Riforma tariffe elettriche

Il 1° gennaio 2016 è partita la riforma delle tariffe elettriche che si concluderà il 1° gennaio 2018 e che coinvolgerà 30 milioni di famiglie italiane. Ecco nei dettagli i cambiamenti

Redazione
A cura di “La Redazione”
Pubblicato il 01/01/2017 Aggiornato il 01/01/2017
Riforma tariffe elettriche

È partita il 1° gennaio 2016 e terminerà il 1° gennaio del 2018 la riforma delle tariffe elettriche che coinvolge 30 milioni di famiglie italiane. Ma in cosa consiste questa riforma? Che cosa comporta per le bollette di casa?

Il nostro paese ha avviato la riforma delle tariffe dell’energia elettrica con l’obiettivo di sostenere la diffusione di consumi efficienti, con l’obiettivo di garantire che quello che oggi si paga sia equo e realmente commisurato ai consumi e al tempo stesso semplificando la bolletta. Ad attuare la riforma l’AEEG, l’Autorità per l’energia elettrica e il gas, come previsto con la legge n. 96 del 2013 e il decreto legislativo 4 luglio 2014, n. 102 che recepiscono la Direttiva europea 2012/27/Ue sull’efficienza energetica. Tale direttiva in particolare prevede il superamento della struttura progressiva della tariffa per il trasporto di energia e la gestione del contatore degli oneri di sistema. La tariffa per il trasporto di energia riguarda quella parte dei costi della bolletta che vengono pagati per i servizi per misurare e far arrivare direttamente nella casa l’energia elettrica, mentre gli oneri di sistema sono quei costi che si pagano nella bolletta per sostenere attività di interesse generale per il sistema elettrico e che rappresentano circa il 40% della bolletta di casa. Per tale tariffa e gli oneri di sistema è stata introdotta circa quarant’anni fa una struttura progressiva che significa applicare un costo unitario del kWh che cresce per scaglioni all’aumentare dei prelievi di energia. In sostanza con tale tariffa progressiva significa che il prezzo unitario del kWh aumenta al crescere di consumi totali, quindi si paga l’energia in modo più che proporzionale rispetto ai consumi anche se il costo per produrre e trasportare un kWh di energia è sempre costante. Tale sistema venne introdotto negli anni settanta a seguito degli shock petroliferi e chi consumava di più, a parità di costi per il servizio, pagava anche qualcosa in più di chi consumava di meno, come i single o chi viveva poco in casa.

La riforma avviata il 1° gennaio di quest’anno e che si concluderà nel 2018 prevede il superamento di questa struttura progressiva permettendo così ad ogni utente di pagare in modo più equo per i servizi che utilizza, pagando l’esatto corrispettivo per il servizio utilizzato. In tal modo l’obiettivo è ottenere una tariffa lineare che sia più equa e più aderente ai costi dei servizi forniti dal sistema elettrico. Le famiglie con la riforma delle tariffe elettriche andranno a pagare così un corrispettivo meglio commisurato al servizio che utilizzano e più aderente ai costi effettivi. Con la riforma delle tariffe inoltre si potranno usare più liberamente apparecchi elettrici efficienti come ad esempio le pompe di calore per riscaldare casa. Fino all’anno scorso infatti l’uso di tali apparecchiature era frenato dagli eccessivi costi di utilizzo visto che la tariffa applicata era quella progressiva. Quando invece entrerà in vigore la riforma, visto che le tariffe saranno più aderenti ai reali costi, si potrà più liberamente scegliere se usare la pompa di calore ad alta efficienza senza essere penalizzati dai costi.

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