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Di buoni motivi per scegliere di avere un giardino sul tetto ce ne sono molti, oltre a quello estetico: piante e prato in copertura permettono di avere un tetto ben coibentato e in grado di bloccare la dispersione termica (con conseguenti risparmi), proteggendo anche la struttura sottostante e rallentandone il deterioramento.
La vegetazione, inoltre, costituisce una barriera contro i rumori ed è anche in grado di purificare l’aria, assorbire la pioggia e attrarre fauna locale. Punti di forza che alimentano una nuova sensibilità per l’ambiente. Mettere le piante sulla sommità di un edificio non comporta alcun vincolo, perché i diversi sistemi proposti dai professionisti del settore e le tipologie di verde adatte alla piantumazione sulla copertura permettono di sviluppare progetti di grande impatto. E senza limiti di scala, dalla casa monofamiliare al condominio, fino agli interventi urbani di grandi dimensioni. Un tetto verde, inoltre, si può progettare per una nuova costruzione ma anche per sostituire una copertura esistente e può essere solo ornamentale oppure fruibile. E può persino integrare i pannelli solari. Per tutte queste ragioni, avere il verde “on top” ha solo vantaggi, dal comfort abitativo a quello architettonico, fino a quello ambientale.
Detrazioni fiscali per avere un giardino sul tetto
Vi sono diverse forme che agevolano la realizzazione di un tetto verde, con piante e prato in copertura, poiché è a tutti gli effetti un componente dell’involucro edilizio. Se si sostituisce l’intera copertura esistente (anche con modifica della pendenza) si può usufruire del bonus ristrutturazioni (sconto Irpef del 50%). Quando invece il giardino pensile comporta un risparmio energetico entra in gioco l’ecobonus (detrazione Irpef o Ires del 65-70-75%, a seconda dei casi).
A questi si aggiunge la nuova detrazione fiscale “bonus verde” inserita nelle Legge di Bilancio 2018 e valida fino al 31/12/2018 per i costi relativi alla sistemazione del verde di aree scoperte di pertinenza delle unità immobiliari private di qualsiasi genere, tetti verdi compresi. Si tratta di uno sconto Irpef del 36% da applicare su una spesa massima di 5.000 euro (in condominio tale cifra è riferita a ogni unità immobiliare), recuperabile in 10 rate annuali.
Piante e prato in copertura: tutti i plus
In un piano di riqualificazione urbana, il giardino sul tetto offre un contributo fondamentale. Per questo è un’alternativa da considerare sia per sostituire una vecchia copertura sia quando l’edificio è di nuova costruzione
Le due possibili applicazioni
Certamente è più semplice progettare un tetto verde per un edificio nuovo, perché si hanno molte più chance: maggiori possibilità sia di scelta, sia come valutazioni tecnico-estetiche. Il tetto verde in questi casi viene ideato contestualmente all’edificio e nasce insieme a esso, riuscendo così a esprimere al massimo tutte le potenzialità.
l Grandi opportunità si hanno anche quando si trasforma “a verde” una copertura esistente, indipendentemente se piana o a falde inclinate. Vi sono però maggiori vincoli: primo fra tutti il peso, perché il nuovo tetto non deve sovraccaricare la struttura sottostante (che è stata progettata per un’altra copertura) e poi la resa estetica.
Valutazioni in opera
Come in ogni sostituzione, a maggior ragione quando si tratta del tetto, è necessario verificare le condizioni dell’edificio e analizzarne l’aspetto strutturale (la relazione di un ingegnere abilitato comprova la fattibilità del progetto dopo aver verificato la corretta distribuzione dei carichi aggiunti). In questo modo si recuperano i dati indispensabili per la progettazione della nuova copertura valutando, per esempio, se al posto del vecchio lastrico solare si può realizzare un giardino fruibile, oppure se le falde con coppi rovinati possono trasformarsi in una distesa di verde ossigenante. Talvolta è possibile “posare la vegetazione” sullo strato di impermeabilizzazione della copertura precedente, purché questo sia in buone condizioni.
Piano o inclinato?
Entrambe le tipologie di giardino sul tetto, estensivo o intensivo come vedremo nelle pagine seguenti, si possono realizzare su coperture piane e su falde inclinate. Le superfici orizzontali non pongono alcun vincolo; qualche accorgimento in più, invece, deve essere preso negli altri casi (inclinazioni da 5° a 50°); in particolare bisogna considerare le forze di spinta e l’effetto erosione. In generale, fino a un’inclinazione di 15° (che corrisponde a una pendenza del 27%) è possibile utilizzare i pacchetti standard previsti dalle aziende. Per valori maggiori, invece, si adottano misure ad hoc (le impermeabilizzazioni antiradice, per esempio, non possono essere posate su falde con forte inclinazione). Si tenga presente che un giardino sul tetto è stato realizzato anche con inclinazione di 50° (pari a più del 100% di pendenza).
