Immobili obsoleti e ad alto consumo energetico: perché puntare sugli Smart Building

Oltre l’80% degli edifici italiani è vecchio e poco efficiente, con costi e emissioni alle stelle. Soluzione valida su cui puntare sono gli Smart Building che possono trasformare il patrimonio immobiliare, riducendo sprechi, inquinamento e spese energetiche per famiglie e imprese.

Alessandra Caparello
A cura di Alessandra Caparello
Pubblicato il 17/06/2025Aggiornato il 17/06/2025
condomini

La maggior parte degli edifici in Italia è molto datata: più di 8 su 10 sono stati costruiti prima del 1990 e circa l’80% appartiene alle classi energetiche più basse (sotto la classe D). Questo significa che consumano molta energia e sono poco efficienti.

A peggiorare la situazione, ci sono i dati sulle emissioni: nel 2021 il settore edilizio italiano ha prodotto circa 75,5 milioni di tonnellate di CO₂ equivalente. Se si continua con l’attuale ritmo, la completa decarbonizzazione del settore non arriverebbe prima del 2103, ben oltre l’obiettivo fissato dall’Unione Europea per il 2050, che richiede di scendere a 12,4 milioni di tonnellate.

Questo ritardo ha un impatto anche sui portafogli delle famiglie: dal 2015 a oggi, la spesa per elettricità e riscaldamento è aumentata del 31%, toccando i 54,2 miliardi di euro.

In questo contesto, diventa sempre più urgente puntare su edifici intelligenti e sostenibili: gli Smart Building, in grado di ridurre consumi, inquinamento e costi.

Cosa sono gli Smart Building?

Gli edifici intelligenti o Smart Building sono strutture in grado di “comunicare”. Al loro interno, sistemi come riscaldamento, raffrescamento, illuminazione, energia, impianto idraulico, sicurezza e controllo degli accessi sono tutti collegati in rete e interagiscono tra loro. Grazie a questa integrazione, è possibile gestire e monitorare ogni funzione anche da remoto.

Il cuore di questa tecnologia è costituito da sensori digitali che raccolgono dati in tempo reale – dai consumi energetici alle condizioni ambientali – e li elaborano tramite software avanzati. In questo modo, chi gestisce l’edificio può ottimizzare l’uso delle risorse, migliorando comfort e sicurezza, e intervenendo in modo tempestivo in caso di anomalie.

L’obiettivo finale degli smart building è chiaro: ridurre sprechi e consumi, migliorare l’efficienza energetica, contenere l’impatto ambientale e, allo stesso tempo, garantire risparmi economici e sostenibilità a lungo termine.

“L’efficientamento smart degli edifici più vetusti porterebbe a una riduzione del 29% dei consumi energetici e del 5% di quelli idrici, con un risparmio netto complessivo di 17-19 miliardi di euro” spiega Lorenzo Tavazzi, Senior Partner e Responsabile della Community Smart Building di TEHA Group*.  E per accelerare la diffusione degli Smart Building in Italia e promuovere lo sviluppo della relativa filiera, la Community ha raccolto le 7 proposte per accelerare la transizione sostenibile del parco immobiliare italiano.

Community Smart Building: sette proposte per accelerare la transizione energetica

Ecco nel dettaglio le sette proposte concrete per colmare il gap di competenze, promuovere strumenti finanziari innovativi, semplificare l’accesso agli incentivi e rafforzare la cooperazione fra pubblico e privato. 

