Quando si decide di comprare una casa può capitare di imbattersi in immobili ricevuti in donazione. Finora però queste case venivano considerate “rischiose”, perché in alcuni casi gli eredi del donatore potevano reclamarle anche dopo la vendita.
Con la nuova riforma del Ddl Semplificazioni, questo problema scompare: chi compra un immobile donato è finalmente al sicuro e non rischia più di perderlo.
Cosa significa la riforma sulla circolazione degli immobili di provenienza donativa
Per molto tempo gli immobili provenienti da donazione hanno rappresentato una sorta di “zona grigia” del mercato. Anche se perfettamente in regola, venivano percepiti come poco sicuri, tanto da mettere in difficoltà acquirenti, venditori e perfino le banche. Il motivo era un aspetto tecnico: gli eredi legittimari del donante potevano, in certe situazioni, chiedere la restituzione dell’immobile anche a chi lo aveva comprato in buona fede.
Coniuge, figli o, in assenza di questi, ascendenti disponevano di uno strumento molto potente per tutelare la loro quota ereditaria. Se un soggetto aveva donato un immobile superando la cosiddetta quota disponibile, gli eredi potevano ricorrere all’azione di riduzione prevista dall’art. 563 del codice civile. Questo permetteva loro non solo di chiedere la restituzione del bene al donatario, ma anche di agire contro chi avesse successivamente acquistato l’immobile.
Cosa cambia in modo concreto
La novità principale approvata recentemente è molto semplice, e per chi compra è anche la più importante: chi acquista un immobile donato non rischia più di vederselo sottrarre in futuro dagli eredi del donante. La riforma elimina infatti l’azione di restituzione contro i terzi acquirenti. Chi compra oggi una casa donata diventa proprietario a tutti gli effetti, senza timori e senza possibili sorprese.
Gli eredi legittimari mantengono comunque un diritto: possono rivalersi su chi ha ricevuto la donazione (il donatario), chiedendo un risarcimento se ritengono che la loro quota sia stata lesa. Ma questa richiesta non potrà mai più coinvolgere l’acquirente. In altre parole, il nuovo proprietario è completamente tutelato, e l’eventuale problema resta tra eredi e donatario, senza ricadute sull’immobile venduto.




































