La principale novità consisterà nel calcolo della rendita catastale: in base ai metri quadrati dell’immobile e non più in base al numero di vani. Il valore patrimoniale sarà dunque determinato a partire dai valori di mercato al metro quadrato per tipologia immobiliare, attraverso un algoritmo frutto di metodologie scientifiche espresse a livello nazionale, generato da una serie di coefficienti: le scale, l’anno di costruzione, il piano, l’esposizione, il riscontro d’aria, l’affaccio, l’ascensore o meno, il riscaldamento centrale o autonomo (quest’ultimo abbassa il valore), lo stato di manutenzione. La rendita catastale sarà determinata attraverso metodologie non dissimili a quelle usate per il valore, ma basate sul quello locativo annuo espresso al metro quadrato, cui si applicherà una riduzione derivante dalle spese. La riforma conferisce maggiori poteri ai Comuni, che svolgeranno funzioni di revisione degli estimi e del classamento. Dal canto suo, il Governo dovrà presentare ogni anno un report con i risultati ottenuti e l’indicazione delle strategie di contrasto per combattere l’evasione.
Riforma del catasto: che cosa cambierà
In arrivo la riforma del catasto: un algoritmo per calcolare il valore patrimoniale, mentre la rendita catastale sarà determinata in metri quadrati.

A cura di “La Redazione”
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