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Se si possiede una proprietà immobiliare e la si vuole mettere a reddito, è possibile trasformarla in un’attività ricettiva.
Negli ultimi anni in Italia vi è stato un enorme aumento della richiesta di alloggi turistici, specialmente nelle città d’arte e nelle più importanti località di villeggiatura, con varie modalità, come affitti brevi, bed and breakfast e affittacamere, in alternativa ai più tradizionali hotel e residence per via dei costi decisamente più bassi.
Scegliere di destinare un appartamento a questo tipo di attività turistiche è quindi un buon investimento.
Tra le varie possibilità, vi è quella di realizzare un servizio di affittacamere.
Per svolgere questa attività in modo professionale, però, occorre rispettare norme e obblighi che riguardano diversi aspetti burocratici, fiscali, amministrativi e organizzativi.
La struttura deve avere determinati requisiti e offrire alcuni servizi, in primis quello di pulizia e cambio di biancheria.
E soprattutto prima di aprire un’attività di affittacamere, è necessario aprire una partita IVA, presentare una SCIA e registrarsi al portale della Polizia di Stato per la comunicazione degli ospiti.
Vediamo tutto quello che c’è da sapere se si vuole avviare un’attività di affittacamere in modo da fare tutto il regola e non avere problemi.
Cos’è esattamente l’affittacamere
È un’attività turistica ricettiva extralberghiera e la normativa italiana di riferimento è il Codice del Turismo, ossia il Decreto Legislativo n. 79 del 23 maggio 2011.
Questo tipo di alloggio deve essere ospitato in una struttura composta da camere ubicate in uno o più appartamenti situati in uno stesso stabile.
L’affittacamere offre quindi un alloggio e in qualche caso anche altri servizi.
Requisiti minimi dell’alloggio e servizi offerti
Per poter avviare questa attività, occorre innanzitutto che le stanze possiedano determinati requisiti minimi:
- la camera da letto deve essere arredata in modo essenziale ma completo, e deve comprendere un letto, una sedia o uno sgabello per ogni persona, un armadio, un tavolo o una scrivania e un cestino;
- alla camera deve essere annesso un locale bagno a uso esclusivo, completo di wc, vasca o doccia, lavabo.
Inoltre devono essere compresi nel prezzo i seguenti servizi:
- pulizia dell’alloggio;
- fornitura di acqua calda e fredda, energia elettrica e riscaldamento;
- fornitura della biancheria per letto e bagno e un cambio almeno una volta alla settimana;
- reperibilità di un addetto per ogni necessità.
Si possono anche offrire dei servizi aggiuntivi, non obbligatori, che non sono compresi nel prezzo ma prevedono un costo aggiuntivo, per esempio la prima colazione, un cambio più frequente di biancheria, un servizio di lavanderia, ecc.
Va precisato che la differenza tra affittacamere e bed breakfast appare molto sottile, anche se è chiara. Innanzitutto per quanto riguarda i servizi offerti, come abbiamo appena detto, l’affittacamere può offrire anche la colazione ma non obbligatoriamente, bensì come servizio eventuale. Viceversa il bed and breakfast, per sua stessa natura, prevede il servizio di colazione agli ospiti.
Ma anche nel caso in cui il servizio di colazione fosse presente in un alloggio in forma di affittacamere, questo è comunque cosa diversa rispetto a un bed and breakfast.
Il bed and breakfast infatti si configura sempre come una struttura a gestione e organizzazione familiare e in forma non imprenditoriale e non professionale, che possiede un numero molto limitato di posti letto e che non richiede la partita IVA: la differenza pertanto non sta solo nella presenza o meno di un servizio, ma anche nella sua forma giuridica e nei suoi requisiti fiscali.
In quali casi l’attività di affittacamere diventa “professionale”
A livello amministrativo e fiscale vi è un iter da seguire per avviare un affittacamere in modo professionale e continuativo se:
- si intende svolgere questa attività durante tutto l’anno senza obblighi di chiusura;
- si affittano camere in un immobile in cui non si ha la residenza anagrafica;
- si mettono in affitto più di 6 camere in più di due appartamenti, per un totale superiore ai 12 posti letto.
Con questi requisiti, l’affittacamere diventa una vera e propria attività imprenditoriale e, come tale, comporta adempimenti e dichiarazioni.
Se invece non si superano le soglie indicate di posti letti e alloggi o si abita nello stesso immobile delle stanze da affittare, si configura un’attività di affittacamere non professionale, che prevede delle chiusure nel corso dell’anno stabilite dalla Regione e per la quale è necessario solo presentare una apposita Scia presso il Comune di residenza e dichiarare quanto percepito nella dichiarazione dei redditi sotto la categoria “Redditi diversi”.
Come avviare l’affittacamere professionale
Ecco gli step da seguire per avviare un’attività professionale nel pieno rispetto delle norme:
- aprire la partita IVA, con il Codice ATECO 552051;
- iscrivere l’attività al Registro delle Imprese tenuto presso la Camera di Commercio della provincia in cui si trova l’immobile;
- presentare la SCIA, la Comunicazione di inizio attività, presso lo Sportello unico per le attività produttive, il SUAP, del Comune di competenza;
- predisporre un contratto di locazione da far firmare ai clienti, in modo da tutelarsi in caso di mancato pagamento o di danni all’alloggio;
- comunicare gli ospiti alle autorità di Pubblica Sicurezza entro 48 ore dal loro arrivo nella struttura, adempimento che è obbligatorio per i contratti di affitto inferiori ai 30 giorni e che consiste nella trasmissione dei dati anagrafici degli ospiti tramite un apposito portale della Polizia di Stato, previa abilitazione da effettuarsi presso la Questura;
- solo nel caso di somministrazione di alimenti e bevande, ossia nel caso in cui agli ospiti venga data anche la prima colazione, richiedere l’autorizzazione presso la ASL di competenza.
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