  1. Sviluppare programmi di upskilling e reskilling – La diffusione degli Smart Building può generare benefici ambientali, economici e sociali e creare occupazione qualificata nell’edilizia, con circa 200mila nuovi posti di lavoro specializzati nel prossimo futuro. Tuttavia, nel 2023 sono state riscontrate difficoltà di reperimento per i nuovi addetti nel 57,6% delle nuove entrate nel settore edilizio, a causa della carenza di candidati e della loro preparazione inadeguata. Per colmare il gap di competenze, la Community Smart Building propone di sviluppare programmi di upskilling e reskilling in materia di Edifici Intelligenti a supporto di tutti gli operatori della filiera estesa, attraverso esperienze concrete e sul campo che prevedano il rilascio di attestati di qualifiche professionali riconosciute a livello nazionale ed europeo.
  2. Rafforzare la collaborazione con gli ITS – Le ITS Academy svolgono un ruolo fondamentale nella formazione delle competenze green e smart richieste dal settore. Grazie alla collaborazione tra istruzione e imprese, è possibile colmare il divario di competenze nel settore: tra il 2015 e il 2024, le ITS hanno formato 46.616 studenti attraverso oltre 1.800 percorsi, lavorando con 2.422 imprese e 226 associazioni di imprese. L’87% dei diplomati trova lavoro entro un anno, e il 93,8% in un’area coerente con il proprio percorso di studi.
  3. Potenziare i programmi formativi – La formazione è considerata la leva prioritaria per lo sviluppo del settore dal 65% degli operatori del settore. In questo senso, la Community Smart Building ha mappato i percorsi formativi necessari per le figure chiave della filiera degli Smart Building, includendo corsi universitari in Ingegneria Edile e Architettura Sostenibile, master in BIM, percorsi ITS su Efficienza Energetica e Sistema Casa, e programmi di Istruzione Professionale per manutenzione, assistenza tecnica e figure come Operatore Edile e Tecnico Elettrico. 
  4. Formazione obbligatoria per appalti pubblici – La Community propone di rendere obbligatoria la formazione per i grandi appalti pubblici di riqualificazione edilizia, introducendo una clausola che vincoli la partecipazione ai bandi al possesso di competenze specifiche in tema di riqualificazione smart. Questa misura garantirebbe standard elevati di professionalità, accelerando la transizione verso edifici più efficienti e tecnologicamente avanzati.
  5. Riformare gli incentivi e agevolare finanziamenti green – Per accelerare la diffusione degli Smart Building in Italia e promuovere lo sviluppo della filiera italiana, la Community Smart Building propone di riformare il sistema di incentivi, introducendo meccanismi proporzionali ai risparmi energetici effettivamente ottenuti e garantendone la stabilità fino al 2030, secondo principi di efficienza energetica e neutralità tecnologica. Parallelamente, serve agevolare l’accesso al credito, incentivando finanziamenti green per utenti finali sia nel settore residenziale che terziario, e promuovere strumenti finanziari alternativi, come gli Energy Performance Contract e il Partenariato Pubblico-Privato, per sostenere interventi di riqualificazione e innovazione.
  6. Introdurre il “Libretto della casa” – Tra le proposte della Community emerge l’introduzione di un “Libretto della casa”, strumento di certificazione volontaria pensato per documentare gli interventi effettuati negli edifici, sia di nuova costruzione che in ristrutturazione. Il libretto fornirebbe una mappatura dettagliata delle tecnologie smart installate, evidenziando i benefici ottenuti in termini di risparmio energetico e riduzione delle emissioni; inoltre, faciliterebbe l’accesso a incentivi e benefici fiscali, promuovendo trasparenza e sostenibilità. 
  7. Promuovere maggiore consapevolezza dei cittadini rispetto ai benefici degli Smart Building – L’accelerazione della transizione green e smart del parco immobiliare passa anche da una maggiore conoscenza e consapevolezza sui temi legati agli Smart Building, sia fra i cittadini sia fra le pubbliche amministrazioni. Su questo fronte, la Community propone di sviluppare iniziative a livello nazionale di comunicazione e sensibilizzazione rispetto ai benefici degli Smart Building per coinvolgere la cittadinanza attraverso tutti gli strumenti di comunicazione (radio, tv, social, podcast, ecc.). Allo stesso tempo, è fondamentale promuovere la collaborazione fra pubblico e privato, condividere best practice nazionali e internazionali relative a interventi di riqualificazione edilizia, e aumentare la consapevolezza della PA sugli incentivi disponibili come il Conto Termico 3.0, e sugli strumenti a supporto della riqualificazione del patrimonio immobiliare pubblico, come gli Energy Performance Contract.

 

* La Community Smart Building di TEHA Group è un  Think Tank privato e indipendente in Italia.

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