Il parere dell’esperto
Tre benefici da considerare:
1) Ecologici
■ Mitigazione microclimatica
La vegetazione in copertura diminuisce la temperatura dell’ambiente esterno, riducendo l’effetto dell’isola di calore che si forma intorno al tetto: il carico termico entrante negli ambienti interni, così, rallenta
e diminuisce. Succede perché i tetti verdi trattengono e accumulano dal 50 al 90% dell’acqua piovana e la restituiscono all’ambiente per evaporazione. Si pensi che 8 cm di terriccio restituiscono all’ambiente, tramite evaporazione, il 70% della pioggia.
■ Fissaggio delle polveri
Il tetto verde trattiene le polveri trasportate dal vento facilitandone il deposito; in questo modo tali sostanze nocive vengono assorbite dalla fotosintesi delle piante ed eliminate.
■ Riduzione dell’inquinamento sonoro
Le coperture verdi assorbono le onde sonore riducendone la propagazione: il substrato assorbe onde a basse frequenze, invece
la vegetazione onde ad alte frequenze.
■ Assorbimento dell’elettrosmog
15 cm di substrato leggero di un giardino pensile assorbono il 94% delle emissioni nel campo di frequenze della rete mobile cellulare e delle ricetrasmittenti.
■ Nuovi ambienti di vita
Piante e animali trovano un nuovo habitat da scegliere come casa.
2) Funzionali
■ Protezione meccanica degli strati componenti la struttura.
■ Abbassamento delle temperature delle guaine isolanti.
Protezione dall’azione disgregante gelo/disgelo sugli strati più esposti.
3) Economici
■ Risparmio sui futuri costi di risanamento
In estate, se su una copertura tradizionale si possono raggiungere fino a 80 °C, su tetto verde le temperature massime si attestano invece intorno ai 25 °C. Questo aspetto comporta una minore esposizione degli elementi strutturali agli sbalzi termici. Solo per fare un esempio, lo strato impermeabile godrà di una maggiore durata.
■ Risparmio sui costi energetici
Piante e prato in copertura garantiscono prestazioni di isolamento termico, con conseguenti tagli in bolletta per un minor utilizzo degli impianti di climatizzazione.
■ Riduzione dei picchi di deflusso idrico
La capacità di ritenzione idrica di un giardino sul tetto produce un ritardo nei tempi di deflusso delle acque piovane verso canalizzazioni e sistemi di smaltimento. Di questo si può tenere conto per ridurre le dimensioni dei canali di smaltimento.
Un giardino sul tetto: norme, progetto e messa in opera
Ornamentale o fruibile sono i due sistemi di verde adatti a un giardino sul tetto: la scelta dipende dall’accessibilità della copertura. L’estetica, invece, varia in base alle piante utilizzate, mentre la struttura e la funzionalità restano invariate
Realizzato a regola d’arte
Progettazione e realizzazione di un tetto verde sono disciplinate da due strumenti: la norma Uni 11235 (“Istruzioni per la progettazione, l’esecuzione e la manutenzione di coperture a verde”) e le linee guida ministeriali (Ministero dell’Ambiente, “Verde pensile: prestazioni di sistema e valore ecologico”).
Lontano dall’improvvisazione o dal fai da te, anche la messa in opera di un giardino sul tetto deve essere affidata a personale qualificato, in grado di operare secondo le indicazioni normative e con la competenza tecnica necessaria, che deve comprendere anche la conoscenza esatta dei meccanismi idraulici, fisici e meccanici. Si valuti, inoltre, che dall’esecuzione pratica dipendono anche l’efficacia e la durata del sistema. La ditta incaricata deve essere in grado di certificare l’intervento con una dichiarazione di conformità alle norme di riferimento.
L’iter burocratico
Generalmente quando ci si affida a un’azienda specializzata del settore si ottiene un servizio “chiavi in mano”. Ma la realizzazione di un tetto verde richiede comunque anche una serie di preliminari alla progettazione. Nel caso di edificio multiplo, per esempio, è obbligatoria l’autorizzazione scritta dei condòmini. Presso il Comune, invece, bisogna verificare l’esistenza di vincoli (architettonici, storici, paesaggistici) sull’edificio e di linee guide eventualmente previste dalla normativa locale. Sempre in Comune occorre presentare l’idonea pratica edilizia, firmata da un tecnico abilitato, prevista per il tipo di lavoro che si andrà a eseguire.

