Umidità e condensa a pavimento, cause e soluzioni tecniche

Quando si abita sopra ad ambienti non riscaldati, come garage e cantine, se non sono stati effettuati lavori di coibentazione adeguati, si può presentare un problema di umidità.

Architetto Marcella Ottolenghi
A cura di Architetto Marcella Ottolenghi
Pubblicato il 26/06/2014Aggiornato il 26/06/2014
umidità e condensa

La condensa è uno dei problemi più frequenti negli edifici, sia datati sia di nuova costruzione, soprattutto se privi di una adeguata progettazione dell’involucro edilizio.

Cosa è la condensa da umidità

La condensa si manifesta come un velo d’acqua sulle superfici verticali e orizzontali, che diventa velocemente substrato per la formazione di muffa, quindi di odori sgradevoli e di possibile sensazione di umidità diffusa.

Il fenomeno è spesso sottovalutato e può derivare tanto da una cattiva ventilazione degli ambienti, quanto da errori costruttivi, legati sia alla scelta o alla posa errata di materiali isolanti non idonei sia alla presenza di ponti termici.

In particolare, negli appartamenti situati sopra a spazi freddi e non riscaldati – come garage, cantine o atrii aperti – la formazione di condensa lungo il perimetro del pavimento è un campanello d’allarme da non ignorare.

I giunti strutturali tra solaio ed elementi portanti verticali, quindi tra pavimento e pareti, sono infatti tra i punti più vulnerabili di un involucro edilizio, che, se non ben isolati termicamente, diventano superfici fredde su cui condensa l’umidità relativa presente nell’aria interna.

La soluzione non può essere improvvisata: occorre rivolgersi a un tecnico specializzato, che conduca una diagnosi accurata, con rilievi termografici e calcoli del punto di rugiada, al fine di predisporre gli interventi indispensabili a correggere il problema, mediante materiali adeguati, posati a regola d’arte e secondo la logica della continuità dell’isolamento. 

A partire dal problema “reale” di una lettrice che ci ha scritto quanto sotto, approfondiamo la questione della condensa a pavimento e individuiamo le possibili risoluzioni tecniche per eliminarla in modo definitivo:
“Abito in un appartamento al piano rialzato, sopra ai garage. D’inverno si formano delle goccioline di condensa lungo tutto il perimetro interno del pavimento. Vicino ai balconi è ancora peggio. Abbiamo eseguito alcuni lavori  – isolamento dei muri con un pannello di 4+1 cm di polistirene espanso, tagliando anche il pavimento affinché si creasse una interruzione del freddo – che però hanno risolto il problema solo a metà…”

Perché si forma la condensa

La condensa si origina quando l’umidità relativa dell’aria (vale a dire la percentuale di vapore acqueo in essa contenuto) entra in contatto con una superficie più fredda, trasformandosi in goccioline d’acqua. Ciò avviene quando la temperatura della superficie risulta inferiore al punto di rugiada, vale a dire il valore che fa condensare l’aria e che dipende dalla temperatura interna e dall’umidità relativa dell’aria stessa.

Nei mesi invernali, negli ambienti riscaldati, il rischio è elevato, soprattutto in presenza di ponti termici o in edifici con scarso ricambio d’aria. Una situazione ideale dovrebbe prevedere una temperatura interna di massimo 20 °C e valori di umidità relativa tra il 40% e il 60%, considerando inoltre una buona ventilazione naturale, soprattutto nei locali più umidi, come cucine e bagni.

Nel caso specifico, l’appartamento si trova sopra a un’autorimessa, quindi il solaio tra i garage e l’abitazione è un elemento strutturalmente freddo. Se non correttamente isolato, trasferisce il freddo verso il pavimento interno dell’abitazione, soprattutto lungo il perimetro, zona di giunzione tra gli elementi strutturali.

Le aree in prossimità di un balcone risultano ancora più vulnerabili, a causa della discontinuità generata dalla soletta aggettante non isolata.

Interventi eseguiti: perché non sono bastati

In questo caso è già stato effettuato un isolamento interno delle pareti con pannelli in EPS (polistirene espanso sinterizzato) da 4+1 cm, tagliando anche il pavimento per interrompere la trasmissione del freddo. Si tratta di un tentativo corretto, ma parziale e non risolutivo, per vari motivi:

  • lo spessore dell’isolante è insufficiente per compensare le dispersioni di un solaio non isolato inferiormente;
  • l’intervento è limitato alle pareti, mentre il solaio stesso continua a funzionare da dispersore di calore;
  • manca una barriera al vapore correttamente posizionata, elemento fondamentale in ambienti umidi e freddi;
  • i balconi non sono stati isolati, creando ulteriori criticità negli spigoli e nei nodi strutturali.

Soluzioni specifiche al problema della condensa da umidità

Nel caso specifico di condensa a pavimento, si possono prevedere delle azioni specifiche, in grado di risolvere definitivamente il problema. Bisogna però sottolineare che serve l’accesso ai garage sottostanti e il consenso del proprietario di tali unità, oltre che del condominio.

  • Isolamento del soffitto del garage

La soluzione più efficace e meno invasiva è intervenire sul lato freddo, ovvero posare un isolamento termico a soffitto dell’autorimessa, mediante pannelli di EPS (polistirene espanso) o XPS (polistirene estruso) ad alta densità oppure di lana minerale ad alta densità, se si desidera migliorare anche le prestazioni acustiche e la resistenza al fuoco.

I pannelli vanno posati con procedure certificate e devono garantire una performance isolante tale da portare la temperatura superficiale interna sopra al punto di rugiada (in genere sono necessari ≥ 6 cm di spessore).

  • Rifacimento del pavimento interno

Se non è possibile agire sulla superficie inferiore del solaio, si può intervenire internamente all’abitazione, rimuovendo rivestimento e sottofondo esistenti e rifacendo il pacchetto del pavimento con una stratigrafia corretta:

  • barriera al vapore (lato caldo);
  • strato isolante, dallo spessore adeguato;
  • sottofondo alleggerito con argilla espansa o cemento cellulare;
  • massetto e finitura superficiale.

Questa soluzione, più invasiva e costosa, consente di aumentare l’inerzia termica, migliorando il comfort abitativo e riducendo drasticamente i fenomeni di condensa.

  • Cappotto esterno e correzione dei ponti termici

Un ulteriore intervento possibile, per risolvere il problema della condensa, è la realizzazione di un cappotto esterno all’edificio, che comprenda però anche le solette aggettanti dei balconi, che vanno isolate con pannelli termici continui.

Ogni intervento deve comunque essere progettato da un tecnico abilitato, in grado di eseguire rilievi strumentali (con termocamera e termoigrometro) e di valutare spessore e densità del materiale isolante scelto, in funzione delle condizioni climatiche del luogo, della struttura architettonica, delle condizioni ambientali interne.

 

Di questo argomento, prima della sua prematura scomparsa, si è occupato per noi l’architetto Marco Zuttioni di Modourbano Architettura, http://www.modourbano.it, che desideriamo qui ricordare

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