Milano prova a dire no alla plastica monouso facendo leva sulla sensibilità di commercianti e cittadini, in collaborazione con Legambiente e Confcommercio. È già partito il progetto “Milano plastic free”, che al momento conta circa 200 adesioni tra bar, ristoranti e negozi di prossimità impegnati a sostituire la plastica monouso con altri materiali.
Il divieto di utilizzare la plastica usa e getta entrerà in vigore nell’Unione europea dal 2021. Passo dopo passo saranno vietati prodotti come piatti e posate, mescolatori per bevande, cannucce e cotton fioc (questi ultimi in Italia sono già vietati e dal primo gennaio 2019 vige l’obbligo di sostituirli con quelli biocompostabili). Ciononostante, si allunga l’elenco dei comuni italiani che già dal 2018 hanno adottato ordinanze che vietano la plastica monouso. Si tratta soprattutto di mete turistiche con località balneari rinomate e tra queste ci sono le isole Tremiti e Lampedusa.
Milano, che secondo i dati comunicati da Amsa produce ogni anno circa 35.000 tonnellate di plastica, prova a fare la sua parte. L’amministrazione comunale non vieta la plastica usa e getta, tuttavia propone ai commercianti di aderire al progetto “Milano plastic free”.
Le adesioni, ad oggi circa 200, cominciano ad arrivare anche da esercizi commerciali che si trovano in altre zone della città. In via Toscana, per esempio, c’è Santeria Social Club che in aprile, in occasione del prossimo FuoriSalone, organizzerà un evento per dire addio alla plastica usa e getta, sia durante la normale attività di somministrazione che per i concerti. Si tratta, stando al piano di sostenibilità economica elaborato dai proprietari, di 200 mila bicchieri e 50 mila bottigliette di plastica all’anno, che saranno sostituiti dalla bioplastica o da altri materiali.
Gli esercizi commerciali che aderiranno al progetto saranno riconoscibili perché potranno esporre la vetrofania creata ad hoc con il logo “Milano plastic free”: tante cannucce stilizzate che formano il Duomo di Milano.
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