Nella foto una realizzazione a Milano dell’azienda Daku (www.daku.it). Consiste in un sistema di copertura estensivo “plus”, che si estende su 1.000 mq. La vegetazione tappezzante è disposta secondo uno schema geometrico, in linea con l’estetica dell’architettura che la ospita, mettendo in risalto il progetto. Obiettivo dell’intervento: migliorare l’isolamento termico per contribuire al risparmio energetico dell’edificio.
Il giardino sul tetto ha più strati
Il tetto verde è sempre costituito da un sistema stratificato. Tale “pacchetto” viene sovrapposto all’ultimo solaio dell’edificio, se la copertura è piana o curva, o direttamente alla struttura della falda, se è inclinata. Quando la superficie è in forte pendenza occorre contrastare l’effetto di scivolamento dei materiali che si andranno ad appoggiare, anche con l’ausilio di una battuta di contenimento perimetrale costituita da un bordo esterno che fa da barriera ed è sempre presente in queste coperture. Tutti gli strati del “giardino sul tetto”, il cui numero varia secondo le tipologie e i produttori, riproducono la struttura del suolo naturale. Vediamo un esempio comune.
- Impianto vegetale è lo strato del verde, quello che rimane a vista. A seconda del tipo di tetto e del contesto geografico-urbano,
le essenze vengono scelte in base alla loro crescita e quindi alla resa. - substrato di crescita (strato colturale) Costituisce il terreno di coltura, formato da “compost” leggero con terriccio e residui vegetali: questo mix garantisce peso minimo, ma filtraggio e circolazione dell’aria ai massimi livelli. Servono almeno 8-10 cm, ma dipende dal sistema e dalle varietà (15 cm per un prato ornamentale, 100 cm per piccoli alberi).
- membrana di filtrazione Di tessuto-non-tessuto, serve a trattenere il terreno e fare filtrare l’acqua verso lo strato sottostante. Poiché non sempre riesce a contrastare lo sviluppo delle radici, a volte si aggiungeun tessuto, composto da fibre di polietilene, per formare una barriera efficace.
- drenaggio e accumulo idrico In ghiaia o vaschette in polietilene, smaltisce la pioggia, trattenendone una parte per i periodi di siccità.
- membrana impermeabile Sintetica, è una barriera antiradice che separa il verde dall’edificio. In un tetto esistente, si può sostituire
con lo strato di impermeabilizzazione già presente, ma solo se è ancora funzionale e in grado di garantire la tenuta all’acqua e alle radici.
Due tipologie di giardino sul tetto
La differenza risiede nell’accessibilità al tetto e, di conseguenza, nella sua fruibilità e nella possibilità di realizzare la manutenzione: un tetto verde può essere solo ornamentale (detto estensivo), oppure utilizzabile come un vero giardino (detto intensivo). Talvolta i due tipi possono coesistere sulla stessa copertura se questa ha conformazione particolare. Da un tipo all’altro differiscono pesi e costi, che dipendono anche dal produttore e dal “pacchetto” utilizzato. Il mercato in questo campo offre abbastanza scelta, tra sistemi brevettati e procedure condivise da più aziende.
1. Estensivo
Il tetto verde non è praticabile. Questo sistema di inverdimento è indicato per coperture di difficile accesso e per quegli edifici ai quali non si possono aggiungere carichi eccessivi: qui la vegetazione ha funzione estetica e di compensazione ambientale.
Il peso complessivo dipende dai produttori e dallo spessore della stratificazione (che varia da 10 a 15 cm).
Per esempio: un sistema di 10 cm che utilizza uno strato di accumulo formato da materiali naturali ha un peso di minimo
80 kg/mq (a totale saturazione d’acqua).
Il costo totale è in media di 30-40 euro/mq.
L’inverdimento estensivo è caratterizzato da ridotto fabbisogno nutritivo. Il sistema viene realizzato in modo che l’approvvigionamento di acqua e di elementi nutritivi avvenga il più possibile attraverso processi naturali, evitando talvolta l’impianto di irrigazione.
2. Intensivo
Il tetto verde è accessibile e utilizzabile. Con tale sistema di inverdimento si possono allestire superfici strutturate e arredate, dotate persino di percorsi carrabili, oltre che pedonali. Ovviamente, per realizzare un progetto simile occorre che l’edificio abbia i requisiti statici per sopportarne i carichi e che sia possibile appoggiare un “pacchetto tetto” con spessori non trascurabili: almeno da 20 a 40 cm, arrivando a 80 cm
per piantare determinate specie.
Per esempio: un sistema di 15 cm, con strato di accumulo formato da materiali naturali, ha un peso di minimo 120-130 kg/mq (a totale saturazione).
Il costo totale è in media di 65 euro/mq.
L’inverdimento intensivo richiede continuo apporto energetico: acqua e fertilizzanti. La superficie necessita quindi di manutenzione costante, esattamente come un giardino a quota zero, ma con in più la difficoltà dell’altezza da terra elevata.

