Fisco: nuovo Isee in vigore dal 1 gennaio 2015

Ai fini del rilascio dell’Isee, l’Indicatore della situazione economica equivalente, dal prossimo anno entrano in vigore criteri più stringenti per calcolare i redditi delle famiglie.

Redazione
A cura di “La Redazione”
Pubblicato il 24/11/2014 Aggiornato il 24/11/2014
Fisco: nuovo Isee in vigore dal 1 gennaio 2015

Dal 1 gennaio 2015 cambia l’Isee, l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente della famiglia che serve per richiedere alcune prestazioni assistenziali come l’assegno familiare, la social card, la riduzione della retta dell’asilo nido, l’iscrizione all’Università o la quota per pagare le case di cura degli anziani. È stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 17 novembre 2014, il decreto del Ministero del lavoro e delle politiche sociali (D.M. 7 novembre 2014) che introduce dal prossimo anno il nuovo Isee, insieme al modello della DSU, la dichiarazione sostitutiva Unica.
Al fine di stanare i soggetti che si dichiarano poveri, beneficiando di numerose prestazioni assistenziali, dal prossimo anno cambieranno i criteri per il calcolo dei redditi e del patrimonio familiare da indicare nell’Isee. Per individuare la situazione economica delle famiglie, verranno presi in considerazione non solo i classici redditi soggetti all’Irpef ( l’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche), ma anche tutte quelle entrate che sono esenti da tassazione e finora escluse dal calcolo. Così entreranno ad esempio gli assegni familiari percepiti, le borse di studio e tutte le forme di sostegno alle famiglie previste dallo Stato e dai singoli Comuni di cui fruisce la famiglia. La casa avrà un peso maggiore, perché considerata ai fini imu. Se però il contribuente sta pagando ancora un mutuo sulla casa, il debito residuo del finanziamento verrà sottratto dal valore dell’immobile, facendo così scendere l’importo dell’immobile. Si terrà conto anche delle rendite di affitto soggette alla cedolare secca e delle prestazioni previdenziali come le indennità di accompagnamento o gli assegni sociali. Assumeranno più rilievo inoltre beni di lusso, come ad esempio barche e moto di grossa cilindrata. Non verranno considerati gli assegni corrisposti al coniuge in seguito a separazione o divorzio, destinati al mantenimento del coniuge e dei figli. Ovviamente nel calcolo del nuovo Indicatore si terrà sempre conto della presenza all’interno del nucleo familiare di figli, anche quelli disabili, minori e portatori di handicap. L’indicatore che risulta sommando redditi e patrimonio verrà diviso per un coefficiente che tiene conto del numero dei componenti della famiglia: così ad esempio per due coniugi con un figlio a carico, l’Isee verrà diviso per il coefficiente 2,04 ovvero 2,46 se gli stessi coniugi hanno invece due figli. Per chi perde il lavoro nel corso dell’anno, sarà sempre possibile aggiornare la propria situazione economica presentando una dichiarazione particolare per ottenere l’Isee corrente.

Per avere l’Isee il contribuente dovrà recarsi presso il Caf e compilare la cosiddetta Dsu, ossia la Dichiarazione sostitutiva unica. In essa, il contribuente è chiamato a fornire solo informazioni che il Fisco non conosce, mentre quelle note come ad esempio i redditi e il patrimonio immobiliare, vengono comunicate all’INPS dall’Anagrafe Tributaria. Una volta compilata, la Dsu sarà trasmessa entro 4 giorni lavorativi in via telematica al sistema informativo dell’Isee, gestito dall’Inps. Spetta poi allo stesso Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, entro altri 4 giorni lavorativi, calcolare l’Indicatore della situazione economica equivalente, sulla base delle informazioni raccolte con il modello Dsu e consegnare al cittadino l’Isee definitivo.

Come avviene la consegna? Il contribuente può indicare un proprio indirizzo Pec (posta elettronica certificata) oppure può scaricare l’Indicatore direttamente on line dal sito dell’Inps, dotati di PIN dispositivo ovvero si può dare mandato di ritiro al proprio Caf, attraverso una delega specifica.

 

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