“Chiedere i permessi” per le pratiche edilizie: Scia, Cila… approfondiamo i titoli abilitativi

In gergo colloquiale si parla di "chiedere i permessi"; in modo più tecnico si fa menzione di titoli abilitativi per vari lavori edilizi. Facciamo un breve riepilogo sulle regole burocratiche da seguire per avviare lavori in casa.

Redazione
A cura di “La Redazione”
Pubblicato il 24/07/2017 Aggiornato il 24/07/2017
Scia

Le normative cambiano e si resta affezionati ai vecchi nomi con cui si chiamavano le cose. Ma la legge non ammette ignoranza e chi deve ristrutturare o fare lavori edilizi di diverso tipo deve conoscere quale iter essi richiedano, anche per rivolgersi al professionista giusto.

Per demolire un tramezzo nel proprio appartamento si deve presentare una SCIA oppure basta una semplice comunicazione al Comune? L’estrema complessità delle norme in edilizia rende spesso difficile comprendere le procedure da seguire caso per caso ed effettuare un lavoro nella propria abitazione può mettere alla prova la pazienza dei cittadini che si trovano dinanzi a pratiche burocratiche che si configurano come un vero e proprio percorso ad ostacoli.  Regole, moduli, documentazione da presentare cambiano a seconda della Regione o del Comune; spesso devono rivolgersi ad amministrazioni diverse per la stessa pratica.

Ed è qui che interviene il decreto legge Madia (d.l. n. 222 del 2016), dal nome del ministro per la funzione pubblica che l’ha redatto che introduce un pacchetto di misure volte alla semplificazione e a garantire a cittadini e imprese certezze sulle regole da seguire per avviare un lavoro in casa, con tempi certi e un unico sportello a cui rivolgersi.

Il decreto  riporta l’elenco degli interventi edilizi e per ciascuno di essi indica quale tipo di pratica occorre presentare oppure se si tratta di un’attività libera che non richiede alcun adempimento. C’è da sottolineare che è stata eliminata la comunicazione di inizio lavori (CIL) e gli interventi per cui era prevista tale comunicazione al Comune oggi sono considerati liberi. Le Regioni e i Comuni sono tenuti ad adeguarsi alle nuove norme entro il 30 giugno 2017.

Ecco nel dettaglio quali titoli abilitativi servono per gli interventi edilizi più comuni:

  • Manutenzione ordinaria (interventi che riguardano opere di riparazione, rinnovamento e sostituzione delle finiture e quelle necessarie ad integrare o mantenere in efficienza gli impianti tecnologici esistenti: non occorre alcun titolo essendo attività di edilizia libera
  • Manutenzione straordinaria pesante (interventi edilizi per conservare l’edificio e assicurarne la funzionalità quali il consolidamento, il ripristino e il rinnovo degli elementi costitutivi dell’edificio): SCIA
  • Manutenzione straordinaria leggera (sono intese le opere necessarie a sostituire parti di edifici non alterando però la volumetria complessiva degli edifici e senza che vi siano mutamenti urbanisticamente rilevanti delle destinazioni d’uso): occorre la CILA
  • Ristrutturazione edilizia semplice o leggera (sono tali le opere quali il ripristino o la sostituzione di alcuni elementi costitutivi dell’edificio, l’emissione e la modifica di nuovi elementi ed impianti a patto che non si aumenti il volume complessivo, non si modifichi la sagoma di edifici vincolati, non vi siano mutamenti d’uso): attività libera
  • Ristrutturazione pesante che porti ad un organismo edilizio in tutto o in parte diverso dal precedente e che comporti modifiche della volumetria complessiva degli edifici: in tal caso occorre la Scia
  • Restauro e risanamento conservativo leggero (sono compresi interventi di ripristino e rinnovo degli elementi costitutivi dell’edificio, l’inserimento degli elementi accessori e degli impianti richiesti dalle esigenze dell’uso): CILA
  • Installazione di pompe di calore di potenza termina utile nominale inferiore a 12 kw: attività edilizia libera
  • Eliminazione delle barriere architettoniche che non comportino la realizzazione di ascensori esterni ovvero di manufatti che alterino la sagoma dell’edificio: attività libera.
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