Mutui per comprare casa: continuano i tassi bassi

La tanto temuta inversione del trend sui tassi dei prestiti per la casa non è ancora avvenuta e anzi tarderà ad arrivare. Ma non solo i tassi non sono saliti, ma hanno anche raggiunto una percentuale più bassa del minimo.

Alessandra Caparello
A cura di Alessandra Caparello
Pubblicato il 29/11/2017 Aggiornato il 29/11/2017
Mutui per comprare casa: continuano i tassi bassi

Per chi desidera comprare casa il momento è quello giusto visto che i tassi rimarranno bassi ancora per un po’ di tempo. Questo perché il mercato dei mutui è legato alle decisioni della Banca centrale europea che ha prolungato la sua politica  accomodante di altri nove mesi, cosa che impatta sul mercato immobiliare e sui mutui.

Il tasso di interesse, elemento caratterizzante il mutuo, è determinato in base a parametri fissati sui mercati monetari e finanziari ai quali l’intermediario aggiunge una maggiorazione, detta spread, che rappresenta la differenza tra il parametro di riferimento e il tasso effettivamente applicato. Di solito il parametro di riferimento per il tasso fisso è l’Eurirs mentre per il tasso variabile i parametri di riferimento sono l’Euribor oppure il tasso ufficiale fissato dalla Banca Centrale Europea.

Così la tanto temuta inversione del trend sui tassi dei prestiti per la casa non è ancora avvenuta e anzi tarderà ad arrivare. Ma non solo i tassi non sono saliti, ma hanno anche raggiunto lo scorso mese una percentuale più bassa del minimo registrato durante il 2016. Secondo quanto rende noto l’ABI (Associazione Bancaria Italiana) a settembre il costo dei mutui – sintetizzato dall’andamento dei tassi fissi e variabili e influenzato anche dalla variazione della composizione fra le erogazioni in base alla tipologia di prestito – è risultato pari all’1,97%, contro il 2,05% fatto segnare nello stesso periodo dello scorso anno (era il 2,11% ad agosto 2017 e 5,72% a dicembre 2007).

Sul totale di quanto erogato dalle banche, i due terzi dei mutui sono a tasso fisso.  L’indagine quindi conferma che il tasso fisso resta il prodotto più gettonato, con l’81,7% delle erogazioni nel corso del terzo trimestre, circa l’8% in più rispetto allo scorso anno. Sono ancora molti i mutuatari che preferiscono affidarsi alla rata fissa, visto che le migliori offerte si attestano sotto il 2%.

Tasso fisso o variabile: quali differenze?

Quando si decide di contrarre mutuo l’elemento più importante  è proprio il tasso di interesse, generalmente distinto in fisso e variabile. È importante valutare vantaggi e svantaggi del tipo di tasso alla luce della propria situazione economica e delle condizioni del mercato, considerando i loro possibili sviluppi nel tempo.

Il tasso di interesse fisso è così chiamato perché resta quello fissato dal contratto per tutta la durata del mutuo. Il tasso fisso è consigliato a chi teme che i tassi di mercato possano crescere e fin dal momento della firma del contratto vuole essere certo degli importi delle singole rate e dell’ammontare complessivo del debito da restituire. A fronte di questo vantaggio l’intermediario spesso applica condizioni più onerose rispetto al mutuo a tasso variabile Lo svantaggio quindi è non poter sfruttare eventuali riduzioni dei tassi di mercato che dovessero verificarsi nel tempo.

Il tasso di interesse variabile invece può variare a scadenze prestabilite rispetto al tasso di partenza perché segue le oscillazioni di un parametro di riferimento, di solito stabilito sui mercati monetari e finanziari. Il rischio principale è un aumento dell’importo delle rate. È bene aver presente che l’effetto di un rialzo dei tassi ha un impatto più rilevante sui mutui con scadenza più lunga. A parità di durata, i tassi variabili all’inizio sono più bassi di quelli fissi, ma possono aumentare nel tempo, facendo così aumentare l’importo delle rate, anche in misura consistente. Tale tasso è consigliato a chi vuole un tasso sempre in linea con l’andamento del mercato, e comunque può sostenere eventuali aumenti dell’importo delle rate.

Oltre a questi due abbiamo anche il tasso misto – può passare da fisso a variabile (o viceversa) a scadenze fisse e/o a determinate condizioni indicate nel contratto  – e quello a tasso doppio – in cui il mutuo è suddiviso in due parti: una con il tasso fisso, una con il tasso variabile. Il doppio tasso è consigliato a chi preferisce una soluzione intermedia tra il tasso fisso e il tasso variabile, equilibrando vantaggi e svantaggi di ciascuno.

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