Ecco i vincitori del primo Premio Italiano di Architettura

Il primo Premio Italiano di Architettura a due giovani progettiste, a Renzo Piano e a Cino Zucchi.

Architetto Marcella Ottolenghi
A cura di Architetto Marcella Ottolenghi
Pubblicato il 11/07/2020 Aggiornato il 13/07/2020
Renzo Piano ritratto da Stefano Goldberg nel RPBW a Parigi

Promossa dal MAXXI di Roma e dalla Triennale di Milano, la prima edizione del Premio Italiano di Architettura ha assegnato il premio alla carriera a Renzo Piano, una menzione d’onore a Cino Zucchi per i Lavazza Headquarters a Torino e i due riconoscimenti principali ad altrettante giovani progettiste.

Sulla base delle esperienze passate della Medaglia d’Oro all’Architettura Italiana dell’istituzione milanese e del progetto YAP Young Architects Program del museo romano, la nuova collaborazione ha dato vita a questo riconoscimento per valorizzare i progetti italiani, promuovendo architetti e realizzazioni nel segno dell’innovazione, della qualità progettuale, del ruolo sociale del costruito.

La giuria internazionale ha deliberato i vincitori scegliendoli da una shortlist di sei finalisti, individuati tra trentuno candidature iniziali proposte da un gruppo di esperti. A due donne i riconoscimenti principali: a Francesca Torzo per il miglior edificio realizzato negli ultimi anni e a Lucy Styles come migliore progettista under 40.

La prima ha conquistato il palmarès grazie allo spazio espositivo Z33 House for Contemporary Art, Design and Architecture, nuovo edificio inserito nel giardino dell’antico beghinaggio di Hasselt, in Belgio. Un’opera che a detta dei giurati si distingue «per la capacità profonda di interpretare la storia dell’isolato e del tipo edilizio che lo occupa e per l’intelligenza spaziale ed espressiva mostrata nel configurarlo in uno spazio espositivo perfettamente adeguato alle esigenze contemporanee».

La londinese Lucy Styles è stata selezionata invece per il progetto Home Sweet Home, spazio domestico a cielo aperto che rimette in discussione l’idea contemporanea di privacy e di proprietà. Realizzata come installazione temporanea nella piazza del MAXXI, l’edificio per la giuria «stimola una riflessione sul nostro modo di vivere i luoghi della quotidianità. Ancor più appropriata in tempi di pandemia e di multi-uso della casa, offre una nuova interpretazione degli spazi dell’abitazione che, inglobando la città al loro interno, diventano tutt’uno con essa».

La menzione d’onore del Premio Italiano di Architettura è andata a Cino Zucchi per la sede principale della Lavazza a Torino, costruita a fianco della ex centrale Enel e con spazi aperti al pubblico.

Riconoscimento alla carriera invece al grande Renzo Piano per «l’impegno professionale e civile che ha segnato e continua a segnare la sua produzione architettonica e l’instancabile opera di promozione della qualità e del valore pubblico dell’architettura».  

  • Lavazza Headquarters di Cino Zucchi menzione d'onore (foto Andrea Martiradonna)
  • Home Sweet Homes di Lucy Styles migliore progettista u40
  • Z33 di Francesca Torzo miglior edificio recente (foto di Gion Balthasar von Albertini)

 

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