Rinnovare la facciata della casa con le piante rampicanti fiorite

Nel periodo estivo, più che in altri, apprezziamo i rampicanti che resistono al pieno sole e che sono capaci di mascherare egregiamente un muro, per esempio quello della facciata della nostra casa, conferendo personalità e bellezza.

Redazione
A cura di “La Redazione”
Pubblicato il 23/07/2014 Aggiornato il 23/07/2014
Rinnovare la facciata della casa con le piante rampicanti fiorite
Rosa Banksia Lutea

Per mascherare un brutto muro di cemento nulla è meglio di una pianta rampicante. Tuttavia sono ancora poco utilizzate nel giardinaggio italiano per ragioni diverse ma riconducibili a due motivi di base. Il primo è il pregiudizio legato al fatto che si crede che i rampicanti rovinino le pareti con le loro radici avventizie. In realtà le radici avventizie, quando presenti, sono degli organi aggrappanti e non sono deputate all’assorbimento attivo, cioè non si spingono verso l’interno alla ricerca di acqua e nutrienti come fanno quelle poste nel terreno ma utilizzano il supporto solo come cammino verso la luce. Poi si pensa che i rampicanti sul muro portino freddo e umidità durante le stagioni invernali favorendo infiltrazioni e comparsa di muffe all’interno. Anche quest’idea va sfatata: durante l’inverno i rampicanti spoglianti non possono portare danno se non nei punti di contatto fra fusti e muro dove l’acqua piovana resta più a lungo a contatto della parete prima di scorrere via. Tuttavia anche in questi punti, le foglie sono disposte in modo non da raccogliere acqua o indirizzarla all’interno della chioma, ma piuttosto per farla sgrondare verso il terreno dove la pianta potrà assorbirla.

La monotonia? Basta diversificare

Nella maggior parte dei casi chi impianta una rampicante, usa una sola specie: così accade che non si riesca a ricoprire un’intera facciata, da terra a cielo e che il risultato sia un po’ monotono. In realtà i rampicanti possono essere combinati fra loro proprio come se si trattasse di un’aiuola dove però sviluppiamo solo due dimensioni, altezza e larghezza, con la possibilità di intrecciare e sovrapporre le diverse piante.

Il progetto per una facciata con piante rampicanti fiorite

Quello che vi proponiamo è un piccolo progetto per coprire la facciata di una casa, ma può essere usato anche su un brutto muro alto tre-quattro metri, raggiungendo il duplice scopo di semplice copertura e di ricreare un arazzo di colori.

Possiamo distinguere tre livelli di sviluppo:

facciata di casa con rampicanti: rose, thunbergia, begonie, glicine, clematis, edera

Basso: occupato da una rosa rampicante (rosa Mermaid 1) rifiorente ad altezza contenuta; da un rampicante da fiore annuale (noi abbiamo scelto una Thunbergia 2) che potrà essere cambiato nel tempo e dall’edera (3). Intermedio: per raggiungere un’altezza media usiamo la clematis (4) e la campis o bignonia (5). Alto: per coprire la parte alta del muro, ricorriamo a una rosa uniflorale Rosa Banksia Lutea (6) di grande sviluppo e a un glicine (7).

 

Fiori per un’intera stagione

Lo spettacolo delle fioriture dovrebbe seguire questo schema:

  • da maggio: sbocciano il glicine e la rosa Banksia in leggera successione ma con un periodo di compresenza,
  • a seguire la Clematis,
  • da fine maggio l’altra rosa rifiorente Mermaid, l’annuale e la campis che rimarrà fiorita per tutta l’estate,
  • da settembre si assiste allo sviluppo dell’edera, alla possibile rifiorenza delle clematidi a doppio ciclo, anche se meno intenso.

