Nuova IMU e Tari: possibile sconto del 20% se si paga con domiciliazione bancaria

Un emendamento al Decreto rilancio in via di conversione in legge, approvato dalla Commissione Bilancio, ha previsto la possibilità per i Comuni di prevedere uno sconto delle aliquote e delle tariffe delle entrate tributarie e patrimoniali, a condizione che chi paga utilizzi la domiciliazione bancaria.

Alessandra Caparello
A cura di Alessandra Caparello
Pubblicato il 02/07/2020 Aggiornato il 02/07/2020
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Novità in arrivo per quanto riguarda l’imu. La Commissione bilancio alla Camera in sede di conversione in legge del Decreto Rilancio ha approvato un emendamento che riguarda le tasse. In particolare si offre la possibilità ai Comuni di prevedere uno sconto fino al 20% delle aliquote e delle tariffe delle entrate tributarie e patrimoniali, come ad esempio la nuova IMU e la Tari, a condizione che chi paga utilizzi la domiciliazione bancaria, vale a dire l’addebito direttamente sul proprio conto corrente.

L’emendamento approvato, a prima firma Massimo Garavaglia, si intitola “Premio a chi paga” e lascia un margine di manovra fiscale agli enti territoriali che possono scegliere di applicare lo sconto con una “propria delibera”. Quindi in sostanza sono i Comuni che avranno la possibilità di scegliere se applicare o meno la novità. Il provvedimento ancora non è stato approvato. Si tratterebbe di una grossa novità che se fosse approvata in via definitiva potrebbe  alleggerire il carico fiscale dei contribuenti.

Sconti IMU e Tari: quando sono previsti

Lo sconto del 20% sull’IMU e sulla Tari con addebito diretto sul conto corrente andrebbe ad aggiungersi alle varie tipologie di riduzioni oggi previste dalla legge. Ad esempio si ricorda che, in merito all’IMU, è previsto una riduzione della base imponibile del 50% in caso di immobile concesso in comodato d’uso gratuito a un parente di primo grado in linea retta (quindi a un genitore o a un figlio). Occorre però rispettare una serie di condizioni per usufruire di questi benefici  che sono:

  • L’immobile deve essere adibito ad abitazione principale
  • L’immobile non deve appartenere a una delle categorie catastali cd di lusso (A/1, A/8, A/9)
  • Il contratto deve essere regolarmente registrato (se il contratto è scritto, la registrazione è obbligatoria entro 20 giorni dalla data dell’atto con imposta fissa pari a 200 euro; mentre per i contratti verbali si deve presentare la richiesta di registrazione con il modello 69 dell’Agenzia delle Entrate specificando nella tipologia dell’atto: Contratto verbale di comodato).

Il comodante inoltre deve possedere un solo immobile in Italia oltre all’abitazione principale non di lusso sita nel territorio in cui è ubicato l’immobile concesso in comodato, deve risiedere e avere la sua dimora abituale nello stesso Comune in cui l’immobile è concesso in comodato e infine deve presentare la dichiarazione IMU che attesti il possesso dei requisiti.

Per quanto riguarda la Tari, la tassa sui rifiuti, a livello locale poi i singoli Comuni possono decidere fattispecie di riduzione, ad esempio in caso di abitazioni con un unico occupante, di locali adibiti ad uso stagionale e discontinuo e  abitazioni occupate da cittadini che risiedono per più di sei messi all’anno all’estero e per i fabbricati rurali ad uso abitativo. Ulteriori sconti sulla tassa rifiuti sono previsti anche da alcuni Comuni a favore dei cittadini che smaltiscono una parte dei rifiuti in proprio o che abbiano realizzato sistemi di compostaggio domestico.

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