Tasse casa: a dicembre scade il saldo 2019 di Imu e Tasi

Entro il 16 dicembre si deve pagare il saldo dovuto per il 2019 sia dell'Imu che della Tasi mentre è in discussione la possibilità che dal prossimo anno arrivi la nuova Imu che incorpora la Tasi.

Alessandra Caparello
A cura di Alessandra Caparello
Pubblicato il 12/11/2019 Aggiornato il 12/11/2019
Tasse casa: a dicembre scade il saldo 2019 di Imu e Tasi

Il prossimo 16 dicembre è l’ultimo giorno utile per pagare il saldo dell’Imu e della Tasi dovute per il 2019. Sono tenuti al versamento i proprietari di prime case, intese come abitazione principale, che rientrano nelle categorie catastali di lusso o di pregio (A1, A8 e A9) e di seconde case, indipendentemente dalla categoria catastale.

Saldo imu e tasi: quando non si paga

L’Imu e la Tasi, il tributo comunale sui servizi indivisibili, quindi non sono dovute se l’abitazione principale rientra nella categoria catastale:

  • A2 civile abitazione
  • A3 abitazioni di tipo economico
  • A4 abitazioni di tipo popolare
  • A5 abitazioni di tipo ultrapopolare
  • A6 abitazioni di tipo rurale
  • A7 abitazioni in villini.

La Tasi però a differenza dell’Imu si applica non solo ai proprietari ma anche ai detentori degli immobili, quindi ad esempio agli inquilini. Questi ultimi però pagano solo se l’immobile concesso in locazione venga adibito ad abitazione principale e sia di categoria catastale A1, A8 e A9. In tal caso l’inquilino paga una quota di imposta compresa tra il 10 e il 30% a seconda di quanto deciso dal proprio Comune, mentre la restante parte è a carico del proprietario.

Imu e Tasi: come si calcolano

Le regole per il calcolo dell’Imu e della Tasi sono le medesime: in primo luogo va individuata la base imponibile che è data dalla rendita catastale dell’immobile rivalutata del 5%. Al valore ottenuto si devono moltiplicare dei coefficienti previsti per legge che sono:

  • 160 per le abitazioni di tipo: signorile, civile, economico, popolari, ultrapopolari, rurali, villini, ville, castelli, palazzi di eminenti pregi artistici o storici, alloggi tipici dei luoghi (categoria catastale da A/1 a A/11 – escluso A/10)
  • 80 per uffici o studi privati (categoria A10)
  • 140 per collegi e convitti, case di cura e ospedali non a scopo di lucro, prigioni e riformatori, uffici pubblici, scuole e laboratori, biblioteche, musei, gallerie, accademie, circoli (categoria catastale da b1 a b8)
  • 55 per negozi e botteghe (categoria catastale c1)

Al valore ottenuto moltiplicando la rendita catastale rivalutata del 5% per il coefficiente previsto per legge si applicano poi le aliquote previste dai Comuni che devono essere pubblicare in un’apposita sezione del sito del Ministero delle finanze. Il calcolo della seconda rata, in scadenza il 16 dicembre prossimo, dovrà essere effettuato a partire dalle nuove aliquote deliberate dai Comuni o da quelle fissate l’anno scorso e non aggiornate entro il 31 maggio del 2019.

Dal 2020 nuova Imu?

La scadenza del 16 dicembre per il saldo dell’Imu e della Tasi con queste regole potrebbe essere l’ultima visto che nella manovra di bilancio 2020, in fase di approvazione, potrebbe entrate la cosiddetta nuova Imu che incorpora la Tasi. Rimane l’esenzione per la prima casa che non sia di lusso o di pregio. Se invece l’immobile rientra nelle categorie catastali A1, A8 e A9, l’aliquota base potrebbe passare dal 7,6 all’8,6 per mille. E i sindaci potranno aumentarla fino ad un massimo del 10,6 per mille. Inoltre nel 2020, i Comuni che già hanno adottato l’aliquota massima possono decidere un ulteriore aumento fino all’11,4 per mille.

 

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