Cambiare imposte o persiane: quali materiali e quale sconto fiscale per l’acquisto

Quando si vogliono sostituire gli infissi esterni, si può cambiare materiale o bisogna restare sulla stessa tipologia? E qual è lo sconto fiscale previsto? Tutto quello che serve sapere sull'installazione di nuovi scuri o persiane.

Monica Mattiacci
A cura di Monica Mattiacci
Pubblicato il 14/02/2024 Aggiornato il 15/02/2024
Scuretti di Oknoplast

Sin dai più antichi sistemi costruttivi, le imposte sono state una soluzione per conferire alla casa un po’ di protezione dagli agenti atmosferici e al tempo stesso di riservatezza. Cominciamo subito col dire che per questo elemento architettonico esistono molti nomi: persiane, imposte, griglie, scuri, antoni o ante esterne… Tutti modi differenti di identificare una funzione fondamentale – l’oscuramento e la protezione di un’apertura nel muro esterno – declinata nelle sue svariate interpretazioni.

Le imposte si suddividono in due tipologie fondamentali: lo scuro o anta cieca che senza feritoie non lascia passare luce e può essere tutta liscia oppure più spesso a doghe orizzontali o verticali; la persiana, anch’essa a sua volta presente in numerose diverse fatture ma perlopiù composta da una serie di lamelle (stecche) orizzontali che lasciano passare un po’ di luce. Anche la persiana può essere di diversi tipi: con lamella fissa chiusa (che quindi rende l’anta cieca) a singola o doppia spiovenza; con lamella aperta di forma trapezoidale (“tipo antico”), con lamella stondata (più moderno); o ancora con lamella orientabile mediante un meccanismo che consente di far ruotare la lamella in modo tale che si possa regolare il passaggio della luce.

Nel mercato attuale, le ante esterne possono essere realizzate non solo con il classico legno, ma anche con l’alluminio (metallo) o il PVC (materiale plastico). Per valutare quale sia la scelta migliore, occorre anzitutto stimare la loro esposizione agli agenti atmosferici, la zona climatica in cui è situata la casa, nonché la possibilità che ne venga fatta o meno una manutenzione ordinaria. Perché, a seconda del contesto in cui si vive, del budget a disposizione e dello stato di conservazione degli elementi architettonici esistenti, si può pianificare un intervento di taglio adeguato alle circostanze. Facciamo qualche esempio.

  • Se le ante sono fortemente esposte a sole, pioggia, vento e quelle attuali sono visibilmente deperite con vernice che si stacca a squame e inserti in legno che marciscono, allora può essere opportuno sostituirle con nuove ante in alluminio. A maggior ragione se non si vuole più avere il problema di doverle tenere curate.
  • Le ante in legno di nuova generazione, comunque, se verniciate con processi industriali tecnologicamente avanzati, garantiscono la tenuta alle intemperie anche per dieci anni; inoltre, sarebbe sufficiente una rapida manutenzione ordinaria per assicurarne la durata anche in futuro, e si tratta semplicemente di una pennellata del cosiddetto “olio danese”.
  • In situazioni di climi particolarmente caldi, in cui le ante potrebbero essere colpite costantemente dall’irraggiamento solare, si può optare per il PVC dato che l’alluminio d’estate si scalderebbe molto e il legno alla lunga potrebbe risultare un po’ compromesso dall’eccessivo calore.
  • Un caso invece estremamente diffuso è quello del privato che ha delle persiane in legno ormai un po’ deperite a causa del tempo e dell’usura, ma non tanto ammalorate da risultare inservibili. In una situazione del genere, la scelta migliore può essere quella del restauro: sverniciatura e riverniciatura effettuate mediante un processo di tipo industriale, ossia il passaggio in “bagni chimici” per l’eliminazione della verniciatura esistente e poi verniciatura ex novo con un sistema tecnologicamente avanzato e soprattutto di durevolezza garantita e rispettoso dell’ambiente.

Sostituzione imposte/persiane con il cambio di materiale o altre caratteristiche

Molti si domandano se sia consentito, quando s’intendono sostituire le ante, cambiare materiale rispetto alle vecchie: è un quesito che richiede un approfondimento specifico con il comune di residenza, in quanto l’immobile potrebbe avere dei vincoli di carattere storico o paesaggistico che ne imporrebbero la conservazione rispetto all’estetica corrente. Comunque, nella maggior parte delle situazioni, dovrebbe essere possibile sostituire delle persiane in legno usurate con nuove persiane in altro materiale “effetto legno” o dello stesso colore.

