Wellness & Lifestyle, a settembre la settima edizione del corso di POLI.design

Il corso di alta formazione sul benessere di POLI.design individua i temi da affrontare con una tavola rotonda.

Architetto Marcella Ottolenghi
A cura di Architetto Marcella Ottolenghi
Pubblicato il 04/07/2020 Aggiornato il 04/07/2020
corso Wellness & Lifestyle di POLI.design con Dornbracht

Il corso di alta formazione Wellness & Lifestyle – Design for a better living di POLI.design, che inizierà a settembre, ha promosso una tavola rotonda per individuare i temi da affrontare. Ambito di discussione il settore spa e benessere e le conseguenze di questo periodo su sicurezza, igiene e loro percezione da parte delle persone.

Alberto Zanetta, coordinatore del corso di POLI.design, ha moderato l’incontro, a cui sono intervenuti diversi professionisti: Massimo Giubilesi, esperto di sicurezza e di progettazione sanitaria per il wellness, Renato Cheodarci, direttore commerciale di QC Terme, Christian Brugnoli di Technogym, Franco Scaglia, progettista, Sofia Gioia Vedani, architetto e ceo di Planetaria Hotels, Laura Bagni, consulente per spa e hotel, Andrea Camera di Hofer, Alessio Luciani di Dornbracht, Alberto Apostoli e Paolo Bodega, progettisti, Antonio Asquino di GPA Works.

Numerosi gli argomenti affrontati, che diventeranno oggetto di studio da parte dei frequentanti il corso di settembre. In primis il fatto che la casa è percepita come l’unico luogo sicuro. Per rispondere a questa nuova sensibilità molte realtà legate al wellness stanno così pensando all’automatizzazione di alcune operazioni di accoglienza, a scapito tuttavia del valore aggiunto dato dal fattore umano. Il recupero di una socialità diversa in spa e terme sarà pertanto l’obiettivo dei progettisti, chiamati a lavorare su spazi mutati e su comportamenti. Grande attenzione anche alla sicurezza, ovviamente, e alla percezione, da parte degli utenti, dell’igiene e della salute. Chiave di risposta potrebbe essere in effetti la tecnologia, declinata tuttavia secondo aspetti più umanizzati: le spa dovranno trasformarsi in veri e propri “teatri dell’igiene”, in cui rilassarsi e prendersi cura di sé come ci si trovasse tra le mura domestiche.

Il tutto evitando l’effetto di ospedalizzazione e di asetticità dell’insieme: acqua e aria saranno gli elementi su cui gli interior designer dovranno focalizzarsi, con il sostegno delle aziende produttrici di rubinetteria e di sanitari. Le quali potranno ripensare il proprio ruolo, offrendo prodotti più performanti e maggiormente rispondenti alle esigenze attuali. Il progetto degli spazi sarà così sempre più risultato di un apporto multidisciplinare, che coinvolge diversi professionisti per tutti gli aspetti indispensabili: dall’impiantistica alla comunicazione finale, dal controllo degli standard alla gestione e alla manutenzione. Per arrivare probabilmente a strutture dal concept nuovo, meno complesse e più diffuse, dalle dimensioni ridotte e con orari differenziati e più lunghi. Capaci di trasmettere le stesse sensazioni positive delle nostre case.

 

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