Un prato in quota di giardino fotografato si trova in provincia di Udine e occupa una superficie di circa 230 mq. È stato realizzato da Daku (www.daku.it) con un particolare sistema intensivo che permette di coniugare estetica e funzionalità. Il giardino, infatti, è del tutto identico a uno tradizionale (fruibile e calpestabile) ma, posto sul tetto, utilizza le acque reflue, che vengono immagazzinate dal sistema interno e utilizzate per irrigare la vegetazione.
Le piante adatte per un giardino sul tetto
La scelta dipende non solo dal tipo di sistema, estensivo o intensivo, ma anche dalla funzione che la copertura verde dovrà avere e dagli obiettivi che si vogliono raggiungere con tale intervento. Per una selezione accurata della vegetazione si fa riferimento ancora una volta alla norma specifica che prevede, infatti, un’analisi preventiva climatico-territoriale. Dalle piante individuate dipende anche lo spessore dello strato colturale. Per fare qualche esempio: per erbacee perenni a piccolo sviluppo sono sufficienti 10 cm di substrato; per tappeti erbosi occorrono invece almeno 15 cm; arbusti di piccola taglia richiedono 20 cm e alcuni alberi addirittura ne pretendono 80-100 cm.
Per il tipo Estensivo: piante resistenti
In questo sistema il substrato di crescita ha spessore ridotto ed è costituito in prevalenza da componenti minerali; di conseguenza il peso, nel complesso, rimane tra 80 e 150 kg/mq (max). Generalmente si utilizzano varietà composte da Sedum, Crassulaceae, piante perenni, erbacee da fiore: tutte specie accomunate da spiccate capacità di rigenerazione, autopropagazione e resistenza allo stress idrico e termico.
Si deve prevedere un intervento di manutenzione all’anno (max due).
Per il tipo Intensivo: anche cespugli e alberi
Per una superficie a verde accessibile e utilizzabile si può stimare, in media, un peso totale di 350 kg/mq. Valori più alti (700 kg/mq) si raggiungono con substrati di forte spessore per i piccoli alberi.
Il tipo di vegetazione è rappresentato da rotoli di tappeto erboso già vegetato, erbacee perenni, tappezzanti, piccoli cespugli, alberi di piccole dimensioni con altezza massima di 2-3 metri.
Va calcolata una manutenzione costante (con regolare concimazione), la cui frequenza varia secondo la vegetazione e in base all’uso del giardino pensile, al massimo due volte la settimana. Ovviamente è indispensabile un impianto di irrigazione interno al tetto, come vedremo in seguito. Il pacchetto deve comprendere anche un sistema di raccolta/smaltimento delle acque, a misura delle essenze vegetali.
La manutenzione
Come si è visto, il tetto con “verde estensivo” richiede una manutenzione bassa. Secondo quanto prevede la norma Uni 11235, questi interventi servono soprattutto per controllare i componenti del tetto. Si provvede in sostanza alla pulizia dei bocchettoni di scarico (esattamente come avviene per una copertura piana tradizionale, quale è il lastrico solare) e a un controllo della vegetazione per verificare che non si siano sviluppate piante inadatte. È definita alta, quindi impegnativa, la manutenzione richiesta dal tetto con “verde intensivo”: occorre prevedere, infatti, anche la cura delle piante. E di nuovo si ricorre alla norma, che contiene tutte le istruzioni per la corretta gestione di tale copertura, fornendo alle aziende incaricate tutte le indicazioni utili.
Acqua e nutrimento
A parte alcuni casi, un tetto verde di qualsiasi tipo integra sempre un impianto di irrigazione che utilizza la rete idrica principale dell’edificio. Nelle versioni “intensive”, se ne aggiunge anche uno di fertilizzazione dello strato colturale. Entrambi gli impianti sono in genere automatizzati e gestibili attraverso una centralina elettronica, che permette il costante monitoraggio a distanza.
Per quanto riguarda l’acqua, l’approvvigionamento anche a livello delle radici è garantito dallo strato specifico, la cui modalità di accumulo idrico dipende da come è composto: materiali naturali (perlite espansa), celle o tessuto-non-tessuto ritentore (filtri geotessili o polistirene espanso sinterizzato).
Lo strato vitale
È quello colturale: immediatamente sotto la superficie vegetale, fornisce il nutrimento alle piante e ne permette la crescita. Come visto, anche le caratteristiche di questo strato sono dettate dalla norma Uni di riferimento, che ne disciplina la composizione. Per esempio, non si deve utilizzare terreno naturale (come se si trattasse di un giardino al suolo): aumenterebbe notevolmente il peso del tetto e, per contro, farebbe diminuire le proprietà agronomiche. Il terreno naturale, inoltre, avrebbe problemi di eccessiva compattazione. E infatti, la norma richiede requisiti di bassa comprimibilità e di elevata ritenzione idrica. Ogni produttore è poi libero di raggiungere tali obiettivi con il prodotto che meglio crede.

