile e ben 38 per esplosioni causate da impianti a gas
Contro le fughe di gas, impianto a regola d’arte
Nel suo complesso, deve essere realizzato da un installatore abilitato e deve seguire le disposizioni contenute nella Norma UNI CIG 7129. E, in base alla legge sulla sicurezza degli impianti domestici (DM 37/2008), al termine di installazione o modifica il tecnico deve rilasciare una Dichiarazione di conformità alle norme vigenti del settore del lavoro eseguito e dei componenti utilizzati. Nello specifico, le tubazioni, che consentono il trasporto del gas dal contatore fino agli apparecchi utilizzatori, devono garantire l’ottima tenuta del gas ed essere installate correttamente. In un appartamento, devono essere in rame o in ferro, e possono essere collocate sia a vista sia sotto traccia. In quest’ultimo caso – in presenza di spigoli e giunzioni – devono essere ispezionabili; mentre nei punti critici, quali gli attraversamenti di intercapedini, muri esterni e solette, devono avere apposite guaine di protezione. Per i soli tratti in cui sono interrate (come in cortili e giardini) è consentito l’utilizzo di tubi in polietilene. N.B. Si ricorda che i condotti metallici del gas non devono essere utilizzati come messa a terra di apparecchi elettrici.
Attenzione ai termini tecnici
• Aerazione: i locali dove sono presenti apparecchi che scaricano i prodotti della combustione nell’ambiente (come appunto i fornelli) devono essere aerati con frequenza in modo da favorire il ricambio d’aria.
• Dispositivi di sorveglianza di fiamma: sebbene i piani cottura siano ormai dotati per legge di termocoppia (in grado di bloccare la fuoriuscita accidentale del gas in caso di spegnimento della fiamma), è bene non lasciare mai incustodita una pentola sul fuoco. La termocoppia è applicata solo ai fornelli e non registra perdite dal tubo.
• Espulsione dei prodotti della combustione: gli apparecchi che utilizzano gas emettono fumi derivanti dalla combustione. Per questo devono essere collegati a sistemi di scarico come canne fumarie e camini efficienti che espellono tali fumi all’esterno.
• Rivelatori di gas: non sono obbligatori, ma contribuiscono a garantire la sicurezza d’impiego del gas. Rivelano e segnalano infatti la presenza di gas in casa.
• Ventilazione: i locali nei quali sono installati apparecchi che utilizzano gas devono essere ventilati costantemente per garantire l’aria necessaria alla combustione. La loro dimensione è disciplinata dalla norma (vedi testo dedicato).
Il contatore
Ogni unità immobiliare è dotata di un contatore che calcola il volume di gas transitato.
• Questo dispositivo deve essere mantenuto in buono stato: non bisogna manometterlo e ogni intervento che lo riguardi deve essere eseguito esclusivamente da tecnici dell’azienda di distribuzione.
• Se è situato all’esterno dell’abitazione, come nella maggior parte dei casi, all’interno serve un rubinetto generale dell’impianto, che sia facilmente accessibile.
Obbligatori i fori per l’apporto d’aria
All’interno dell’ambiente cucina deve necessariamente affluire almeno tanta aria quanta ne viene richiesta dalla regolare combustione del gas. Per questo motivo è obbligatorio garantire un ricambio continuo attraverso aperture permanenti di aerazione e ventilazione praticate sulle pareti del locale che danno verso l’esterno.
• La norma UNI 7129 prescrive che l’aerazione e la ventilazione necessarie in un locale dove sono presenti apparecchi a gas debbano essere fornite da:
- foro con diametro di almeno 12 cm, con una sezione minima di 100 cm2
- ulteriore foro, per arrivare a una sezione minima di 200 cm2 quando il piano cottura non è provvisto di termocoppia
- secondo foro nella parte alta del locale se si utilizza gpl (perché questo gas richiede un maggiore apporto d’aria per la combustione.
Le regole d’oro
Informarsi non è mai superfluo quando si tratta della sicurezza di se stessi e degli altri
Per proteggere persone e casa, l’utilizzo di un apparecchio a gas (che sia metano o gpl) richiede una serie di attenzioni elencate di seguito.
• Fare eseguire il controllo periodico della caldaia (che sia solo scaldacqua o serva anche per il riscaldamento) secondo le tempistiche stabilite dalle norme (vedi testo dedicato) e affidandosi solo a un tecnico qualificato. Questi dovrà apporre un timbro di validità, relativo al controllo, sul libretto della caldaia stessa. Approfittare del tecnico anche per fare controllare il tubo che porta il gas alla cucina.