 Le rose

Rosa Mermaid, ibrido di Rosa Bracteata, dotata di grande vigoria, dai grandi fiori semplici color giallo, fra il limone ed il pastello dai toni caldi e profumo delicato, che raggiungono i 10 cm di diametro. Molto rifiorente non sopporta le potature drastiche. Chi preferisce il colore rosa potrà sostituirla con Pink Mermaid: rosa botanica, simile nella forma e nella struttura alla gialla Mermaid, ma con fiori rosa intenso di diametro di circa 6 cm.

Rosa Banksia Lutea di colore giallo, a fiore doppio, che fiorisce una sola volta nell’anno, a inizio del mese di maggio, produce una quantità di fiori tali da ricoprirsi interamente di una cortina dorata dando vita a uno spettacolo unico, ma difficilmente eguagliabile. Rosa robusta, di grande sviluppo può essere allevata fino ad un’altezza pari a tre piani di una casa. Quindi vegeterà nella parte alta, da due metri in su, se allevata a fontana nell’angolo della casa, per aprirsi sulla facciata.

Il grande glicine per una fioritura spettacolare

Il glicine, Wisteria sinensis, è spesso protagonista assoluto e solitario di una facciata delle vecchie case, utilizzato spesso nel passato per fare pergole con strutture in ferro anche rinforzate per dare maggiore sostegno man mano che l’importanza e il peso della pianta aumenta. Prima di porre a dimora un glicine dovete progettare fin dall’inizio quale sarà il suo sviluppo nel tempo. Oltre a farlo crescere in altezza si dovrà pensare a uno sviluppo orizzontale con l’aiuto di tiranti metallici posti a circa 50 cm uno dall’altro, oppure come di solito avviene in corrispondenza di ogni piano a livello dei balconi o sopra di essi. La messa a dimora, primavera o autunno, deve essere fatta a una certa distanza, da un minimo di 30 cm, fino a 60, perché non vada a premere contro le fondazione e abbia spazio per raggiungere gli strati profondi. Deve essere indirizzato subito in direzione del fabbricato così che vada “a cercare il muro” su cui arrampicarsi, inglobando una gran quantità di sostanza organica nella buca d’impianto. Interessante la varietà di Wisteria sinensis Prolific per il bel gioco di chiari e di scuri all’interno dei singoli fiori che rende l’infiorescenza meno vistosa ma di certo elegante.

La clematide montana, precoce e resistente

Nel nostro progetto la clematis disegna una linea leggera, una sorta di festone colorato che può, a seconda della varietà scelta, può accompagnarsi o contrastare con la fioritura del vicino glicine. Clematis montana, a foglia caduca e rampicante, è originaria delle montagne dell’Himalaya, introdotta in Europa come pianta da giardino nel 1831. I fiori di colore rosa carico, talvolta vinati, sono grandi, fino a 5 o più cm di diametro, solitari, e formati da quattro sepali. Le foglie sono di colore verde con sfumature bronzo sono composte da tre segmenti lanceolati a margine dentato, portate da piccioli verde porpora. Come tutte le clematis desidera il piede all’ombra e la testa al sole, quindi è necessario proteggere il piede così da mantenerlo fresco d’estate e al riparo del freddo d’inverno. Per meglio resistere al freddo dell’inverno si protegge il piede rincalzandolo con terreno e pacciamando con letame maturo. Preferisce terreni con un buon contenuto in sostanza organica. Non sono indicati i terreni troppo sciolti o sabbiosi perché asciugano con troppa facilità. Evitare potature generalizzate che eliminino i rami dell’anno precedente perché è su questi che si formano i fiori.

