Bonus mobili: tutto quello che c’è da sapere

Mentre si annuncia la proroga a tutto il 2016 degli incentivi per chi ristruttura casa, ecco una mini guida completa sul bonus mobili, la detrazione fiscale per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici.

Redazione
A cura di “La Redazione”
Pubblicato il 18/09/2015 Aggiornato il 18/09/2015
Bonus mobili: tutto quello che c’è da sapere

Ristrutturare casa (o anche renderla più efficiente dal punto di vista energetico) conviene grazie agli sconti fiscali previsti fino al 31 dicembre di quest’anno, anche se si parla di una proroga a tutto il 2016. Parliamo della detrazione Irpef al 50% per chi ristruttura casa, di quella al 65% per chi esegue interventi di risparmio energetico e del cosiddetto bonus mobili. Per usufruire di quest’ultimo è necessario che gli arredi siano destinati a un immobile sottoposto a ristrutturazione.

La detrazione per lavori di ristrutturazione consiste nella possibilità di detrarre dall’Irpef (l’imposta sul reddito delle persone fisiche) una parte degli oneri sostenuti per ristrutturare le abitazioni e le parti comuni degli edifici residenziali situati nel territorio dello Stato. In particolare, i contribuenti possono usufruire della detrazione al 50% delle spese sostenute (bonifici effettuati) dal 26 giugno 2012 (la detrazione era pari al 36% delle spese sostenute, fino a un ammontare complessivo delle stesse non superiore a 48.000 euro per unità immobiliare; tuttavia, per le spese effettuate dal 26 giugno 2012 al 30 giugno 2013, il decreto legge n. 83/2012 ha elevato al 50% la misura della detrazione e a 96.000 euro l’importo massimo di spesa ammessa al beneficio) al 31 dicembre 2015, con un limite massimo di 96.000 euro per ciascuna unità immobiliare.

La legge di stabilità 2015  ha prorogato al 31 dicembre 2015, nella misura del 65%, la detrazione fiscale per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici come la riduzione del fabbisogno energetico per il riscaldamento,  il miglioramento termico dell’edificio (coibentazioni – pavimenti – finestre, comprensive di infissi ), l’installazione di pannelli solari, la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale a cui si aggiungono, fino al 31 dicembre di quest’anno, l’acquisto e la posa in opera delle schermature solari (fino a un valore massimo della detrazione di 60.000 euro) e di impianti di climatizzazione invernale dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili (fino a un valore massimo della detrazione di 30.000 euro).

Ebbene nella prossima Legge di Stabilità si punta a inserire una proroga di tutti questi incentivi fiscali sulla casa per il 2016, con una loro possibile estensione. In particolare, la detrazione fiscale per lavori di risparmio energetico potrebbe estendersi agli alloggi popolari finora esclusi dai benefici fiscali e dall’altra il bonus mobili potrebbe essere ampliato anche a chi va a vivere in affitto e non solo a chi è proprietario dell’immobile oggetto di lavori di ristrutturazione.

Soffermandoci sul bonus mobili, esso è una detrazione fiscale prevista per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici di classe non inferiore alla A+ (A per i forni), finalizzati all’arredo di immobili oggetto di ristrutturazione.

Si fruisce del bonus indicando le spese sostenute nella dichiarazione dei redditi, il modello 730. La detrazione ha misura pari al 50% e deve essere ripartita in 10 quote annuali e calcolata su un ammontare massimo di 10mila euro per ogni unità immobiliare.

Presupposto principale per avere la detrazione è effettuare un intervento di recupero del patrimonio edilizio ossia gli interventi di manutenzione ordinaria, interventi di manutenzione straordinaria, ristrutturazione edilizia, restauro e risanamento conservativo, ricostruzione o ripristino di un immobile danneggiato da eventi calamitosi (se è stato dichiarato lo stato di emergenza).

