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Fai lavori di ristrutturazione di casa che sono importanti nel senso che aumentano il valore dell’immobile? Sei obbligato ad aggiornare le rendite catastali altrimenti lo farà il Fisco applicando sanzioni e interessi.
Cosa sono le rendite catastali e a cosa servono
Le rendite catastali sono un valore fiscale attribuito agli immobili (come abitazioni, terreni, locali commerciali, ecc.) in Italia, utilizzato per calcolare le imposte relative alla proprietà immobiliare.
Questo valore viene stabilito dall’Agenzia delle Entrate sulla base di parametri catastali come la zona in cui si trova l’immobile, la tipologia e la sua destinazione d’uso.
Le rendite catastali sono fondamentali per calcolare le tasse sugli immobili, come l’IMU (Imposta Municipale Unica).
Quando aggiornare le rendite catastali
Il Testo Unico dell’Edilizia stabilisce che entro 30 giorni dalla conclusione dei lavori di ristrutturazione debba presentata la richiesta di aggiornamento catastale al Comune, nei casi in cui questi interventi modifichino le caratteristiche dell’immobile.
In particolare le situazioni che obbligano l’adeguamento della rendita catastale sono:
- Costruzione di nuove unità immobiliari: sia fuori terra che interrate.
- Ampliamenti delle unità esistenti: cambiamenti che variano la sagoma esterna dell’edificio, come sopraelevazioni, la costruzione di nuovi vani in adiacenza, o la trasformazione di un terrazzo in vano abitabile.
- Variazione della superficie delle unità immobiliari: anche senza modificare la sagoma esterna, per esempio a seguito di ristrutturazioni o manutenzioni straordinarie.
- Modifiche interne: che cambiano il numero o la funzione dei vani principali e accessori.
- Cambio di destinazione d’uso: quando un immobile viene destinato ad attività diverse rispetto a quelle precedenti.
- Interventi di riqualificazione: come l’integrazione o la realizzazione di servizi igienici.
Nel caso del Superbonus, i lavori di efficientamento energetico o riqualificazione strutturale sono spesso molto rilevanti trattandosi di installazione di cappotti termici o interventi che migliorano le classi energetiche e di conseguenza, quasi sempre sorge l’obbligo di procedere alla modifica della rendita catastale.
Quando non occorre aggiornare le rendite catastali
L’aggiornamento non è necessario se i lavori non modificano la struttura interna o esterna dell’immobile, salvo che le opere eseguite determinino un aumento di almeno il 15% della rendita catastale.
Come aggiornare le rendite catastali
Per procedere all’aggiornamento, dopo aver concluso i lavori che modificano consistenza o caratteristiche dell’immobile bisogna presentare al Catasto una pratica di variazione, chiamata DOCFA.
Questa pratica viene preparata da un tecnico abilitato (geometra, architetto o ingegnere) e serve a comunicare le modifiche effettuate, allegando planimetrie aggiornate, descrizione degli interventi e una proposta di nuova rendita. Una volta inviata, l’Agenzia delle Entrate esamina la documentazione e attribuisce la nuova rendita catastale, che sostituisce quella precedente e diventa immediatamente valida ai fini fiscali. In sostanza, l’iter è questo: il tecnico aggiorna le planimetrie, compila il DOCFA, lo presenta telematicamente, e il Catasto conferma (o rettifica) la rendita
Quanto costa aggiornare le rendite al catasto
Il costo della variazione catastale è di 50 euro a pianta presentata tramite procedura docfa. Un tecnico geometra per presentare la nuova pianta al catasto richiede dai 280 euro ai 450 euro a seconda delle dimensioni della casa.
Cosa succede se non si aggiornano le rendite
Se non si aggiornano le rendite catastali dopo lavori che modificano l’immobile, le conseguenze sono diverse.
- Accertamento d’ufficio: l’Agenzia delle Entrate può intervenire d’ufficio, notificando un avviso di accertamento e attribuendo la nuova rendita.
- Conguagli fiscali: la rendita catastale serve come base per calcolare l’IMU ad esempio. Una rendita non aggiornata può comportare conguagli retroattivi, con il pagamento delle imposte arretrate, a volte con interessi.
- Sanzioni e multe: oltre al pagamento delle imposte arretrate, l’Agenzia delle Entrate può applicare sanzioni amministrative per omessa denuncia di variazione catastale. L’importo varia a seconda di quanto tempo è passato e se la variazione è volontaria o scoperta d’ufficio, ma può arrivare a percentuali significative della differenza di imposta dovuta.
Cosa fare quando arriva la lettera dell’Agenzia delle Entrate
Quando arriva un avviso di accertamento per mancato aggiornamento della rendita catastale, è importante capire cosa fare.
- Leggi bene l’avviso: di solito l’Agenzia delle Entrate spiega perché ritiene che la rendita vada aggiornata: può essere stato un sopralluogo, un confronto con altre unità simili o una segnalazione legata ai lavori edilizi. Nell’atto troverai anche la nuova rendita attribuita d’ufficio.
- Valuta se la rendita proposta è corretta: a questo punto conviene far vedere l’avviso a un tecnico abilitato (geometra, architetto, ingegnere). Lui può verificare se la nuova rendita è in linea con le caratteristiche dell’immobile oppure se l’Agenzia ha sovrastimato.
- Se la rendita è corretta, adegui la posizione: in questo caso si accetta l’accertamento: la rendita diventa definitiva e, se il Catasto richiede differenze di imposte (IMU, TARI, ecc.), si procede con il pagamento. Eventuali sanzioni spesso si riducono se si paga entro i termini indicati.
- Se la rendita non è corretta, puoi presentare ricorso: sono due le strade da seguire in questo caso: Presentare un DOCFA tardivo, dimostrando la rendita reale con planimetrie aggiornate e documentazione tecnica. A volte l’Agenzia accoglie la rettifica senza arrivare al contenzioso. Fare ricorso alla Commissione Tributaria, entro i termini indicati nell’avviso (tipicamente 60 giorni). È utile quando la rendita attribuita d’ufficio è palesemente errata.




































