Cambio ora 2023 nella notte tra il 25 e 26 marzo: lancette avanti di un’ora per il ritorno dell’ora legale

Tornano il cambio ora e l'avvento di quella legale, che ha come finalità quella di ottimizzare le ore di luce naturale del giorno, ottenendo risparmi in termini soprattutto economici, obiettivo fondamentale ancora di più nel contesto attuale.

Alessandra Caparello
A cura di Alessandra Caparello
Pubblicato il 23/03/2023 Aggiornato il 24/03/2023
Esterni con pergola PERGOLUMEN BT Group

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Con la primavera torna anche l’ora legale: nella notte tra sabato 25 e domenica 26 marzo 2023, dovremo spostare le lancette degli orologi – formula ormai superata dato che i dispositivi elettronici connessi ad internet lo fanno in automatico – un’ora avanti; dalle 02:00 si passerà alle 03:00. L’ora legale sarà in vigore fino alla fine di ottobre, con il ritorno all’ora solare.

Ora solare e ora legale: le differenze

L’ora solare è quella definita dal fuso orario del luogo in cui si regola l’orologio. L’ora legale invece è quella che – per sfruttare maggiormente la luce durante la primavera e l’estate (periodi in cui aumenta anche in termini quantitativi il numero di ore in cui è presente il sole) è stata stabilita, appunto, da una specifica disposizione di legge.

Ora legale in Italia

Era il 3 giugno del 1916 quando venne introdotta per la prima volta in Italia l’ora legale seguendo l’Inghilterra al fine di risparmiare sull’energia elettrica e far fronte così alle spese di guerra. Da quella data è stata di volta in volta modificata nel corso del tempo. Così fino al 1980 l’ora legale durava 4 mesi, da fine maggio a fine settembre, dal 1981 al 1995 venne allungata a 6 mesi, dall’ultima domenica di marzo all’ultima di settembre. Dal 1996 ad oggi invece dura 7 mesi, dall’ultima domenica di marzo all’ultima domenica di ottobre. Nel 2010 l’Italia, recependo la direttiva 2000/84/CE del Parlamento europeo, ha fissato l’inizio dell’ora legale all’ultima domenica di marzo, la fine all’ultima domenica di ottobre.

L’introduzione dell’ora legale ha come finalità quella di ottimizzare le ore di luce naturale del giorno, ottenendo risparmi in termini economici e di inquinamento. Con l’ora legale infatti si ritarda l’uso della luce artificiale quindi l’accensione delle lampadine e della corrente elettrica, beneficiando dell’illuminazione naturale in un momento in cui le attività lavorative sono ancora in pieno svolgimento.

Bonus luce contro i rincari bollette

Proprio il rincaro energetico è un argomento caldo contro cui il governo è intervenuto potenziando il bonus sociale luce e gas, una riduzione delle spese sulle bollette di elettricità e gas naturale e consiste nella possibilità di usufruire di uno sconto in bolletta per tutti gli utenti domestici e non domestici in condizioni economicamente svantaggiate. Lo sconto in bolletta può essere richiesto dal cittadino/nucleo familiare che deve risultare in condizione di disagio economico. Per godere del bonus luce e gas si deve appartenere ad un nucleo familiare con indicatore ISEE non superiore a 8.265 euro, elevata a 15mila euro per il 2023 oppure appartenere ad un nucleo familiare con almeno 4 figli a carico (famiglia numerosa) e indicatore ISEE non superiore a 20.000 euro.

 

Ora legale: circa 220 milioni di euro di risparmi in 7 mesi

Secondo le stime di Terna, la società che gestisce la rete di trasmissione nazionale, nei sette mesi in cui sarà in vigore l’ora legale l’Italia risparmierà circa 220 milioni di euro milioni di euro, grazie a un minor consumo di energia elettrica pari a circa 410 milioni di kWh che genererà, inoltre, un rilevante beneficio ambientale, quantificabile nella riduzione di circa 200 mila tonnellate di emissioni di anidride carbonica in atmosfera. 

Il beneficio economico stimato per il periodo di ora legale nel 2023 è calcolato considerando che il costo del kWh medio per il ‘cliente domestico tipo in tutela’ (secondo i dati dell’ARERA) è, attualmente, pari a circa 53 centesimi di euro al lordo delle imposte. I circa 410 milioni di kWh di minori consumi di elettricità equivalgono al fabbisogno medio annuo di oltre 150 mila famiglie.

Dal 2004 al 2022, secondo l’analisi della società guidata da Stefano Donnarumma, il minor consumo di energia elettrica per l’Italia dovuto all’ora legale è stato complessivamente di circa 10,9 miliardi di kWh e ha comportato, in termini economici, un risparmio per i cittadini di circa 2 miliardi di euro.

Nessuna abolizione (per il momento) del cambio ora

 Su richiesta dei Paesi del Nord Europa (che preferiscono mantenere l’ora solare per poter sfruttare meglio la poca luce solare a disposizione durante il periodo invernale), ad agosto 2018 quasi 5 milioni di cittadini dell’Unione Europea risposero ad una consultazione esprimendosi favorevolmente sull’abolizione del passaggio ora solare/ora legale e viceversa.

Da qui ebbe inizio una discussione che coinvolse dapprima la Commissione europea e poi giunse all’Europarlamento, lasciando però alla discrezione dei singoli Stati la decisione se mantenere l’ora solare o quella legale o continuare con il cambio dell’ora due volte all’anno. Un problema che potrebbe verificarsi è però quello del rischio di avere vari fusi orari. 

L’Italia – che in passato aveva chiesto a Bruxelles di mantenere l’attuale status quo per il cambio dell’ora – non ha preso ancora una decisione definitiva in attesa di una valutazione dei vantaggi e degli svantaggi, ma si ritiene da molti che l’ora legale in molti Paesi porti ad accendere la luce un’ora dopo, facendo risparmiare. La Francia ha invece già deliberato, con una consultazione popolare, di eliminare il cambio dell’ora e di tenere l’ora legale, dicendo addio a quella solare.  

 

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