 

Interventi di manutenzione ordinaria

Danno diritto a godere del bonus mobili gli interventi di manutenzione ordinaria solo se realizzati su parti comuni di edifici residenziali come le scale, i portoni d’ingresso, i vestiboli, i portici, tutte le parti dell’edificio necessarie all’uso comune, i locali per la portineria, l’alloggio del portiere, ecc.  Sono esempi di lavori di manutenzione ordinaria le opere di riparazione di grondaie, mura di cinta, cancelli o portoni, rinnovamento e sostituzione delle finiture degli edifici, tinteggiatura di pareti, soffitti, infissi interni ed esterni, rifacimento di intonaci interni, verniciatura delle porte dei garage. Questi interventi danno diritto al bonus mobili solo se realizzati sulle parti comuni di edifici. In questo casi sono i condòmini che possono fruire, ciascuno per la sua quota, della detrazione fiscale, ma i mobili e i grandi elettrodomestici acquistati devono servire per arredare non il singolo appartamento del condomino, bensì la parte comune dell’edificio oggetto dell’intervento.

Gli interventi di manutenzione ordinaria che vengono realizzati su singoli appartamenti non danno diritto al bonus mobili. Così ad esempio la tinteggiatura delle pareti, la sostituzione dei pavimenti o il rifacimento degli intonaci di un singolo appartamento sono lavori di manutenzione ordinaria che non danno diritto alla detrazione al 50% per la ristrutturazione e al relativo bonus mobili. Tuttavia se il singolo intervento sull’appartamento fa parte di un lavori più vasto di ristrutturazione o di manutenzione straordinaria, si può fruire della detrazione per ristrutturazione e quindi del bonus mobili. Così ad esempio realizzare nuovi muri divisori in casa comporta inevitabilmente rifare gli intonaci e tinteggiare le pareti: i singoli interventi di manutenzione ordinaria rientrano in quello straordinario (realizzazione mura divisorie), per cui si ha diritto alla detrazione Irpef al 50% per la ristrutturazione e al bonus mobili.

 

Interventi di manutenzione straordinaria

I lavori di manutenzione straordinaria, sia su singoli appartamenti sia su parti comuni di edifici residenziali, danno diritto al bonus mobili. Sono lavori di manutenzione straordinaria ad esempio le opere e modifiche necessarie per rinnovare e sostituire parti anche strutturali degli edifici, la realizzazione o l’integrazione di servizi igienico/sanitari e tecnologici, il frazionamento o l’accorpamento delle unità immobiliari con esecuzione di opere, anche se comportano la variazione delle superfici delle singole unità immobiliari nonché del carico urbanistico, a condizione che non sia modificata la volumetria complessiva degli edifici e si mantenga l’originaria destinazione d’uso.

 

Ristrutturazione edilizia

Rientrano negli interventi che danno diritto al bonus mobili anche quelli di ristrutturazione edilizia, realizzati sia su singoli appartamenti che su parti comuni di edifici residenziali che sono rivolti a trasformare un fabbricato mediante un insieme di opere che possono portare a un fabbricato del tutto o in parte diverso dal precedente. Ad esempio la demolizione e fedele ricostruzione dell’immobile, la modifica della facciata, la realizzazione di una mansarda o di un balcone o l’apertura di nuove porte e finestre.

 

Restauro e risanamento conservativo

Il bonus mobili è previsto anche per gli interventi di restauro e risanamento conservativo, intendendo per tali le opere finalizzate a conservare l’immobile e assicurarne la funzionalità. Sono esempi di interventi di restauro e risanamento conservativo gli interventi mirati all’eliminazione e alla prevenzione di situazioni di degrado e l’adeguamento delle altezze dei solai nel rispetto delle volumetrie esistenti.

Si precisa che per fruire della detrazione fiscale per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici è necessario che la data di inizio dei lavori di ristrutturazione sia anteriore a quella in cui sono sostenute le spese per l’arredo e tale data deve essere comprovata da eventuali abilitazioni amministrative o dalla comunicazione preventiva all’Asl se questa è obbligatoria.

