Prato: la manutenzione estiva

Prima del grande caldo, dobbiamo verificare che il prato sia irrigato in modo uniforme su tutta la superficie, che l’acqua sia abbondante e arrivi in profondità fino all’apparato radicale.

Redazione
A cura di “La Redazione”
Pubblicato il 24/06/2016 Aggiornato il 24/06/2016
prato estivo

La manutenzione estiva del prato varia molto secondo le condizioni climatiche. Fino al termine di giugno la crescita sana e vigorosa del prato è promossa dai tagli regolari. Le difficoltà maggiori si incontreranno tra luglio e agosto, i mesi più caldi della stagione e spesso i meno piovosi: è a questi che è necessario prepararsi. Con l’aumento delle temperature aumenta anche l’esigenza di acqua da parte del terreno; in base all’andamento delle precipitazioni si dovrà decidere il comportamento da tenere nei confronti del prato. Ecco come affrontare le irrigazioni e altre problematiche che occorre tenere sotto controllo: il feltro residuo sul prato dopo i tagli e le erbe infestanti in particolare.

INGIALLIMENTO PRECOCE

Questo fenomeno è sintomatico di uno sviluppo superficiale dell’apparato radicale del cotico erboso. Un apparato superficiale vede le radici attecchire solo nel primo strato di terreno, quello che immediatamente si surriscalda e secca in caso di elevate temperature e scarsa umidità. Non potendo le radici accedere alle risorse idriche più profonde, entreranno in uno stato di sofferenza. L’acqua che non è subito assorbita andrà persa negli strati profondi e non sarà più disponibile se non per quella minima parte interessata dalla risalita capillare.

Come evitarlo
A stimolare lo sviluppo superficiale dell’apparato radicale del cotico è un’errata tecnica di irrigazione. Bagnare poco e spesso è inefficace e stimola uno sviluppo selettivo delle radici in tal senso. Bisogna fare in modo che l’acqua penetri nel terreno e sia disponibile non solamente in superficie. Ci deve ricordare inoltre di bagnare manualmente quelle piccole zone che non sono raggiunte dall’impianto automatico, se installato, magari con acqua di recupero, come quella di lavaggio delle verdure.

IL FELTRO

Si tratta di uno strato formato dai residui invernali delle piante e/o dagli sfalci prodotti dai ripetuti tagli che non sono stati raccolti meticolosamente. Rappresenta un impedimento agli scambi fra il terreno e l’ambiente esterno; non solo rallenta quelli gassosi, l’evapotraspirazione e la risalita d’acqua per capillarità, ma ostacola anche l’assorbimento di acqua da parte del terreno. Ne assorbe infatti una parte come se fosse una spugna, e la trattiene, per poi cederla all’atmosfera appena il sole raggiunge il prato. Si risolve così. 

Per rimuovere il feltro presente, occorre passare più volte sull’erba un rastrello a denti larghi

Per rimuovere il feltro presente, occorre passare più volte sull’erba un rastrello a denti larghi. Soprattutto dopo ogni taglio perché aiuta a rimuovere i detriti più piccoli, quelli sfuggiti al cestello raccoglitore.

LE MALERBE

I semi delle malerbe, in particolare delle infestanti estive, vengono spesso veicolati dal vento, dai mezzi che usiamo per i lavori in giardino, o dalle acque di irrigazione. L’aumento delle bagnature, unito alle alte temperature estive, crea l’ambiente favorevole per la veloce proliferazione delle erbacce che formano cespi invasivi. Così, oltre a conferire un aspetto disordinato al prato, tolgono sostanze nutritive importanti e provocano la morte dell’erba. Si eliminano così. 

eliminare malerbe in estate


In estate occorre intensificare la lotta alle malerbe procedendo a un accurato diserbo manuale (con un coltellino affilato o lo specifico attrezzo, per arrivare alle radici), anche delle piantine più piccole. Se le lasciamo crescere ora, ad agosto il prato sarà fermo e asfittico, mentre le infestanti mostreranno un tasso di crescita elevatissimo grazie agli apparati radicali estesi e profondi.

RINFOLTIRE L’ERBA RADA

Nel giardino domestico può succedere che l’erba si consumi in alcuni punti più di altri a causa del continuo passaggio di persone e animali oppure per malattie, siccità o altri fenomeni atmosferici. La soluzione è il rinfoltimento.

Come procedere
È necessario tagliare l’erba esistente rovinata posizionando la lama del rasaerba alla più bassa altezza possibile senza che tocchi il terreno. Quindi rastrellare con cura lo sfalcio ed eventuali altri detriti depositati sul manto. Si deve poi bucare il terreno in più punti con un arieggiatore e mettere manualmente a dimora nuovi semi facendo attenzione che entrino in contatto diretto con la terra.

Giusta umidità
Se si esegue quest’operazione in un ambiente molto caldo, per evitare che il terreno secchi senza consentire una corretta germinazione, si può spargere un leggero strato di terriccio sopra il manto riseminato e mantenerlo costantemente umido.
Se la stagione dovesse essere piovosa, è necessario assicurarsi che non si creino pericolosi ristagni idrici: la marcescenza delle sementi sarebbe altrimenti assicurata. In caso si formino pozze che faticano a riassorbirsi, versare uno strato di sabbia.

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