La riscoperta dei combustibili ricavati dal legno

La crisi energetica spinge più che mai a rivalutare anche combustibili naturali tradizionali rinnovabili come le biomasse legnose. Trattate correttamente,  sono biocombustibili ad alta resa termica

Silvia Scognamiglio
A cura di Silvia Scognamiglio
Pubblicato il 25/05/2024 Aggiornato il 25/05/2024
sostenibilità energia da camino

Una risorsa antica, proiettata nel futuro: i combustibili ricavati dal legno, se provengono da filiere “corte”, controllate e a basso impatto ambientale, sono un prodotto sostenibile ed efficace. Sono anche rinnovabili, a differenza delle energie dai dericati del petrolio destinate a esaurirsi. Il percorso circolare è denominato anche “uso a cascata del legno”; niente si distrugge, tutto viene riutilizzato, dagli scarti di lavorazione alla C02, prodotta dalla combustione, e riassorbita dagli alberi nel corso della loro crescita. Legna da ardere, pellet, cippato, bricchetti – la cui qualità è garantita da certificazioni volontarie – sono denominati biomasse legnose per distinguerli dalla categoria più ampia delle biomasse, che comprende tutti i combustibili di origine organica. I derivati del legno sono impiegati oggi per il riscaldamento domestico e altri utilizzi da un quarto delle famiglie italiane: il dato è riportato nel “Libro Verde dell’Energia dal Legno”, pubblicato quest’anno da AIEL (Associazione Italiana Energie Agroforestali). Il rapporto analizza le potenzialità energetiche di questi prodotti, sempre con l’obiettivo di  fare fronte alla crisi di approvvigionamento di gas che coinvolge tutta l’Europa. Infatti, le biomasse legnose possono alimentare impianti termici autonomi o centralizzati, sistemi di teleriscaldamento o microcogenerazione. Una gestione corretta e controllata del territorio e delle foreste, curati e mantenuti in buona salute, è alla base dell’impiego sostenibile di questo materiale come combustibile, nell’ottica della transizione ecologica del Pianeta. A parità di megawatt prodotti, le biomasse generano, bruciando, una quantità ridotta di emissioni di particolato e gas serra rispetto alle fonti fossili. La produzione ha anche un valore sociale in quanto offre, a tutti i livelli della filiera – dal taglio degli alberi al trasporto – opportunità lavorative sul territorio.

I numeri da ricordare

11 milioni di ettari: è l’estensione delle foreste in Italia, corrispondente al 36% della superficie totale. Negli ultimi 50 anni, la crescita è stata del 200%. Solo nell’ultimo decennio, l’aumento  delle aree boschive è stato  di 587.000 ettari.

Secondo il Rapporto  sullo Stato delle Foreste  e del settore Forestale  in Italia, la quantità di legna prelevata dai boschi  è compresa tra il 18%  e il 34% in rapporto  alla loro crescita annuale;  con una percentuale  molto inferiore alla media  europea, che è del 62%.

Per ogni MW/h  di energia termica prodotta dalla combustione di legna  si generano 25 kg  di gas serra (26 kg dal cippato, 29 kg dal pellet). Cifre molto inferiori a quelle dei combustibili fossili: 326 kg dal gasolio, 270 kg dal GPL, 250 kg dal gas naturale (studio dell’Università di Stoccarda).

Legna da ardere

legna da ardere

Il biocombustibile più tradizionale per impieghi domestici può alimentare stufe e caldaie a legna. Si differenzia per classi (A1+, A1, A2, B1) a seconda del contenuto idrico (dipende dalla stagionatura, della qualità e dall’aspetto  dei singoli pezzi). La certificazione Biomassplus® di AIEL garantisce che la legna da ardere sia tracciabile e sostenibile. Secca ha un resa e costi superiori   alla fresca: il livello di essiccazione si può verificare con l’igrometro.

Pellet,  scarti compressi

pellet

Sono cilindretti compatti,  se di buona qualità realizzati solo con segatura e trucioli di legno vergine (in genere a km 0).  Sono unicamente sottoposti  a compressione meccanica, senza leganti o componenti chimici.  Il pellet si usa come combustibile per impianti domestici e industriali. Ad alto potere calorifico, bruciando emette una quantità  di CO2 riassorbibile dalle piante con la fotosintesi. Quello di qualità è certificato dal marchio ENplus.

Cippato in scaglie

cippato in scaglie

Si tratta di legno sminuzzato  in scaglie lunghe fino a 6 cm, ricavate a partire da scarti forestali, agricoli e industriali. Può alimentare impianti termici medio-grandi (almeno da 40-45 kW con potenza di 50-60 MWh termici annui). Se il sistema è ad alta efficienza, si può impiegare cippato di qualità B1, più economico; nei piccoli impianti occorrono l’A1 o A2, più costosi. Risulta una scelta conveniente se il fornitore si trova nel raggio di 70-100 km.

Bricchetti ad alta densità

bricchetti ad alta densità

Ottenuto come il pellet da scarti  di legno triturati e pressati, è un combustibile solido che si presenta in genere sotto forma  di tronchetti lunghi 20-30 cm. La densità dei bricchetti è doppia rispetto a quella della legna da ardere: vengono impiegati per alimentare i barbecue, i forni delle pizzerie; nei camini e nelle stufe domestiche servono per avviare la combustione. Minore è il contenuto di umidità, più elevata è la resa calorica.

 

Si ringrazia per la collaborazione AIEL, Associazione Italiana Energie Agroforestali (www.aielenergia.it)

Come valuti questo articolo?
12345
Valutazione: 0 / 5, basato su 0 voti.
Avvicina il cursore alla stella corrispondente al punteggio che vuoi attribuire; quando le vedrai tutte evidenziate, clicca!
A Cose di Casa interessa la tua opinione!
Scrivi una mail a info@cosedicasa.com per dirci quali argomenti ti interessano di più o compila il form!