 

Il bonus mobili è fruibile per l’acquisto di mobili come cucine, letti, armadi, cassettiere, comodini, librerie, scrivanie, tavoli, sedie, divani, poltrone, letti e apparecchi da illuminazione (lampade da tavolo, abat jour, lampade da terra, lampadari, lampade a sospensione, da soffitto, appliques). Devono essere nuovi e come tale è escluso dal bonus l’acquisto di mobili usati, vintage e di antiquariato, mentre si possono acquistare con il bonus anche i mobili eseguiti su misura dal falegname. 

Sono scaricabili nella dichiarazione dei redditi con il bonus mobili anche le spese sostenute per il trasporto e il montaggio dei beni acquistati. 

Il bonus è previsto anche per l’acquisto di grandi elettrodomestici come frigoriferi, congelatori, lavatrici, asciugatrici, lavastoviglie, forni elettrici e a gas, cappe aspiranti per la cucina. Devono essere nuovi e rientranti nella classe energetica A+ o superiore (quindi dotati di etichetta energetica), ad eccezione dei forni che possono essere in classe A. Da quest’anno per i forni elettrici sono previste le classi energetiche A+, A++ e A+++ e viene resa obbligatoria la stessa etichettatura anche per forni a gas e cappe da cucina, che finora potevano esserne sprovvisti. 

Sono esclusi dal bonus mobili i televisori, aspirapolveri, scope elettriche, ferri da stiro e anche porte, pavimentazioni ( parquet, ceramica, cotto, gres porcellanato, PVC, marmo, granito, ecc), tende e complementi d’arredo ( cornici, oggettistica, ecc).

Per avere la detrazione sugli acquisti di mobili e di grandi elettrodomestici occorre effettuare i pagamenti con bonifici bancari o postali, sui quali va indicato:

  • la causale del versamento (è quella attualmente utilizzata da banche e Poste Spa per i bonifici relativi ai lavori di ristrutturazione)
  • il codice fiscale del beneficiario della detrazione
  • il numero di partita Iva o il codice fiscale del soggetto a favore del quale il bonifico è effettuato.

Al momento del pagamento del bonifico, banche e Poste Italiane Spa devono operare una ritenuta a titolo di acconto dell’imposta sul reddito dovuta dall’impresa che effettua i lavori che dal 1 gennaio 2015 è pari all’8%.

E’ consentito effettuare il pagamento anche mediante carte di credito o carte di debito. La data di pagamento è individuata nel giorno di utilizzo della carta da parte del titolare (indicata nella ricevuta di transazione) e non nel giorno di addebito sul conto corrente. Non è consentito, invece, effettuare il pagamento mediante assegni bancari, contanti o altri mezzi di pagamento.

Se i lavori di ristrutturazione sono stati pagati da una società finanziaria che ha concesso un finanziamento al contribuente, quest’ultimo potrà ugualmente richiedere il bonus mobili a condizione che la società che concede il finanziamento paghi l’impresa che ha eseguito i lavori con bonifico bancario o postale da cui risultino tutti i dati previsti dalla legge (causale del versamento con indicazione degli estremi della norma agevolativa, codice fiscale del soggetto per conto del quale è eseguito il pagamento, numero di partita Iva del soggetto a favore del quale il bonifico è effettuato) e che il contribuente sia in possesso della ricevuta del bonifico effettuato dalla società finanziaria al fornitore della prestazione.

I documenti che è necessario conservare sono:

  • la ricevuta del bonifico
  • la ricevuta di avvenuta transazione (per i pagamenti con carta di credito o di debito)
  • la  documentazione di addebito sul conto corrente
  • le fatture di acquisto dei beni, riportanti la natura, la qualità e la quantità dei beni e dei servizi acquisiti
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