Bonus per stufe e camini: prorogati gli incentivi anche per il 2023

Chi decide di acquistare una stufa o un camino a pellet o a legna può fruire di alcune agevolazioni o detrazioni fiscali: ecco quali sono.

Alessandra Caparello
A cura di Alessandra Caparello
Pubblicato il 20/02/2023 Aggiornato il 23/02/2023
Bonus per stufe e camini: prorogati gli incentivi anche per il 2023

Caminetti, stufa a legna o a pellet sono soluzioni ideali per riscaldare casa che permettono di ottenere notevoli risparmi sulla bolletta finale grazie alle migliori prestazioni energetiche dell’immobile. Ma non solo.

Acquistando una stufa o un camino è possibile, a determinate condizioni, recuperare una bella fetta della spesa  grazie alle detrazioni fiscali. Bonus Casa, Ecobonus, Superbonus ma anche i contributi del Conto Termico, vediamo quali sono gli incentivi fiscali per i generatori di calore a biomassa, comunemente a legna o pellet.

Generatori di calore a biomassa: cosa sono

In primo luogo occorre chiarire cosa significa generatore a biomasse. La normativa nazionale, recependo quella europea, ha definito la biomassa come la parte biodegradabile dei prodotti, rifiuti e residui provenienti dall’agricoltura (comprendente sostanze vegetali e animali) e dalla silvicoltura e dalle industrie connesse, compresa la pesca e l’acquacoltura, gli sfalci e le potature provenienti dal verde urbano nonché la parte biodegradabile dei rifiuti industriali e urbani. Le biomasse possono essere utilizzate per alimentare impianti che generano elettricità o calore, quindi possono essere destinate a quegli impianti che permettono il riscaldamento o la produzione di acqua calda sanitaria come per l’appunto stufe e termocamini. I combustibili prevalentemente utilizzati sono le biomasse legnose come la legna da ardere in ciocchi, legno sminuzzato e il pellet.

Stufe e camini con il Bonus ristrutturazione al 50%

Il Bonus Ristrutturazione al 50% fino al 31 dicembre 2024 è una delle detrazioni più comuni e facili da ottenere per le stufe a legna o a pellet e i caminetti. L’acquisto della stufa, insieme all’ installazione, inclusa la realizzazione o il rifacimento della canna fumaria e la prima accensione rientrano nell’agevolazione che consiste nella possibilità di detrarre dall’Irpef dovuta il 50% delle spese in dieci quote annuali di pari importo.

Come si ottiene? Basta acquistare una stufa, un caminetto o una caldaia che abbia la certificazione ambientale pari a 4 stelle nel caso di sostituzione di un generatore a biomassa esistente e 5 stelle in tutti gli altri casi. L’opera deve essere eseguita da un installatore qualificato che deve rilasciare la Dichiarazione di Conformità e l’integrazione del libretto d’impianto, come previsto dalla normativa vigente.

Occorre inoltre pagare la spesa con apposito “bonifico parlante”, in cui nella causale siano specificati:

  • riferimento normativo, ovvero: Bonifico per detrazioni previsto per la ristrutturazione edilizia – riferimento della fattura;
  • Codice Fiscale del richiedente;
  • numero di P. Iva o CF titolare dell’azienda che effettua i lavori e a cui è quindi intestato il bonifico.

Sia che si tratti di una nuova installazione sia che la stufa rappresenti la sostituzione di un impianto esistente, la condizione per avere il bonus casa al 50% senza ristrutturazione è il rendimento superiore al 70%.

Stufa a pellet e bonus mobili

L’acquisto di una stufa a pellet può  avvenire anche con il bonus mobili, la detrazione Irpef del 50% per l’acquisto di mobili nuovi e di grandi elettrodomestici (questi ultimi di classe non inferiore alla classe A per i forni, alla classe E per le lavatrici, le lavasciugatrici e le lavastoviglie, alla classe F per i frigoriferi e i congelatori), destinati ad arredare un immobile oggetto di interventi di recupero del patrimonio edilizio. La detrazione fiscale è fruibile fino al 31 dicembre 2024.

Indipendentemente dall’importo delle spese sostenute per i lavori di recupero del patrimonio edilizio, la detrazione del 50% va calcolata su un importo massimo di 10.000 euro per l’anno 2022, 8.000 euro per il 2023 e 5.000 euro per il 2024 (il limite era pari a 16.000 euro per gli acquisti effettuati nel 2021) riferito, complessivamente, alle spese sostenute per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici. La detrazione deve essere ripartita tra gli aventi diritto in dieci quote annuali di pari importo.

