Ravvedimento operoso per pagare le tasse in ritardo

I contribuenti “distratti” che non hanno pagate le tasse dovute entro le scadenze previste per legge possono rimediarvi con il ravvedimento operoso. Ecco cosa prevede.

Redazione
A cura di “La Redazione”
Pubblicato il 09/08/2015 Aggiornato il 05/09/2015
domande sulla figura del notaio

Per chi ha dimenticato di pagare le tasse o ha sbagliato ad effettuare il versamento il Fisco concede una nuova chance per regolarizzare la propria posizione. Stiamo parlando del cosiddetto ravvedimento operoso che è stato oggetto di importanti novità con la Legge di Stabilità, in vigore dal 1 gennaio 2015. Cerchiamo di capire cosa significa e come funziona il ravvedimento operoso per pagare in ritardo le tasse.

Il ravvedimento è l’istituto con cui è possibile regolarizzare versamenti di imposte omessi o insufficienti e altre irregolarità fiscali, beneficiando della riduzione delle sanzioni (articolo 13 Decreto Legislativo n. 472 del 1997). Tutti i contribuenti che non hanno pagato le tasse e i tributi locali entro le scadenze previste dalla legge possono sfruttare il ravvedimento operoso e pagare in ritardo, a condizione che non siano stati già notificati gli atti di liquidazione e di accertamento. Ma cosa significa usare il ravvedimento per pagare le tasse in ritardo? In sostanza errori, omissioni e versamenti carenti possono essere regolarizzati eseguendo spontaneamente il pagamento dell’imposta dovuta, insieme agli interessi, calcolati al tasso legale annuo dal giorno in cui il versamento avrebbe dovuto essere effettuato a quello in cui viene effettivamente eseguito e alla sanzione che viene applicata in misura ridotta.

In particolare dal 1 gennaio 2015, la sanzione ridotta è pari:

  • al 2% se il pagamento avviene entro quattordici giorni successivi alla scadenza
  • al 3% nei casi di mancato pagamento del tributo o di un acconto, se esso viene eseguito entro 30 giorni
  • a 1/9 del minimo se la regolarizzazione degli errori e delle omissioni avviene entro 90 giorni dall’omissione o dall’errore
  • a 1/8 del minimo, se la regolarizzazione degli errori e delle omissioni avviene entro un anno dall’omissione o dall’errore
  • a 1/7 del minimo, se la regolarizzazione degli errori e delle omissioni avviene entro due anni dall’omissione o dall’errore
  • a 1/6 del minimo, se la regolarizzazione degli errori e delle omissioni avviene oltre due anni dall’omissione o dall’errore
  • a 1/5 del minimo se la regolarizzazione degli errori e delle omissioni avviene dopo la constatazione della violazione
  • a 1/10 del minimo di quella prevista per l’omissione della presentazione della dichiarazione relativa al tributo, se questa viene presentata con ritardo non superiore a novanta giorni.

Per pagare l’imposta in ritardo, insieme agli interessi e alle sanzioni, si utilizza:

  • il modello f24, per le imposte sui redditi, le relative imposte sostitutive, l’Iva, l’Irap
  • il modello F23, per l’imposta di registro e gli altri tributi indiretti
  • il mod. F24 Elide per tributi, sanzioni e interessi, connessi alla registrazione dei contratti di locazione e affitto di beni immobili

 

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