“Un posto da chiamare casa”, il progetto di Ikea per rispondere all’emergenza abitativa

Ikea grazie alla collaborazione con associazioni che operano sul territorio italiano ha dato vita al progetto "Un posto da chiamare casa", che ha l'obiettivo di recuperare, riqualificare e arredare spazi vuoti, trasformandoli in luoghi di accoglienza destinati ad ospitare e supportare chi ne ha più bisogno.

Stefania Lobosco
A cura di Stefania Lobosco
Pubblicato il 12/09/2021 Aggiornato il 12/09/2021
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Spazi vuoti trovano nuova vita e diventano luoghi di accoglienza e rinascita grazie al nuovo progetto di Ikea “Un posto da chiamare casa”, reso possibile dalla collaborazione virtuosa con le associazioni che operano sul territorio italiano. 

La casa non è solo il luogo in cui viviamo, ma racchiude tutto il nostro mondo, oggetti, ricordi, momenti, affetti; è un rifugio, uno spazio emotivo che arrediamo di sensazioni, è accoglienza, è relazione. La casa custodisce il nostro mondo, ci conosce perfettamente, ci rende liberi di esprimerci, di sentirci noi stessi e di costruire le basi per una vita migliore.

Quest’anno, dato il lungo periodo di lockdown, è emersa ancora di più la centralità e l’importanza della casa nelle nostre vite. Ancora oggi, però, troppe persone sono costrette ad affrontare situazioni di forte disagio senza poter contare su un luogo in cui sentirsi protetti e al sicuro. Persone che hanno perso certezze a causa dell’instabilità finanziaria, persone senza fissa dimora che si ritrovano private della possibilità di autodeterminarsi come attori sociali o persone per le quali casa smette di essere un luogo ospitale e di conforto perché abitata da violenza, dolore e discriminazione.

Il progetto di Ikea “Un posto da chiamare casa” nasce con il nobile obiettivo di garantire al maggior numero di persone il diritto ad un posto in cui respirare il senso di casa e per renderlo possibile l’azienda ha promosso un modello virtuoso di collaborazione con associazioni del territorio e istituzioni locali per recuperare, riqualificare e arredare spazi vuoti, trasformandoli in luoghi di accoglienza destinati ad ospitare e supportare chi ne ha più bisogno.

Un posto da chiamare casa - IKEA

Il progetto di Ikea mira a ristrutturare, riqualificare, rigenerare e arredare spazi vuoti trasformandoli in luoghi di accoglienza. http://www.ikea.com

“In IKEA crediamo che tutti meritino un posto da chiamare casa e confidiamo, infatti, nel potere che ha il design di trasformare uno spazio in luogo in grado di accogliere la vita, l’identità e le relazioni” – ha dichiarato Asunta Enrile, Country Retail Manager & CSO IKEA Italia – “Lo facciamo da sempre, perché migliorare la vita quotidiana della maggioranza delle persone è la visione che ci guida. Un impegno che portiamo avanti ogni giorno per costruire una società più equa e attenta ai bisogni delle persone, a partire da quello che per noi è il posto più importante al mondo, la casa. Con questo progetto abbiamo voluto contribuire a scrivere, insieme alle associazioni con cui collaboriamo, delle  storie di rinascita e di riscatto, che siano di ispirazione per tutti”.

ASUNTA ENRILE_ AD IKEA ITALIA

Asunta Enrile, Country Retail Manager & CSO IKEA Italia. http://www.ikea.com

Nell’ultimo anno Ikea non solo ha messo in atto interessanti progetti per sostenere i piccoli imprenditori nel mondo, ma ha dato vita anche a sei progetti di accoglienza per sostenere le comunità locali e in particolar modo le fasce più fragili che con la pandemia hanno incontrato ulteriori difficoltà nella vita quotidiana. In stretta collaborazione con Associazione Risorse Donna (Cassino), Codice Segreto Onlus (Cagliari), Cooperativa sociale La Cordata (Milano), Binario 95 (Roma), La Band degli Orsi (Genova) e Trame di Quartiere (Catania), Ikea ha realizzato interventi che hanno permesso di creare soluzioni abitative su misura e adatte alle esigenze delle persone ospitate. I progetti sono volti a proteggere minori e famiglie in situazioni di sofferenza e donne vittime di violenza, dedicati all’inclusione e alla valorizzazione della diversità per persone con disabilità, senza fissa dimora o appartenenti alla comunità LGBT+.

“Come IKEA sentiamo la responsabilità di essere parte attiva della società per costruire insieme a tutti gli attori della comunità un futuro migliore”, ha dichiarato Ylenia Tommasato, Country Sustainability Manager IKEA Italia. “Grazie allo speciale e autentico legame che abbiamo creato con il territorio, riusciamo ad intervenire a sostegno di quanti si trovano in difficoltà, instaurando con associazioni e istituzioni collaborazioni virtuose, capaci di generare un impatto positivo sull’intera comunità locale”.

Per il progetto Ikea ha messo a disposizione la propria competenza, i propri prodotti e l’impegno dei propri co-worker sul territorio che hanno contribuito ai singoli interventi. Tutte le collaborazioni tra Ikea e le associazioni saranno raccolte e raccontate nel corso degli anni sul sito http://www.ikea.com; negli ultimi 10 anni sono stati oltre 700 i progetti sociali di accoglienza che Ikea ha contribuito a realizzare in tutta Italia. Un racconto con cui l’azienda vuole coinvolgere le persone mettendo in luce il grande lavoro svolto sul territorio da queste preziose realtà e invitare ciascuno ad essere parte attiva di un cambiamento positivo, attraverso azioni di volontariato e donazioni.

Foto della conferenza del progetto “Un posto da chiamare casa” di Ikea

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  • Assunta Enrile, Country Retail Manager & CSO IKEA Italia. www.ikea.com
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