Il bonus mobili è riconosciuto ai contribuenti che usufruiscono della detrazione Irpef prevista dall’art. 16-bis del Tuir, il bonus casa al 50%, per aver realizzato alcuni degli interventi di recupero del patrimonio edilizio. Per beneficiarne è necessario che l’intervento sia riconducibile almeno alla manutenzione straordinaria. Nella categoria “manutenzione straordinaria” rientrano anche gli interventi finalizzati all’utilizzo di fonti rinnovabili di energia, quale l’installazione di una stufa a pellet.

 

Stufa Flow di MCZ

Stufa Flow di MCZ

Ecobonus per stufe e camini

L’acquisto di un camino e stufa a legna o pellet può rientrare anche nel cosiddetto Ecobonus, che permette di recuperare il 50 o il 65% dell’investimento, a seconda dell’intervento effettuato.

In particolare, la detrazione per le stufe (e anche per caminetti e caldaie):

  • è pari al 50% per interventi di riqualificazione energetica del solo impianto di riscaldamento;
  • è pari al 65% nel caso di riqualificazione energetica globale dell’edificio ed in relazione ad un progetto complessivo di lavoro sull’intero immobile (involucro ed impianto). per l’acquisto della stufa stessa.

Le spese detraibili anche per l’Ecobonus sono l’acquisto e l’installazione della stufa stessa, ma anche tutte le spese correlate come la produzione della documentazione tecnica necessaria, direzione dei lavori, opere idrauliche e murarie necessarie per l’installazione, ecc.

Per avere l’ecobonus fino al 31 dicembre 2024 occorre acquistare una stufa, caminetto o caldaia che abbia rendimento superiore o uguale all’85% e che abbia inoltre la certificazione ambientale pari a 4 stelle nel caso di sostituzione di un generatore a biomassa esistente e 5 stelle nel caso di nuova installazione.

E’ necessario anche ottenere l’asseverazione di un tecnico abilitato o dichiarazione resa dal direttore dei lavori, che consente di dimostrare che l’intervento realizzato è conforme ai requisiti tecnici richiesti.

Nel caso di richiesta della detrazione al 65%, è necessario anche ottenere un attestato di prestazione energetica (APE) e diversi altri documenti relativi alla riqualificazione “globale” dell’unità abitativa ben specificati nell’apposito vademecum ENEA. Inoltre il lavoro deve essere realizzato da un installatore abilitato che deve rilasciare la Dichiarazione di Conformità, e l’integrazione del libretto d’impianto, come previsto dalla normativa vigente.

Occorre poi effettuare il pagamento con un apposito “bonifico parlante”, dal quale risultino le causali del versamento con l’indicazione della normativa di riferimento (L. 296/2006), il codice fiscale del contribuente e il codice fiscale o la Partita IVA di chi ha eseguito i lavori. Entro 90 giorni  a partire dalla data di ultimazione dei lavori o del collaudo occorre effettuare le comunicazioni previste a ENEA attraverso l’apposito sito internet.

Per avere lo sconto dal punto di vista pratico, basterà indicare i dati catastali dell’immobile su cui si interviene nella dichiarazione dei redditi che compila il commercialista o il Caf, consegnando a questi le ricevute del bonifico effettuato e le dichiarazioni di conformità della stufa o camino installato.

Superbonus, secondo regole stringenti

I prodotti a pellet e legna possono rientrare nella maxi detrazione  agevolazione, però secondo regole molto stringenti.

Gli impianti a biomassa possono rientrare nel Superbonus come interventi trainanti solo nel caso quindi vengano agganciati alla sostituzione dell’impianto di climatizzazione invernale con caldaia a biomassa a prestazioni emissive elevate (5 stelle).

Nel 2023 l’aliquota della maxi detrazione è al 90% e non più al 110%. La riduzione non si applica ai condomìni quando:

  • l’assemblea ha deliberato i lavori entro il 18 novembre 2022 e la Cilas (o la richiesta del titolo abilitativo) viene presentata entro il 31 dicembre 2022;
  • l’assemblea ha deliberato i lavori tra il 19 e il 24 novembre 2022 e la Cilas (o la richiesta del titolo abilitativo) è stata presentata entro il 25 novembre 2022;
  • la richiesta del titolo abilitativo per gli interventi di demolizione e ricostruzione viene presentata entro il 31 dicembre 2022.