Alquanto diverso è invece il discorso dell’apertura: se le imposte attuali sono a battente, è improbabile poterle sostituire con nuove ante scorrevoli, in quanto ciò comporterebbe delle modifiche sostanziali alla struttura dell’infisso. Ovviamente non è detto che sia impossibile farlo, ma l’intervento andrebbe valutato con estrema attenzione rispetto alla sua convenienza e fattibilità chiedendo autorizzazione al Comune e al condominio.

C’è anche la possibilità di montare persiane scorrevoli interno muro, ma su queste sono per forza indispensabili lavori edili atti a murare i necessari controtelai per lo scorrimento delle ante. Infatti nei rari casi in cui l’immobile è così strutturato, tale sistema di oscuramento è stato previsto già in fase di progettazione e non certo in un secondo momento. 

Bonus imposte: detrazione fiscale del 50%

La sostituzione delle imposte viene qualificata come intervento di recupero del patrimonio edilizio che può permettere di godere dell’agevolazione fiscale per  la ristrutturazione che consiste in una detrazione dall’Irpef al 50% e con limite massimo di spesa di 96.000 euro per ciascuna unità immobiliare fino al 31 dicembre 2024. Dal 1° gennaio 2025 la detrazione tornerà alla misura ordinaria del 36% e con il limite di 48.000 euro, salvo eventuali proroghe.

La detrazione si ottiene nella denuncia dei redditi e deve essere ripartita in 10 quote annuali di pari importo, nell’anno in cui è sostenuta la spesa e in quelli successivi. Il contribuente che, pur avendone diritto, non ha usufruito dell’agevolazione in uno o più anni (ad esempio, per incapienza o perché esonerato dalla presentazione della dichiarazione dei redditi), nei successivi periodi d’imposta può comunque beneficiare della detrazione, indicando in dichiarazione il numero della rata corrispondente. Per fruire della detrazione è necessario che i pagamenti siano effettuati con bonifico bancario o postale (anche “on line”), da cui risultino:

  • causale del versamento, con riferimento alla norma (articolo 16-bis del Dpr n. 917/1986)
  • codice fiscale del beneficiario della detrazione
  • codice fiscale o numero di partita Iva del beneficiario del pagamento.

La sostituzione delle imposte, rientrando tra gli interventi di recupero del patrimonio edilizio, permette di optare in luogo della detrazione fiscale nella denuncia dei redditi, per due scelte alternative: cessione del credito o sconto in fattura.

Cosa significa? Invece dell’utilizzo diretto della detrazione spettante in sede di dichiarazione dei redditi, si può scegliere di ottenere un contributo di pari ammontare, sotto forma di sconto sul corrispettivo dovuto al fornitore che ha effettuato gli interventi.  Il fornitore, a sua volta, recupera il contributo anticipato come credito d’imposta, di importo pari alla detrazione spettante, e lo può cedere ad altri soggetti. In alternativa è possibile anche cedere il credito d’imposta, corrispondente alla detrazione spettante ai fornitori di beni e servizi necessari alla realizzazione degli interventi, altri soggetti (persone fisiche, anche esercenti attività di lavoro autonomo o d’impresa, società ed enti), istituti di credito e intermediari finanziari. La legge non prevede l’ulteriore cessione del credito, fatta salva la possibilità di due ulteriori cessioni solo se effettuate a favore di banche e intermediari finanziari iscritti all’albo e società appartenenti a un gruppo bancario iscritto all’albo nonché imprese di assicurazione autorizzate a operare in Italia. La scelta per la cessione del credito o lo sconto in fattura deve essere comunicata all’Agenzia delle entrate solo in via telematica, entro il 16 marzo dell’anno successivo a quello in cui sono state sostenute le spese che danno diritto alla detrazione, in tal caso la sostituzione delle imposte, utilizzando il modello che si trova sul sito delle Entrate.

Infine, dal punto di vista burocratico, si sottolinea che la sostituzione o rinnovamento di persiane, si considerano lavori di manutenzione ordinaria che non richiedono nemmeno la presentazione di una pratica in comune (D.I.A., Denuncia di Inizio Attività, o S.C.I.A., Segnalazione Certificata di Inizio Attività) ma si possono eseguire in regime di edilizia libera.

Nuove persiane e imposte

Per vedere le nuove proposte dei produttori leggi l’articolo:
Persiane, imposte, scuri tra protezione ed estetica

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