Startup: nuove imprese giovani e green per un futuro sostenibile

Soluzioni antinquinamento, nuovi materiali sostenibili, agrifood e produzione energetica alternativa: economia circolare ed ecocompatibilità sono il punto fermo di tante startup sostenibili che ricercano, sperimentano e innovano

Silvia Scognamiglio
A cura di Silvia Scognamiglio
Pubblicato il 20/04/2024 Aggiornato il 20/04/2024

Una startup non è solo un’impresa di piccole dimensioni, giovane e all’avanguardia; è soprattutto un’organizzazione portatrice di idee, percorsi e scenari che esulano da quelli tradizionali e guardano al futuro grazie anche alle nuove tecnologie. Per essere definita tale in Italia, una startup innovativa deve essere costituita da meno di 5 anni, avere un valore della produzione annuo inferiore a 5 milioni di euro, non essere quotata e possedere determinati indicatori previsti dalla normativa nazionale. Non tutte le startup hanno successo o continuità, ma in ogni settore la ricerca non si ferma mai. Delle oltre 14.000 attive in Italia, la percentuale delle giovani startup green connesse all’economia circolare e a progetti di sviluppo sostenibile è in crescita ma ancora difficile da quantificare (la classificazione secondo lo standard Ateco, utilizzata per le imprese, non consente infatti un’individuazione puntuale del settore). Operano nei settori agricoltura e biotecnologie, energia, mobilità sostenibile, riciclo, edilizia, monitoraggio del clima.

Le startup in numeri

Sono 14.029 le startup innovative in Italia secondo il report del 1° trimestre 2023 elaborato da Infocamere (www.infocamere.it) per il Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Sono 233 in meno rispetto al trimestre precedente (-1,63%). La presenza più numerosa è in Lombardia (3.750 startup),in Lazio (1.832) e in Campania (1.398).

Startup Rehub: seconda vita per il vetro non riciclabile

Gli scarti di lavorazione del vetro non riciclabili, per esempio perché colorati, non per forza finiscono in discarica: Rehub(rehub.glass), la startup con sede a Murano, dove si generano 1.000 tonnellate l’anno di questa materia (8 milioni in tutta Europa), ha inventato un metodo per recuperarli. Il trattamento e il riuso, attraverso processi tecnologici e creativi, possono portare grandi vantaggi ambientali ed energetici, Rehub trasforma il vetro non riciclabile in una pasta morbida da modellare con speciali stampanti 3D e tecniche di stampaggio, iniezione, estrusione per realizzare oggetti di design e accessori. Il processo avviene a temperatura ambiente, quindi ha un basso dispendio energetico.

vassoio di Rehub in vetro riciclato Rehub foglie

Oggetti per la tavola realizzati da Rehub con scarti di lavorazione del vetro

Startup Glass to Power”: pannelli fotovoltaici invisibili, trasparenti

Edifici green, autonomi nella produzione di energia: il primo passo per poter arrivare a questo risultato è la scelta di alimentare gli impianti con fonti rinnovabili. Glass to Power (www.glasstopower.com) è una startup nata dal Dipartimento di Scienze dei Materiali dell’Università Milano Bicocca e improntata alla ricerca sull’ecosostenibilità in edilizia. Il gruppo di ricerca ha messo a punto un’innovativa tipologia di pannello fotovoltaico. Perfettamente trasparente, integrato nell’architettura del fabbricato, non interferisce  con l’estetica delle facciate che sono trasformate così in collettori ad alta efficienza in grado di produrre energia pulita a uso dell’immobile.

Startup maTERia: prototipo di una finestra innovativa

Ottenere più vantaggi da uno stesso prodotto ad alta tecnologia: la startup maTERia (www.soundmateria.com)  ha ideato una finestra che, grazie a una tecnologia energeticamente passiva basata sull’impiego di materiali riciclati ecologicamente sostenibili, permette di avere una buona ventilazione naturale e allo stesso tempo di attutire rumori e disturbi esterni. Il team di ricerca di maTERia fa capo all’Università di Bologna. L’idea è quella di poter avere ambienti privati e pubblici più confortevoli e salubri. Il prototipo di questo serramento TER – ergonomico, economico e sostenibile – è pronto per essere testato negli edifici. 

Startup U-Earth Biotech: servizio di purificazione dell’aria indoor 

L’aria indoor, anche se si fatica a crederlo, arriva a essere più inquinata di quella outdoor. La startup U-Earth Biotech (www.u-earth.eu) lavora a un progetto per migliorare la qualità dell’aria indoor attraverso processi biotecnologici all’avanguardia in grado di neutralizzare gli inquinanti, compresi virus e batteri. Nasce così, nel 2019, Pure Air Zone, cioè un servizio di purificazione dell’aria biotech professionale per ambienti piccoli o grandi. Al loro interno, grazie a queste tecnologie che “consumano l’inquinamento” nel rispetto dei protocolli U-Earth, si respira aria pura. La qualità viene monitorata costantemente, misurata in tempo reale e certificata.

Pure Air Zone di U-Earth Biotech

Pure Air Zone di U-Earth Biotech

Basilico aeroponico

La Fattoria di Pol (www.lafattoriadipol.it), in provincia di Savona, è un’impresa innovativa dove si coltiva in modo sostenibile secondo le pratiche dell’agricoltura naturale, sinergica, rigenerativa e aeroponica. Quest’ultima in particolare, utilizzata qui soprattutto per la produzione del basilico, offre interessanti prospettive per il futuro. Le piante crescono in serra in condizioni climatiche ideali, senza terriccio e con un apporto d’acqua fino al 95% inferiore (e con il 60% in meno di fertilizzanti) rispetto alle colture tradizionali; inoltre, la crescita può essere incrementata fino al 30-40%.

basilico aeroponico della Fattoria di Pol

basilico aeroponico della Fattoria di Pol

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