Che rapporto hanno gli italiani con la propria casa? I dati di una ricerca Ipsos

Una ricerca elaborata da Ipsos fotografa cosa pensano gli italiani della casa e come stanno cambiando le abitudini abitative.

Alessandra Caparello
A cura di Alessandra Caparello
Pubblicato il 01/11/2022 Aggiornato il 01/11/2022
disegno casette sotto la lente

Una ricerca di Changes Unipol, realizzata ed elaborata da Ipsos, ha analizzato il rapporto degli italiani con la propria abitazione scattando un’istantanea su vissuto, progetti e desideri legati alla casa*.

Si è perso in convivialità domestica: dalla ricerca emerge che la maggior parte degli italiani intervistati (48%) passa oggi meno tempo in casa con gli amici rispetto a due anni fa. E, rimanendo invece di più in casa (senza amici), ci si dedica maggiormente a renderla più bella e funzionale. Come? Un italiano su tre (il 32%) ha sostituito degli elettrodomestici e il 23% pensa di farlo entro il prossimo anno, mentre il 18% ha fatto cambiamenti nell’arredamento.

C’è poi chi ha ristrutturato gli interni (il 17%) e gli esterni (il 14%). Proprio questi lavori, grazie anche agli incentivi statali, tra bonus casa, ecobonus e bonus mobili, in vigore fino al 2024, rimane nei programmi per il prossimo anno.

Ma c’è chi invece che ristrutturare preferisce comprare casa nuova. Circa un italiano su tre (il 29%) ipotizza di cambiare casa nei prossimi due anni. La certezza del cambiamento è più marcata tra gli abitanti di Torino (11%), Firenze (10%) e Bari (10%).

La preferenza per un’abitazione di proprietà rimane forte, ma viene espressa solo dal 55% degli italiani, a fronte di un 17% per l’affitto: è soprattutto nelle grandi città del Centro Nord che la propensione per l’acquisto è più marcata, con percentuali tra il 60 e il 70% circa (in particolare Milano è al primo posto con il 67%). Le soluzioni abitative alternative quali l’affitto, le case/residence con formule “zero pensieri” oppure il co-living sono invece scelte specie dai più giovani della Generazione Z (fino a 26 anni, evidentemente anche a causa di minor reddito disponibile).

Cosa non può mancare nella casa degli italiani? Gli italiani danno priorità ad ambiente e clima, e mettono in secondo piano la tecnologia. Il riscaldamento è considerato irrinunciabile dagli intervistati ma anche la possibilità di produrre energia green o comunque avere impianti energeticamente efficienti è ritenuta indispensabile per il 39%, seguita dall’avere un giardino privato (37%), l’aria condizionata (32%) o una terrazza privata (30%). La casa hi-tech non sembra per ora una priorità, visto che le tv di ultima generazione sono indicate come “must have” solo nel 19% dei casi, così come l’home security (10%, che però sale al 18% per la Gen Z) e la domotica (7%).

Il primo criterio di scelta di una nuova casa? Sicuramente il prezzo (64%), seguito dalla zona (48%), dalla luminosità (42%) e dalla metratura (41%), ma inizia a emergere una forte attenzione su impatto ambientale ed efficienza energetica (37% dei casi). Tra gli altri fattori, la sicurezza (presenza di telecamere nelle aree comuni e servizio di portineria) viene indicata soltanto nel 18% dei casi.

Si scardina il sogno del vivere nei centri storici: potendo scegliere, soltanto 1 italiano su 4 (il 24%) preferirebbe vivere in centro città, a fronte di un 40% che vorrebbe stare in periferia, pur di avere a disposizione spazi più ampi, e di un 36% che vorrebbe andare fuori città, in un contesto più tranquillo, a contatto con la natura e in una casa più grande. I più propensi al centro delle città sono i giovani della Gen Z (34%), laddove le preferenze dei Millennials (tra 27 e 40 anni) si concentrano sulle periferie (45%) e quelle dei Baby Boomers sul fuori città (43%).

 

* L’indagine è stata realizzata presso un campione rappresentativo della popolazione nazionale di età 16-74 anni (oltre 44 milioni di individui) e dei residenti nelle principali Aree Metropolitane (oltre 13 milioni di individui), secondo genere, età, area geografica, ampiezza centro, titolo di studio, tenore di vita, professione e nucleo familiare. Sono state realizzate 1.720 interviste, condotte mediante metodo CAWI (Computer Assisted Web Interviewing: metodologia di raccolta dati che si basa sulla compilazione di un questionario via web).

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