Secondo la norma Uni di riferimento, il substrato colturale deve essere di almeno 8 cm per il verde estensivo e di 15 cm per quello intensivo
Quanto costa un giardino sul tetto? Tre soluzioni (più una) con i preventivi
Dalla teoria alla pratica, i roof garden realizzati da alcune aziende leader del settore. Che propongono anche proposte miste, di grande impatto. Abbinare le due tipologie di verde, estensivo e intensivo, è un’ottima soluzione per sfruttare interamente la superficie di un tetto

Verde estensivo Condominio. Si tratta di un tetto non calpestabile, con stratigrafia a peso ridotto (circa 130 kg al mq). La vegetazione è composta da germogli di Sedum di diverse varietà e, in particolare, della Weihenstephaner gold, con piante messe a dimora giovani. Come è composto. Superficie totale: circa 1.300 mq Strato vegetale: Germogli e piante giovani di Sedum Substrato estensivo: Climagrün E Elemento di drenaggio: Climadrain 55 Stuoia protettiva: Climagrün PECT 300 Azienda: Climagrün, www.climagruen.it Quanto costa Spesa totale: 30.000 euro (23 euro/mq)

Misto, Verde, Estensivo e intensivo. Casa singola
Duplice tipologia per questa copertura, in parte adibita a verde estensivo e in parte a quello intensivo. Parzialmente calpestabile e con camminamenti rivestiti in sasso naturale, è un’oasi naturale che si sviluppa fra Sedum e graminacee, ma comprende anche arbusti e alberi di piccole dimensioni.
Come è composto Superficie totale: circa 120 mq
Strato vegetale: Sedum, graminacee, arbusti e alberi piccoli
Substrato intensivo: Climagrün I
Stuoia filtrante: Climagrün 105
Elemento di drenaggio e accumulo idrico: Climadrain 25
Stuoia protettiva: Climagrün PECT 500
Azienda: Climagrün, www.climagruen.it
Quanto costa Spesa totale: 12.000 euro
(100 euro/mq, compreso impianto di irrigazione automatico)

Verde intensivo. Condominio. Questa copertura ha una superficie completamente calpestabile. Il progetto ha previsto l’installazione di un pacchetto completo, includendo le aiuole in acciaio corten, l’impianto di irrigazione automatica e il robot tagliaerba, scelto per ridurre al minimo i costi di manutenzione.
Come è composto Superficie totale: circa 100 m²
Strato vegetale: Rotoli di prato
Substrato intensivo Climagrün I
Stuoia filtrante: Climagrün 105
Elemento di drenaggio e accumulo idrico:
Climadrain 40
Stuoia protettiva Climagrün PECT 500
Azienda: Climagrün, www.climagruen.it
Quanto costa Spesa totale: 15.000 euro
(150 euro/mq, compresi aiuole, irrigazione e robot tagliaerba

