Chi è proprietario di più di una casa, che usa magari per le vacanze, deve far fronte a vari costi tra cui le utenze domestiche. Come cambiano le tariffe energetiche delle bollette tra prima e seconda casa? La distinzione viene fatta tra Cliente “Residente” e “Non Residente”, e quest’ultimo è l’intestatario del contratto di fornitura di energia elettrica dell’abitazione per cui viene fatta la richiesta ma risiede in un domicilio diverso.
Bollette: differenze tra prima e seconda casa
Le differenze tra una bolletta per i residenti e quella dei non residenti esistono sul fronte degli oneri di sistema, oneri che vanno a coprire diverse tipologie di costi riguardanti il settore e le politiche energetiche. Per i clienti residenti gli oneri di sistema vengono applicati in base a 2 scaglioni di consumi (fino a 1800 kwh e oltre 1800 kwh annui consumati), mentre ai clienti non residenti – oltre agli oneri di sistema – viene applicata anche una quota fissa (che ammonta a 135 €). Per questo motivo il costo della bolletta sulla seconda casa, come le abitazioni di vacanza poco utilizzate e quindi caratterizzate da bassi consumi annui di energia, è più alto.
Nel dettaglio gli oneri di sistema che troviamo tra le voci che costituiscono la bolletta sono importi fatturati per la copertura di costi relativi ad attività di interesse generale per il sistema elettrico, che vengono pagati da tutti i clienti finali del servizio elettrico. Il prezzo complessivo comprende le componenti: Asos (oneri generali relativi al sostegno delle energie da fonti rinnovabili e alla cogenerazione CIP 6/92) e ARIM (rimanenti oneri generali).
Le tariffe possono variare in corrispondenza del fabbisogno per la copertura degli oneri; di norma vengono riviste ogni trimestre e sono composte da:
- una quota energia (euro/kWh)
- una quota fissa (euro/anno).
La differenza tra prima e seconda casa è proprio nella quota fissa che non è applicata alle abitazioni di residenza anagrafica.
Dal 2020 è entra a regime la riforma delle tariffe elettriche. Oggi la tariffa per il trasporto dell’energia e la gestione del contatore (cioè quella parte dei costi della nostra bolletta con cui paghiamo i servizi per misurare e far arrivare nelle nostre case l’energia elettrica) e per gli oneri di sistema (cioè i costi per sostenere attività di interesse generale per il sistema elettrico), in totale circa il 40% della nostra bolletta, sono uguali per ogni livello di consumo, non più progressivi.
La tariffa con “struttura progressiva” significava che il prezzo unitario del kWh aumentava al crescere dei consumi totali, cioè si pagava l’energia in modo più che proporzionale rispetto ai consumi.
Per i clienti residenti gli oneri di sistema, prima applicati in base a 2 scaglioni di consumi, oggi si calcolano su una solo tariffa di consumo, mentre ai clienti non residenti – oltre agli oneri di sistema – viene applicata anche una quota fissa (che ammonta a 135 €).
La quota fissa non è applicata alle abitazioni di residenza anagrafica. Per questo motivo il costo della bolletta sulla seconda casa, come le abitazioni di vacanza poco utilizzate e quindi caratterizzate da bassi consumi annui di energia, è più alto.
Ricapitolando…
- per l’abitazione principale, il consumatore si trova a dover pagare una tariffa unica per gli oneri di sistema (tariffa sul consumo di cui sopra)
- per le seconde case: in aggiunta alla tariffa sul consumo, è prevista anche una tariffa fissa su base annuale.