L’edera: solo se adatta al sole

In genere la maggior parte delle edere, genere Hedera, è da mezz’ombra, quindi per una facciata al sole la scelta è limitata. Le edere da pieno sole sono poche, hanno foglie grandi e di colore marcato. Le foglie portate sui rami sterili che non produrranno fiori, di solito nella parte basale della pianta, hanno la caratteristica forma lobata. Le foglie portate sui rami fertili, di solito nella parte terminale o meglio esposta della pianta, hanno forma romboidale a spigoli smussati, di solito intere. Il colore è chiaro nelle foglie giovani e diventa più scuro durante la crescita mettendo in risalto venature. Ricordate che per quanto versatili le edere hanno bisogno di terra profonda e acqua. Per limitarle potrete potarle in qualsiasi periodo dell’anno, ma almeno una volta ogni sei mesi ripulite accuratamente la vegetazione interna dal secco. Nel nostro progetto l’edera porterà, con le sue infiorescenze globose di colore chiaro, una nota di leggerezza quando già si pensa all’autunno e con le bacche scure un elemento di pregio valorizzato ancor più dalla neve.

Thumbergia alata: un’annuale per poter cambiare

Per diversificare ogni anno il colore della facciata, proponiamo di piantare anche un’annuale rampicante: noi abbiamo scelto Thumbergia alata, quella più classica, famosa con il nome popolare di “Susanna dagli occhi neri” per il contrasto di colore esistente fra le corolle arancioni e la gola scura. I fiori delle Thunbergie rampicanti erbacee hanno corolla tubulosa con cinque lobi terminali espansi, grandi ed appiattiti, di forma rotondeggiante. Possono essere scambiati facilmente, ad un’osservazione frettolosa, come singoli petali, ma si può notare come la separazione fra uno e l’altro sia solo parziale. Sono fiori grandi, circa 5 cm di diametro, solitari, portati all’ascella delle foglie. La fioritura inizia nel mese di giugno per protrarsi fino a settembre e anche oltre se le condizioni climatiche restano stabili con caratteristiche estive, come spesso è accaduto negli ultimi anni. T. alata raggiunge un’altezza di 3 metri se fatta crescere su appositi sostegni che consentano alla pianta di svilupparsi verso l’alto ma senza la possibilità di arrampicarsi su un graticcio così alto, fatta crescere su una struttura di modeste dimensioni crea, ricadendo, un effetto a cespuglio perdendo il suo aspetto allungato e rampicante. Posta a fianco dell’ingresso perché ha bisogno più delle altre di essere curata con bagnature regolari ma non troppo abbondanti, e per esaltare la sua fioritura insolita.

Fioritura continua per tutta l’estate: bignonia

Pianta di incredibile vigore, Campis radicans, chiamata comunemente bignonia, se posta in condizioni ottimali raggiunge un’altezza di 10 metri anche se spesso, dopo un tratto verticale, è coltivata a cordone in orizzontale come una vite. Nel nostro progetto si dovrà espandere nella parte centrale della facciata, dove sporgendo farà anche una sorta di tettoia sopra l’ingresso. Si tratta di una specie lianosa che invecchiando forma un tronco avvolto a spirale molto robusto. I nuovi tralci si accrescono con grande rapidità e ogni anno possono allungarsi ben più di un metro. Le foglie sono sempreverdi, ma nei climi con inverni freddi la pianta tende a spogliarsi, almeno parzialmente. Si tratta di foglie, lunghe fino a 15 cm, opposte e composte caratterizzate dalla presenza di un viticcio terminale ramificato dotato di piccole ventose capace di consentire alla pianta una buona presa su eventuali supporti. La fioritura avviene sui germogli laterali ed è per questa ragione che a primavera si accorciano i rami danneggiati nell’inverno e quelli di maggiori dimensioni così da promuovere la formazione e la crescita di nuova vegetazione. I rami si accorciano, a seconda della sezione, ad una lunghezza di 30-90 cm. È la mancanza di una corretta manutenzione nel tempo che porta le bignonie vecchie, con oltre venti anni di età, ad essere piante sparute e poco fiorifere. Lo stesso accade per le piante lasciate crescere troppo in altezza tanto da essere difficilmente raggiungibili. Per mantenere ed esaltare l’aspetto decorativo della bignonia non si deve temere di utilizzare a primavera le cesoie: solo una pianta matura, ma con vegetazione fresca e nuova potrà coprirsi di fiori.

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