Un caso di sostituzione: da tetto a giardino sul tetto
La trasformazione della copertura dell’edificio in un tetto verde è firmata dallo studio di architettura del paesaggio GiardiniGiordani e dall’architetto Luigina Giordani, ed è stata realizzata da Harpo (www.harpogroup.it). Della superficie complessiva di 300 mq, 120 sono dedicati al verde pensile, diviso in tre aree.
l Due di queste sono a uso privato e corrispondono ad altrettanti appartamenti che vi si affacciano, mentre una è ad uso comune. La realizzazione è stata seguita da Manfrica Service, installatore autorizzato Harpo e prevede un substrato colturale di spessore variabile (circa 35 cm). Il sistema verde pensile è costato circa 80 euro/mq, escluse le spese per il sollevamento al piano e l’impermeabilizzazione, che era già stata realizzata.
Foto di Luigina Giordani
Giadino sul tetto: anche sintetico. Componibile e leggero
Moduli isolanti e componibili a incastro, con la superficie composta da un morbido filato identico all’erba, ma che non richiede manutenzione. È la proposta Roofingreen (www.roofingreen.it) per le coperture verdi ma sintetiche. Nella foto: un intervento di riqualificazione di un tetto di 150 mq praticabile e a uso pubblico, realizzato con spazi verdi composti dai moduli Leaf che, al mq, costano 96 euro, posa esclusa.
Giardini sul tetto mini e maxi: proposte d’autore (e non solo)
Oggi i più grandi interventi urbani propongono soluzioni green oriented, dove il tetto con le piante è una delle espressioni. Soprattutto nei grandi centri urbani, piccole oasi vegetali o grandi polmoni verdi, diventano una bella necessità

Progetto CMR
Big Data Valley: la nuova Silicon Valley in Cina è eco
Fra i finalisti del MIPIM Awards 2018, per la categoria Best Futura Mega Projects, il masterplan Xiantao Big Data Valley, firmato dallo studio di architettura Progetto CMR, prevede la realizzazione di un’area destinata a uffici e di una ad appartamenti, spazi commerciali, scuole e strutture per l’ospitalità.
Distribuito su un’area di 700.000 mq, di cui 315,350 costruiti, il progetto ruota attorno a un nucleo centrale totalmente integrato nel verde.
Il nuovo distretto sarà autosufficiente e sostenibile, grazie anche al contributo concreto offerto dal tetto verde.

Stefano Boeri architetti
Il nuovo Policlinico di Milano: la salute è green
Un intervento che, grazie alle sue dimensioni e all’innovazione che introduce, sarà in grado di ridisegnare il centro di Milano. Marco Giachetti, presidente della Fondazione Ca’ Granda Policlinico di Milano, sottolinea che non si tratta “solo” della costruzione di un ospedale all’avanguardia nel centro della città, ma di un grande progetto con implicazioni su tutto il territorio cittadino da un punto di vista sociale, urbanistico, architettonico, culturale e ambientale. Fra le novità, il cosiddetto “Giardino alto”, un enorme tetto verde di 6.000 mq, attrezzato per ospitare percorsi di riabilitazione per i pazienti e per concedere un po’ di relax ai familiari dei degenti e agli operatori sanitari.
Lo spazio avrà aree protette per i bambini, laboratori di cura dell’orto per pazienti oncologici, aree dedicate alla pet therapy, allo yoga e al fitness.

Studio Piuarch
Porta Nuova Building: un pic-nic sui tetti
Un progetto per trasformare in uno spazio verde il tetto del complesso per uffici e attività commerciali Porta Nuova Building, a Milano. Il “rooftop garden” è immaginato come uno spazio verde polivalente, con un orto in quota, aperto al pubblico e collegato a un servizio di ristorazione che ne utilizza i prodotti; un’area per spettacoli e manifestazioni e una palestra per discipline sportive o pratiche meditative.
Ispirato ai progetti di New York e Rotterdam, il tetto verde di Porta Nuova Building troverebbe riscontro con l’edificio “Bosco Verticale” presente nella zona, sottolineando l’importanza di avere “polmoni verdi” in città.
Grazie ai nuovi incentivi dedicati al verde e allo slancio della pubblica amministrazione, l’idea di Piuarch sta affrontando le tappe necessarie per arrivare alla realizzazione del progetto.