L’aliquota al 110% rimane anche nel 2023 in caso di edifici da 2 a 4 unità immobiliari con unico proprietario o in comproprietà tra più soggetti se la CILAS è stata presentata entro il 25 novembre 2022 e il titolo abilitativo, relativo ad un intervento di demolizione e ricostruzione, viene richiesto entro il 31 dicembre 2022. Infine, gli immobili unifamiliari su cui al 30 settembre 2022 siano stati effettuati lavori per almeno il 30% dell’intervento complessivo, potranno continuare a fruire del superbonus con aliquota al 110% fino al 31 marzo 2023.

Novità su cessione credito e sconto in fattura

Fino al 2022, chi fruiva dell’ecobonus o del Superbonus poteva ottenere – in luogo della detrazione direttamente nella dichiarazione dei redditi – la cessione del credito o lo sconto in fattura.

A metà febbraio 2023, il Governo ha deciso lo stop alla cessione del credito e allo sconto in fattura per i lavori nuovi.  La novità arriva dal decreto legge n. 11 del 16 febbraio 2023 che ha stabilito nell’immediato lo stop totale allo sconto in fattura e cessione del credito per i nuovi interventi edilizi, per cui l’unica strada da percorrere è quella delle classiche detrazioni fiscali nella denuncia dei redditi. La stretta non si applica ai lavori già avviati.

Al momento si stanno però cercando soluzioni alternative tra cui quella di prevedere il meccanismo della cessione del credito solo nel caso di lavori edili legati a interventi post sisma e di soggetti a basso reddito.

Conto Termico, un incentivo

Il Conto Termico è un contributo che incentiva la sostituzione di apparecchi inquinanti e obsoleti con nuovi prodotti, che utilizzino fonti rinnovabili e che rispondano ai previsti requisiti di emissioni e rendimenti.

Non si tratta di una detrazione, ma di un contributo diretto, accreditato direttamente sul conto corrente in meno di due mesi (o in 2 anni per contributi sopra i 5000 euro) concesso nel caso in cui la stufa a pellet venga installata per sostituire impianti di riscaldamento già esistenti, inquinanti ed obsoleti.

In particolare, il Conto Termico finanzia la sostituzione di impianti alimentati a:

  • Gasolio
  • Olio combustibile
  • Carbone
  • Biomassa (pellet, legna o cippato)

Il contributo del Conto Termico varia in base ad alcune caratteristiche della stufa acquistata (potenza ed emissioni) in funzione della fascia climatica in cui sarà installata.

Così per una stufa a pellet di qualità, installata in aree fredde, il contributo può arrivare fino ai 2.300 euro (coprendo comunque fino ad un massimo del 65% delle spese totali sostenute) e viene erogato in un’unica soluzione, dopo appena due mesi dall’approvazione della domanda. Per un caminetto a legna il contributo può arrivare fino a 1800 euro. Per la caldaia a pellet il contributo può arrivare fino a 7.800 euro.

Possono richiedere il contributo del Conto Termico chiunque acquisti una stufa a pellet in sostituzione di un vecchio apparecchio.

In particolare occorre acquistare una stufa a pellet che possieda il certificato ambientale secondo DM 186/2017 e la Dichiarazione di Conformità al Conto Termico. Questa dichiarazione, scaricabile dal sito internet del produttore o direttamente nel catalogo del GSE, certifica che la stufa risponde agli standard qualitativi previsti dal Conto Termico.

È necessario poi effettuare il pagamento con un apposito “bonifico parlante”, bancario o postale, in cui nella causale siano specificati:

  •  riferimento normativo, ovvero Bonifico per contributo Conto Termico DM 16/02/2016;
  • riferimento della fattura;
  •  Codice Fiscale del richiedente;
  • Numero di P. Iva o CF titolare dell’azienda che effettua i lavori e a cui è quindi intestato il bonifico.

La richiesta deve arrivare online al sito del GSE, entro 60 giorni dalla data di conclusione dell’intervento, presentando tutti i documenti richiesti tra i quali è inclusa la certificazione di smaltimento del vecchio apparecchio, che di solito viene fornita direttamente dall’installatore.

Quale agevolazione scegliere?

Nel caso di sostituzione di un impianto esistente (alimentati a gasolio, olio combustibile, carbone, legna o pellet), il contributo più facile e veloce da ottenere è sicuramente il Conto Termico.

Nel caso di nuova installazione,  è più facile ottenere il Bonus Casa e quindi una detrazione del 50% ripartita in 10 anni sulle spese sostenute. Se invece sono previsti anche altri lavori di adeguamento energetico dell’edificio, è possibile ottenere forme di detrazione fiscale più vantaggiose, quali Ecobonus e Superbonus, ma sempre valutando bene tutti gli adempimenti necessari.

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