• Installare la caldaia in un luogo in cui è garantito il ricambio d’aria, preferibilmente all’esterno della casa (non in tutti i condomìni però è possibile) o in una stanza che presenti i requisiti di aerazione e ventilazione seguendo le norme, i consigli e le indicazioni di professionisti e installatori.
• Non utilizzare la stessa canna fumaria per più di un impianto, a meno di specifici casi di canne fumarie collettive, perché il monossido di carbonio, anziché essere allontanato, potrebbe rientrare in casa attraverso una delle due “mandate”.
• Sostituire ogni 5 anni il tubo in gomma del gas del piano cottura (sul tubo è normalmente stampata la data di scadenza)
• Chiudere il rubinetto del gas quando ci si assenta anche solo per qualche giorno. Se si tratta di gpl, questa operazione va eseguita tutte le sere.
• Se il piano cottura è un modello datato, accertarsi che le manopole dei bruciatori siano in posizione 0 al termine dell’utilizzo
• Quando si acquista una nuova cucina, o un forno a gas, accertarsi che sia di nuova generazione e quindi dotato di termocoppia.
I controlli alla caldaia
Tutti gli impianti domestici superiori a 10 kW e inferiori a 100 kW (a combustibile liquido o solido) devono essere controllati ogni due anni. Ma, siccome Regione o Comune possono avere disposto diversamente, nel dubbio è necessario verificare presso lo Sportello Energia del municipio l’esatta frequenza degli interventi, manutenzione ordinaria compresa, cui attenersi. Soprattutto se si risiede in un Comune con più di 40 mila abitanti.
• Delle caldaie autonome (che hanno potenza inferiore ai 35 kW) è responsabile il proprietario (o l’inquilino) che deve provvedere ai controlli periodici (manutenzione ordinaria), in conformità alle prescrizioni e con la tempistica contenute nelle istruzioni tecniche rilasciate dall’azienda (e riportate sul libretto delle istruzioni). Di solito la cadenza è annuale, in concomitanza con il controllo dell’efficienza energetica dell’apparecchio.
• Gli interventi devono essere effettuati soltanto da professionisti iscritti alla Camera di Commercio e in possesso di abilitazione (come previsto dal D. M. 37/2008).
Il tubo del piano cottura
Può essere di gomma se la cucina è del tipo freestanding, mentre per modelli a incasso deve essere in metallo flessibile. Il primo va sostituito ogni cinque anni, mentre il secondo non ha scadenza.
• È necessario che non sia a contatto con fonti di calore e, cosa da non sottovalutare, che non presenti delle strozzature.
• Deve essere collegato alla cucina e al rubinetto porta-gomma con fascette metalliche. Questo rappresenta un aspetto importante per la sicurezza, perché il condotto non deve essere sottoposto a sforzi. Non deve nemmeno essere collocato in posizioni che possano provocarne deformazioni, rotture o surriscaldamento.
• Le norme UNI-CIG 7140 stabiliscono la lunghezza del tubo, che deve essere compresa tra 40 e 150 cm; inoltre, deve avere impresso, ogni 40 cm, il nome e la sigla del fabbricante, l’anno di scadenza, le misure del diametro interno e il riferimento alla norma UNI-CIG cui è conforme.
Se senti odore potrebbero esserci fughe di gas
Ecco una serie di consigli per intervenire in sicurezza:
- Aprire immediatamente le finestre per dare al gas una via d’uscita. Questo evita di incorrere in malesseri o svenimentie riduce la possibilità che si verifichino incendi ed esplosioni.
- Non accendere o spegnere la luce, non azionare elettrodomestici, citofono o telefonino: qualsiasi scintilla può scatenare uno scoppio. Evitare di toccare gli elettrodomestici (anche per spegnerli).
- Chiudere l’interruttore generale del gas. Staccare anche quello della corrente elettrica, ma solo se il quadro non è posto nella stessa stanza in cui si avverte la presenza di gas.
- Controllare i fornelli e verificare che siano completamente spenti.
- Se l’odore di gas è persistente e intenso, uscire di casa e chiamare il pronto intervento al numero 115.
- Per informazioni è utile consultare il sito web dei Vigili del Fuoco: http://www.vigilfuoco.it
La verifica dei fumi delle caldaie
Per le caldaie autonome è obbligatoria, così come quella dell’efficienza energetica. Consiste nella misura della quantità dei gas presenti nella combustione (come il monossido di carbonio). Anche così si tiene sotto controllo la sicurezza domestica e si rispetta l’ambiente.
Deve essere eseguita da imprese e tecnici abilitati
Ci si può rivolgere al produttore dell’apparecchio per farsi consigliare il tecnico di zona.
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