Plastica, emergenza ambiente: in primo piano a Fa’ la cosa giusta

In quest'edizione della fiera sugli stili di vita sostenibili, idee e buone pratiche per ridurre l'utilizzo della plastica sono al centro dell'attenzione. La mostra Deplastic di Giacimenti Urbani esplora alternative ecocompatibili nel rispetto dell'ambiente e soprattutto dei mari

Silvia Scognamiglio
A cura di Silvia Scognamiglio
Pubblicato il 10/03/2019 Aggiornato il 11/03/2019
Plastica, emergenza ambiente: in primo piano a Fa’ la cosa giusta

Da oltre 50 anni, la plastica ha cambiato i nostri stili di vita, è stata e continua a essere il simbolo della modernità, è entrata nelle nostre case ed è diventata un elemento indispensabile. Il problema è che negli ultimi decenni se ne è fatto – in tutto il mondo occidentale – un uso smodato e solo ultimamente si è iniziato a prendere coscienza delle gravi conseguenze che ne derivano, prima fra tutti l’inquinamento dei mari derovuto dalla dispersione di plastica. Per sensibilizzare su quella che è diventata una vera e propria emergenza, Fa’ la cosa giusta!, fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili,  in quest’edizione 2019 (dal 8 al 10 marzo al Polo fieristico del Portello, FieramilanoCity) promuove, in un contenitore denominato Il porto di Fa’ la cosa giusta!, una serie di eventi, mostre, dibattiti e laboratori incentrati sulla riduzione della plastica e sulle possibilità di incrementare la raccolta e il riciclo. Sono state coinvolte numerose associazioni che operano nel settore dell’ambiente e dell’economia circolare, tra le quali Greenpeace (www.greenpeace.org), oltre a ricercatori e aziende.
Come tutti sanno, una delle proprietà che hanno fatto della plastica un materiale di consumo per i più svariati impieghi è la sua indistruttibilità. Questa caratteristica ha però anche un rovescio della medaglia perché quando viene dispersa nell’ambiente o in mare, la plastica lascia tracce per centinaia di anni inquinando i fondali, le acque e i litorali, con gravi rischi anche per le specie marine. In quelli che erano un tempo paradisi tropicali, nell’oceano Indiano e nel Pacifico, si incontrano intere spiagge coperte da rifiuti , con danni enormi per l’ecosistema e anche per il turismo; nell’oceano Pacifico navigano enormi “isole” di plastica trascinate dalle correnti. E ciò che noi vediamo è solo la punta dell’iceberg perché la maggior parte degli scarti va a depositarsi sui fondali.
L’obiettivo non può essere quello di eliminare la plastica, ma di farne un uso intelligente. La coscienza delle persone si sta però  sensibilizzando, l’attenzione è sempre maggiore. Basti pensare che il volume di Filippo Solibello – Spam, stop plastica a mare, 30 piccoli gesti per salvare il mondo dalla plastica (ed. Mondadori) –  dedicato a questi temi è diventato in poco tempo un best seller. 

978880470854HIG-313x480
A Fa’ la cosa giusta!, l’associazione Giacimenti Urbani (www.giacimentiurbani.eu) ha allestito la mostra Deplastic, azioni e buone pratiche contro l’abuso di plastica: l’esposizione, divisa in due parti, evidenzia i problemi, vale a dire le principali fonti di inquinamento da plastica e i rischi che ne derivano per l’ambiente; ed esplora poi le alternative possibili e le pratiche virtuose per avviare un processo di “decrescita” rispetto all’abuso che attualmente si fa di questi, in particolare i monouso (sacchetti per la spesa, stoviglie, bicchieri, cannucce, bottiglie, cotton fioc), che hanno una vita brevissima ma continuano a inquinare per un tempo infinito, anche quando si decompongono e si riducono in piccoli frammenti. Si calcola che l’80% dei rifiuti rinvenuti a mare provenga dalla terraferma e che sulle spiagge le bottiglie in PET costituiscano il 25% dei rifiuti. La prevenzione del rifiuto, poiché “il rifiuto migliore è quello che non viene prodotto”, deve necessariamente iniziare dalle azioni quotidiane dei singoli e della collettività attraverso un drastico cambio di abitudini.

