Rapporto ISTAT 2019: Italia al minimo storico delle emissioni di CO2

Più fonti rinnovabili e meno risorse consumate, nella fotografia dell'Italia scattata dall'Istat nel suo Rapporto annuale 2019.

Alessandra Caparello
A cura di Alessandra Caparello
Pubblicato il 18/07/2019 Aggiornato il 18/07/2019
vista Ravenna - Rapporto annuale ISTAT 2019

Italiani più attenti all’ambiente e allo sviluppo sostenibile. A dirlo il Rapporto  annuale 2019 dell’ISTAT che fotografa una popolazione che ai temi dell’ecosostenibilità presta maggiore attenzione. 

Complessivamente l’Italia è caratterizzata da un minore consumo di materiale interno (Cmi) rispetto agli altri paesi europei, collocandosi al terzo posto nella graduatoria per rapporto Cmi/Pil (pari al 64 per cento della media dell’Ue) e al primo posto in termini di Cmi pro capite (pari al 62 per cento). Inoltre, rispetto a importanti priorità delle politiche europee e nazionali quali l’obiettivo di ridurre gli impatti sul clima legati al consumo interno lordo di energia e sviluppare fonti energetiche rinnovabili, l’Italia ha raggiunto risultati di rilievo.

Riporta l’ISTAT che, grazie anche alla spinta delle politiche di incentivazione dell’efficienza energetica vedi le detrazioni fiscali sugli immobili – nel corso degli ultimi dieci anni l’intensità energetica primaria* (misurata dal rapporto tra il consumo interno lordo di energia e il Pil)si è ridotta del 13,1%. Anche in termini di energie rinnovabili l’Italia vanta il raggiungimenti di un buon target pari al 17% di consumi coperti da fonte rinnovabile, obiettivo assegnatole per il 2020 dal pacchetto Clima-energia dell’Unione europea, collocandosi al di sopra della media Ue.

Nel 2017 inoltre il nostro paese ha toccato un minimo storico per quanto riguarda le emissioni di anidride carbonica (CO2), pari a 178,3 tonnellate per milione di euro. Il rapporto dell’ISTAT sottolinea poi che “i cambiamenti climatici concorrono inoltre all’inasprimento di alcune calamità di natura idro-metereologica che accrescono la vulnerabilità del territorio e delle popolazioni e aggravano le criticità legate alla disponibilità di acqua”. Proprio su questo fronte, il nostro Paese è in grave ritardo. Nel 2015, tra i 28 Paesi dell’Unione europea, l’Italia infatti è la prima per ammontare del prelievo di acqua per usi civili, comprensivi degli usi pertinenti alle attività produttive delle imprese fino a 5 addetti (156 metri cubi per abitante).

*Il consumo di energia di uno Stato o area geografica è strettamente legato al suo livello di attività economica. Il rapporto tra le due grandezze – Prodotto Interno lordo (PIL) e Consumo Interno Lordo di energia (CIL) è definito intensità energetica ed è un indicatore, seppur grezzo e aggregato, dell’efficienza energetica di una economia. Trattandosi di un rapporto, tanto più basso è il valore dell’intensità energetica tanto più aumenta l’efficienza energetica della economia interessata (Da Enea).

 

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