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Chi è proprietario di un immobile e lo concede in locazione ad uso abitativo deve pagare le imposte sui redditi percepiti dai contratti d’affitto. Si può tuttavia fruire di un regime fiscale agevolato che prende il nome di cedolare secca sugli affitti.
Cedolare secca: che cos’è
La cedolare secca è un regime facoltativo che consiste nel pagare un’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle relative addizionali. Possono optare per tale regime i proprietari di immobili concessi in locazione che appartengono alle categorie catastali da A1 ad A11 (esclusa la categoria A10, uffici e studi privati). Il locatore può optare per la cedolare secca al momento in cui registra il contratto di locazione o anche nelle annualità successiva. L’opzione al regime della cedolare secca dura per l’intero periodo di durata del contratto ma il locatore può revocare tale opzione entro 30 giorni dalla scadenza dell’annualità precedente, utilizzando il modello RLI che si trova gratuitamente sul sito dell’Agenzia delle Entrate. Questo vale per i contratti che necessitano di registrazione. Per gli altri che non prevedono l’obbligo di registrazione, come nel caso delle locazione brevi di durata non superiore a 30 giorni, il locatore può applicare la cedolare secca direttamente in sede di dichiarazione dei redditi. Quando il locatore decide di avvalersi della cedolare deve comunicarlo all’inquilino preventivamente, inviandogli una lettera raccomandata.
Cedolare secca: a che cosa serve
Scegliendo la cedolare secca il locatore paga un’imposta sostitutiva che si calcola applicando un’aliquota del 21% sul canone di locazione annuo stabilito dalle parti. L’aliquota è ridotta al 15% per i contratti di locazione a canone concordato relativi ad abitazioni ubicate:
- nei Comuni con carenze di disponibilità abitative (articolo 1, lettera a) e b) del dl 551/1988). Si tratta, in pratica, dei comuni di Bari, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino e Venezia e dei comuni confinanti con gli stessi nonché gli altri comuni capoluogo di provincia
- nei Comuni ad alta tensione abitativa (individuati dal Cipe).
Dal 2014 e fino al 2017 tale aliquota è stata ulteriormente ridotta al 10% e trova applicazione anche per i contratti di locazione stipulati nei comuni per i quali è stato deliberato, nei 5 anni precedenti il 28 maggio 2014 lo stato di emergenza a seguito del verificarsi di eventi calamitosi.
Cedolare secca: i vantaggi per il locatore e il conduttore
Ovviamente il vantaggio principale per il locatore che sceglie la cedolare è quello di pagare un’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle relative addizionali, nonché l’esenzione dal pagamento dell’imposta di bollo e di quella di registro. Dal canto suo invece l’inquilino potrà pagare, per tutta la durata in cui è esercitata l’opzione alla cedolare, un canone di locazione più basso visto che scegliendo il regime agevolato il locatore rinuncia alla facoltà di chiedere l’aggiornamento del canone di locazione anche se previsto nel contratto.