Si chiamerà CIN, acronimo di Codice Identificativo Nazionale, e dovrà essere presente negli annunci di affitti brevi e non solo. Parliamo del famoso bollino sulle locazioni brevi, un meccanismo unico di identificazione delle strutture ricettive, in chiave antifrode, oggetto di discussione nei mesi scorsi e che ora potrebbe presto vedere la luce.
La commissione Politiche del turismo della Conferenza delle Regioni e Province autonome ha appena dato parere positivo al decreto sull’interoperabilità delle banche dati regionali, predisposto dal ministero del Turismo. Il parere positivo permette di far partire una fase di sperimentazione già a settembre. Ma cos’è questo CIN e a cosa serve?
CIN: cos’è e a cosa serve
Il CIN ha come obiettivo quello di associare alle unità immobiliari dedicate alle locazioni brevi e turistiche un codice, attraverso una procedura automatizzata. Il Cin andrà esposto all’esterno dello stabile nel quale è collocato l’appartamento e andrà indicato all’interno di ogni annuncio. Chi non lo farà, rischierà sanzioni molto pesanti, anche fino a 8mila euro.
Come ottenere il CIN? Per ottenerlo, il locatore deve presentare una dichiarazione sostitutiva che attesti i dati catastali dell’unità immobiliare. Inoltre gli immobili destinati ad affitti brevi devono essere dotati di dispositivi per la rilevazione di gas combustibili e del monossido di carbonio, oltre ad avere estintori portatili a norma di legge posizionati in punti accessibili e visibili.
Il Codice identificativo nazionale (CIN) dovrà essere assegnato, tramite apposita procedura automatizzata, dal ministero del Turismo, alle unità immobiliari ad uso abitativo oggetto di locazione per finalità turistiche, a quelle destinate alle locazioni brevi, oltre che alle strutture turistico-ricettive alberghiere ed extralberghiere. Al ministero è affidata anche la gestione della relativa banca dati nazionale.