L’emergenza plastica ha numeri impressionanti: a fronte di una produzione annuale mondiale di 335 milioni di tonnellate, oltre 8 milioni di tonnellate finiscono in mare, soprattutto negli oceani. Sono in particolare dieci fiumi, otto in Asia e due in Africa, a trasportare questi scarti e a riversarli. L’incremento della raccolta differenziata, soprattutto in Europa dove raggiunge punte del 40%, ancora non bastano: il riciclo da solo non è un provvedimento sufficiente ad arginare il dilagare della plastica, anche perché i procedimenti di rigenerazione sono più complessi e costosi rispetto a quelli per altri materiali.
La mostra Deplastic si propone di avviare una riflessione costruttiva, presentando anche prodotti innovativi che sfidano il predominio della plastica in un’alternativa biodegradabile. L’eco-consapevolezza non può infatti riguardare soltanto l’utente finale, ma anche la fase di produzione e il packaging, la responsabilità  è estesa ai produttori che devono assolutamente lavorare in questa direzione, anche su vasta scala e progettare con l’obiettivo di ridurre il consumo di plastica a tutti i livelli.  
Così, per portare alcuni esempi virtuosi, sono esposti a De Plastic il trolley di Samsonite realizzato con tessuti ricavati dal Pet delle bottiglie, la scarpa Adidas con parti in plastica recuperata dai rifiuti marini, i contenitori in carta per il trasporto di alimenti, la moquette in Econyl, filo di nylon rigenerato, i vasi per pianta di Vivipot realizzati con gli scarti organici della lolla di riso e tanti altri oggetti che nel design e nel materiale puntano alla sostenibilità. A volte basta un’idea per cambiare un’abitudine: i progettisti lavorano per esempio a quella di una bottiglia in plastica che, come le lattine in alluminio, abbia il tappo integrato in modo tale che debba per forza essere gettato insieme al contenitore stesso e non più disperso nell’ambiente.

In quest’impegno globale per la decrescita della plastica, anche la legislazione europea sta facendo dei grandi passi avanti, pur se l’applicazione delle leggi non è ancora, sotto molti aspetti, vincolante. Con il documento dell 2018 A European Strategy for Plastic in a Circular Economy è stata fissata una serie di tappe che dal 2019 al 2030 dovrebbero portare a una sua drastica riduzione. Primo provvedimento, che verrà applicato con tempistiche diverse nei Paesi membri, riguarda la riduzione della plastica monouso e porterà al progressivo divieto di stoviglie usa e getta, cannucce, cotton fioc, bastoncini in plastica per palloncini, sacchetti e altri oggetti che sono quelli più spesso ritrovati nei recuperi in mare e sulle coste. 

Deplastic, lampada, riciclo

Lampada di Krill Design in PLA, plastica riciclata (www.krilldesign.net

Deplastic, RG Mania, contenitore per alimenti

Contenitore in carta per il cibo da asporto di RG Mania (www.rgmania.it)

Deplastic, moquette, Econyl

Moquette in Econyl, filo di nylon rigenerato

Deplastic, portafoglio, PVC riciclato

Portafoglio in pvc riciclato di Comunicare in Eco (www.comunicareineco.it)

Deplastic, Fa' la cosa giusta!

Mostra Deplastic a Fa’ la cosa giusta! 2019

Deplastic, trolley eco, PEt riciclato

Trolley Spark Sng Eco di Samsonite (www.samsonite.it) realizzato con tessuti creato da bottiglie di plastica PET riciclate post consumo al 100%. In alternativa alle finiture in poliuretano di maniglie e altre parti è stato utilizzato il sughero

Deplastic, scarti rivenuti, bottiglie, contenitori, sacchetti

Plastica, le tipologie di rifiuti più spesso rinvenute in mare e sulle spiagge

Come valuti questo articolo?
12345
Valutazione: / 5, basato su voti.
Avvicina il cursore alla stella corrispondente al punteggio che vuoi attribuire; quando le vedrai tutte evidenziate, clicca!
A Cose di Casa interessa la tua opinione!
Scrivi una mail a info@cosedicasa.com per dirci quali argomenti ti interessano di più o compila il form!