Roberto Seveso
Una copertura attiva
Il contesto è quello della provincia di Monza e Brianza, in cui è diffusa la copertura a falde inclinate. Qui l’architetto Roberto Seveso ha sviluppato un progetto innovativo, legato invece all’architettura del paesaggio. Si tratta della copertura piana di una residenza, costruita in stile neo-razionalista e pensata per ospitare un manto verde. Sul tetto è stato applicato verde intensivo, con arbusti tappezzanti e cespugliame e, isolando dal punto di vista termico, ha risposto con efficienza all’esigenza di avere un contributo al bilancio energetico dell’involucro. Il tetto, inoltre, bilancia il ciclo delle acque piovane, abbassa le temperature e protegge dall’inquinamento elettromagnetico.

Elasticospa
Una ranch-house sulle colline
In un paesaggio collinare, nella provincia di Pordenone, fra le montagne da una parte e la piana friuliana dall’altra, lo studio di architettura Elasticospa si è occupato della progettazione di una residenza strettamente legata alla natura del luogo. Da qui, la scelta del tetto verde, che ha permesso di creare una connessione ancora più forte con i pendii delle colline e delle montagne.
Il tetto è un grande giardino pensile trattato con diverse specie di sedum, scelta sia per la minima richiesta di manutenzione, sia per la varietà di tonalità cromatiche che si susseguono nel corso delle stagioni. La parte più esterna e panoramica della copertura, invece, viene usata come area relax ed è stata rivestita in legno, per dare continuità con le scelte green e creare un ambiente in armonia con l’ambiente

Orti Alti a Torino
Le Fonderie Ozanam è un orto posto sul tetto di una ex fonderia nella periferia torinese. È coordinato da Orti Alti, un’organizzazione vincitrice del Premio Innovazione Amica dell’Ambiente promosso da Legambiente Italia, fondata dalle architette Elena Carmagnani ed Emanuela Saporito. Riunisce architetti, designer, urbanisti e agronomi e si occupa di divulgazione, ricerca e sperimentazione di pratiche di agricoltura urbana, riuso dello spazio urbano e partecipazione dei cittadini.
Il progetto pilota Avviato nel 2016, è l’innesco di un percorso di recupero a uso collettivo del complesso edilizio su cui sorge ed è esempio di innovazione ambientale e sociale. Sostenuto da importanti fondazioni e aziende private, l’orto Le Fonderie Ozanam è stato insignito del Recognition Award nell’ambito dell’European Award for Ecological Gardening 2017.

Verde fruibile Un giardino pensile
Realizzato a Milano, il prato fruibile sul tetto è realizzato con la versione “verde intensivo leggero” del sistema Perliroof® di Perlite Italiana (www.perligarden.com). Un brevetto italiano che utilizza componenti naturali. È una soluzione a costi contenuti (50 euro/mq), dal peso limitato e con manutenzione ridotta, grazie alla scelta accurata delle specie vegetali adatte. Si può integrare con elementi di arredo o pavimentazioni.
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Fonti / Bibliografia
- Progettazione integrata, architettura, ingegneria, design | Progetto CMR - Massimo Roj ArchitectsProgetto CMR nasce dall'incontro di tre professionisti con esperienza internazionale nel mondo dell'architettura e della progettazione integrata.
- Home | Stefano Boeri ArchitettiStefano Boeri Architetti, ha sede a Milano e studi a Shanghai e Tirana ed è dedicato dal 1993 alla ricerca e alla pratica dell’architettura e dell’urbanistica. Tra i progetti più noti ci sono: il Bosco Verticale di Milano, il Piano Regolatore di Tirana, la Villa Méditerranée di Marsiglia.
- Studio - PiuarchFondato nel 1996 da Francesco Fresa, Germán Fuenmayor, Gino Garbellini e Monica Tricario, Piuarch si occupa di architettura, spaziando dalla progettazione di edifici per uffici, al retail, sino allo sviluppo di complessi residenziali, interventi di recupero per la cultura e di rigenerazione urbana, con una costante attenzione ai valori di qualità ambientale e di relazione con il contesto.
- ElasticoFarm – Breeding and growing healthy projects
- ORTI ALTI | FARM YOUR ROOFTOP