Il “senso di casa” per gli italiani va oltre le quattro mura domestiche

Come evolve il “senso di casa” è il focus del Life at home Report 2018, la più grande ricerca internazionale firmata IKEA che esplora le tendenze legate alla vita domestica nel mondo e l’evolvere del concetto stesso dell’abitare.

Alessandra Caparello
A cura di Alessandra Caparello
Pubblicato il 24/12/2018 Aggiornato il 24/12/2018
senso di casa indagine sugli italiani

L’idea tradizionale di “senso di casa” sta cambiando profondamente in tutto il mondo e oggi riveste una molteplicità di significati che vanno oltre l’idea di luogo fisico. E proprio su come evolve il “senso di casa” che si concentra il Life at home Report 2018*, ricerca internazionale firmata IKEA che esplora le tendenze legate alla vita domestica nel mondo e l’evolvere del concetto stesso dell’abitare.

La ricerca in particolare rileva come cambiamenti globali significativi quali variazioni demografiche, la rivoluzione digitale e tecnologica, l’urbanizzazione, insieme all’imporsi di nuovi stili di vita, abbiano un impatto sul “senso di casa” e contribuiscano a definire una nuova geografia della vita domestica, dentro e fuori le quattro mura di casa. Negli ultimi due anni nelle grandi città si è registrato un notevole aumento di chi afferma che ci sono luoghi dove ci si sente più a casa rispetto alla propria abitazione principale: dal 20% del 2016 al 35% del 2018. Un sentimento diffuso non solo tra chi vive in città, ma un fenomeno globale che corrisponde ad un trend emergente in tutto il mondo e in Italia, oggi, questo vale per 1 italiano su 4.

Sentirsi a casa oltre le quattro mura domestiche

Ma cosa significa sentirsi a casa oltre le “quattro mura”? A questa domanda risponde la ricerca Life at Home Report 2018. Il concetto di casa si fonda su 4 dimensioni: la relazione, lo spazio, il luogo, gli oggetti. Per gli italiani la dimensione che conta di più è quella della relazione, (61%) quella dei rapporti personali che si instaurano con le persone con cui si vive.  Per il 45% degli intervistati è lo spazio fisico a determinare il senso di casa, seguito dal luogo in cui si vive, inteso come quartiere e comunità (26%) e, in ultimo, dagli oggetti che vanno a riempire la casa.

Ma oltre a queste quattro dimensioni il “senso di casa” si realizza  anche grazie a all’interazione fra 5 bisogni emozionali . Quali sono questi 5 bisogni emozionali? Sicurezza – sentirsi sicuri e ben inseriti nel contesto dove viviamo. Più ci sentiamo accettati dalle persone con cui viviamo, più ci sentiamo sicuri nei nostri spazi – Privacy – sentirsi padroni di dove e come garantiamo la nostra riservatezza, senza intrusioni – Comfort – sentirsi soddisfatti e a proprio agio nel contesto in cui viviamo. Più ci sentiamo a nostro agio con le persone con cui viviamo, più ci sentiamo soddisfatti nei nostri spazi – Proprietà – sentire che un luogo e uno spazio sono “nostri”. Più possiamo essere noi stessi con le persone con cui viviamo, maggiore è la probabilità di fare nostri gli spazi in cui abitiamo – Senso di appartenenza – è sentirsi parte di un gruppo di persone che accetta chi siamo, o ritrovarsi in luoghi specifici che ci rispecchiano.

 Attività tipicamente domestiche vanno oltre le mura di casa

Le nostre case sono spesso percepite come limitanti: la mancanza di spazio o di proprietà, l’assenza di privacy o di affinità con le persone con cui viviamo ci spingono a cercare altrove il senso di casa. Numerose sono le occasioni per soddisfare i propri bisogni emozionali fuori casa, anche grazie alle opportunità che le città offrono di espandere i confini delle nostre abitazioni: oltre un terzo degli italiani pensa che imparare cose nuove (culture, competenze ecc.) sia una priorità nella vita e trascorre tempo fuori casa per vivere esperienze che aiutino a crescere come persone.  Il Life At home Report rileva come tante delle attività una volta considerate tipicamente domestiche, si siano spostate fuori casa: rispetto ad altri Paesi europei ad esempio in Italia è più frequente trascorrere fuori casa del tempo con i figli (51% vs 33% tot. Europa) o rilassarsi e, addirittura, farsi una doccia (40% vs 36% tot. Europa). Allo stesso tempo però gli italiani svolgono in casa attività tradizionalmente svolte in altri luoghi: 2 italiani su 5 infatti dichiarano di portare regolarmente il lavoro a casa, una percentuale superiore rispetto a quella della maggior parte degli altri Paesi europei. Si registra così l’inizio di una nuova era per la vita a casa, quella oltre le quattro mura.

 

*L’indagine ha coinvolto, da marzo ad agosto, oltre 22.000 persone di diverse fasce d’età, in 22 Paesi, attraverso conversazioni online, incontri e ascolto dei social media: Australia, Asia, Europa, Medio Oriente, Stati Uniti.L’obiettivo di IKEA è da sempre quello di migliorare la vita quotidiana della maggioranza persone. Da cinque anni, grazie al Life at Home Report, abbiamo la possibilità di guardare da vicino come le persone vivono la loro vita in casa e come cambia nel tempo il concetto di abitare, in Italia e nel mondo. Questa conoscenza è per noi fondamentale perché ci permette di essere sempre più vicini ai bisogni reali delle persone e di trovare ogni giorno nuove soluzioni per stare al passo con i cambiamenti che attraversano la nostra società. Il Life at Home Report rappresenta appieno la nostra filosofia: è un prodotto aperto, disponibile e vicino a tutti, uno strumento che mettiamo a disposizione di chiunque voglia capire qualcosa in più dell’abitare contemporaneo e contribuire al nostro obiettivo di sempre, migliorare la vita quotidiana della maggioranza delle persone” – dichiara Alessandro Aquilio, Country Communication Manager di IKEA Italia

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