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Se si abita in condominio, in genere oltre all’appartamento si ha anche una cantina, uno spazio molto comodo per riporre oggetti che in casa non trovano posto.
Ma non tutto si può tenere in questo locale e non tutto si può fare.
L’uso della cantina è sottoposto a norme che prescrivono gli usi leciti e consentiti.
Vediamo insieme cosa si può tenere in cantina e cosa no, e quali utilizzi sono vietati.
Cosa si intende per cantina e cosa vi si può tenere
La cantina, solitamente posta al piano interrato o seminterrato di un edificio condominiale, è un locale che costituisce una pertinenza dell’abitazione, ossia è un elemento accessorio di questa pur facendo parte della proprietà.
La destinazione della cantina è quella di essere un locale di deposito, ossia un luogo in cui il proprietario può conservare oggetti di vario tipo.
In particolare, si possono lasciare in cantina beni disparati, che magari non trovano posto in casa o sono ingombranti, quali:
- vecchi vestiti;
- giornali e libri;
- valigie;
- biciclette;
- mobili vecchi o in disuso;
- tavoli e sedie da esterno;
- addobbi natalizi.
Cosa non si può tenere in cantina
Se la cantina per sua natura funge da deposito di un appartamento, va precisato però che non tutto si può conservare in questo locale.
Pur non essendoci norme specifiche, il buon senso consiglia di non depositarvi oggetti o materiali che possono per la loro natura diventare pericolosi, tossici o inquinanti per l’uomo o per l’ambiente, come:
- bombole di gas in quanto potenzialmente esplosive;
- materiali inquinanti, come taniche di carburante;
- vecchie batterie che possono rilasciare sostanze e liquidi inquinanti.
Altri usi della cantina e cambio di destinazione d’uso
Come ogni altro immobile, anche la cantina possiede uno specifico inquadramento a livello catastale.
La classe catastale C identifica una serie di immobili quali i negozi, i laboratori, i box, le autorimesse, i magazzini e i locali di deposito, tra cui anche le cantine, i solai, i sottotetti.
La cantina viene identificata con la classe catastale C2 e, come abbiamo visto, la sua destinazione è quella di locale di deposito.
Ma è possibile utilizzare questo spazio per altri usi, come negozio, come laboratorio o come abitazione?
Nel caso in cui un proprietario intenda trasformare la propria cantina in un’abitazione o in un ufficio, deve effettuare un cambio di destinazione d’uso.
In pratica l’immobile dovrà mutare la categoria catastale di appartenenza dalla C2 alla categoria A, che identifica gli immobili adibiti ad abitazione, e per farlo occorrerà il rilascio del permesso di costruire.
Affinché il mutamento di destinazione d’uso sia possibile e affinché venga rilasciato il permesso di costruire ex art. 10, comma 1, lett. c) del Testo Unico dell’Edilizia, è necessario che venga rispettata tutta una serie di requisiti riguardanti altezze minime, volumetrie, dimensioni minima dell’ambiente, adeguato rapporto aeroilluminante, conformità degli impianti idrico, elettrico e termico.
L’assenza di questi requisititi e di conseguenza l’assenza del permesso edilizio rendono illecito un uso della cantina diverso da quello che le è proprio.
Si possono fare lavoretti fai da te in cantina?
Un altro dubbio molto frequente è la liceità o meno di svolgere in cantina hobby di vario tipo, lavoretti fai da te sul legno, costruzione di piccoli oggetti o riparazioni di tipo meccanico ed elettrico.
In teoria per le ragioni succitate riguardanti la destinazione d’uso, ciò non è possibile.
Tuttavia occorrono un po’ di elasticità e di buon senso.
Non è proibito, per esempio, fare piccoli lavori con il legno o riparare la ruota della bicicletta, a patto di non generare troppo rumore che potrebbe infastidire gli altri condomini.
Ugualmente è possibile utilizzare strumenti come un martello, un seghetto, pinze o cacciaviti per piccole riparazioni, ma non materiali pesanti o macchinari che generano fumi, emissioni nocive o scintille e quindi potenzialmente pericolosi.