La riforma del catasto ci sarà. Così mette nero su bianco la delega fiscale approvata dal Consiglio dei ministri e che traccia le linee guida per la revisione del catasto italiano, il maxi archivio di tutte le proprietà immobiliari presenti sul territorio nazionali, l’inventario dei beni immobili di uno Stato e fornisce le informazioni relative alla localizzazione geografica, estensione e consistenza di un bene immobiliare, la sua destinazione d’uso e le caratteristiche, relativi redditi.
Riforma del catasto: che cosa prevede
La riforma del Catasto che ora è agli albori sarà un’operazione di trasparenza, come ha sottolinea il premier Mario Draghi. I piani principali della revisione del Catasto come indicato nella delega fiscale sono due: da una parte l’aggiornamento del valore degli immobili (revisione categorie e passaggio dai vani ai metri quadri) e dall’altra la mappatura su tutto il territorio nazionale con l’obiettivo di scovare gli immobili cosiddetti fantasma che sfuggono al Fisco.
Per ora non vi è nulla di certo ma la delega ha solo tracciato un primo passo avanti. Ma cosa pensano gli italiani della riforma del Catasto? Più di 1 proprietario su 2 è d’accordo con l’ipotesi di modificare i registri (57%), mentre il 16,3% è apertamente contrario. Così emerge da una recente indagine realizzata dal comparatore Facile.it in collaborazione con l’istituto mUp Research*.
Favorevoli e contrari: cosa ne pensano gli italiani
Tra i favorevoli, molti ritengono che la riforma possa far emergere i cosiddetti immobili “fantasma”(58,7%) o, comunque, aiutare a rendere più equo e trasparente il prelievo sugli immobili (56,9%). Tra i contrari, invece, quasi 8 su 10 temono che l’aggiornamento dei valori catastali possa comportare un aumento delle tasse sulla casa, mentre il 49,3% teme che la variazione possa causare una spesa maggiore in caso di compravendita.
Il timore più grande relativo alla riforma del catasto è il possibile aumento dell’imposizione fiscale sulla casa, i cui effetti potrebbero avere conseguenze importanti sull’intero mercato immobiliare. Quasi 1 rispondente su 3 (31,4%) tra coloro che oggi sono alla ricerca della prima casa ha dichiarato di esser disposto a rinunciare all’acquisto qualora le tasse dovessero aumentare. Anche nel mercato delle seconde case si potrebbe assistere ad uno stop delle compravendite visto che anche in questo caso, il 29,7% del campione totale ha ammesso di essere pronto a rinunciare all’acquisto di un secondo immobile.
*L’indagine mUp Research – Norstat si è svolta tra il 9 ed il 10 ottobre 2021 attraverso la somministrazione di n.1.010 interviste CAWI ad un campione di individui in età compresa fra 18 e 74 anni, proprietari di immobili o intenzionati ad un acquisto nei prossimi 12 mesi.