Bollette luce “gonfiate”: i consigli per evitare salassi

Dai consumi presunti, all’applicazione di clausole contrattuali errate, fino alla pretesa di arretrati oltre i due anni, non è infrequente ricevere bollette "gonfiate". Ecco una piccola guida con i consigli pratici per capire come pagare il giusto.

Alessandra Caparello
A cura di Alessandra Caparello
Pubblicato il 16/06/2020 Aggiornato il 16/06/2020
Bollette luce “gonfiate”: i consigli per evitare salassi

Da marzo a maggio, in pieno lockdown imposto dall’emergenza coronavirus che ha costretto in casa milioni di italiani, le bollette di luce e gas hanno avuto un forte calo. A rivelarlo una simulazione condotta a maggio da Facile.it* secondo cui in appena due mesi i costi per gli utenti finali si sono ridotti del 7,2% per l’energia elettrica e del 10% per il gas. A partire dal primo aprile poi l’Arera, l’Authority di settore, ha rivisto al ribasso le tariffe della luce per il secondo trimestre del 2020 (-18,3%) per i clienti in regime di maggior tutela.

Ma non sempre accade di ricevere a casa una bolletta più leggera. Questo perché la fattura della luce potrebbe essere gonfiata rispetto ai consumi reali. Ecco le regole d’oro stilate da SOStariffe.it**per smascherare i costi aggiuntivi e accertarsi così di star pagando il giusto.

I consigli per evitare bollette gonfiate

In primo luogo occorre controllare i consumi. Buona norma è imparare a leggere con attenzione la bolletta, per evitare di pagare ciò che non si deve, anche se siamo passati al mercato libero e abbiamo sottoscritto un’offerta luce conveniente.

Tra le voci di costo riportate sulla fattura ce ne sono alcune fisse:

– il costo della materia prima, deciso dal fornitore di energia e indicato sul contratto firmato;

– la spesa per trasportare l’energia dalle centrali a casa;

– quella per lettura e gestione del contatore, che cambia con i consumi;

– gli oneri di sistema.

A queste voci costanti si aggiungono poi diverse imposte, come l’IVA e le accise a cui di recente si è aggiunto il canone RAI che costa 90 euro all’anno, ma si paga 9 euro per volta in 10 mesi. Le bollette hanno un genere una periodicità bimestrale. I consumi riportati devono essere effettivi, cioè corrispondere ai valori riportati dal contatore.

È poi ricordarsi di comunicare l’autolettura, ovvero comunicare al fornitore i dati riportati volta per volta sul nostro contatore. Controllare ogni bimestre il contatore ci aiuterà ad accorgerci se i valori riportati in bolletta non corrispondono al consumo reale. Se si dovessero notare delle difformità, è bene rivolgersi al servizio clienti del proprio fornitore in modo da farsi inviare una nuova bolletta con i consumi effettivi.

Ad oggi i contatori della luce sono in molti casi smart meter, cioè contatori elettronici tele-gestiti, letti a distanza dal fornitore e in tal caso non deve essere comunicata nessuna lettura, poiché lo smart meter trasmette i dati rilevati in tempo reale ogni quarto d’ora e le fatture sono emesse in base ai consumi effettivi. Ad ogni modo se vogliamo leggere quanto stiamo consumando, la gran parte dei modelli di contatore elettronico dispongono di un tasto grigio vicino al display, premendo il quale si potranno visualizzare il codice cliente, la potenza massima del contatore, e i dati di consumo in corrispondenza dei simboli A1, A2 e A3 che indicano la quantità di energia usata nelle varie fasce orarie (rispettivamente F1, F2 ed F3).

Se in casa abbiamo ancora il vecchio contatore tradizionale, invece, è importante ricordarsi di comunicare le cifre prima della virgola. Tutti i gestori mettono a disposizione appositi canali per trasmettere i dati rilevati: un numero telefonico, un’app per tablet e smartphone oppure un’area del proprio sito.

Per trovare la tariffa giusta che fa al caso proprio è bene verificare il proprio profilo di consumo, assegnato in sede di firma del contratto per la fornitura dell’energia elettrica e che poi si ritroverà in bolletta, insieme al tipo di offerta sottoscritta, alla tensione della fornitura elettrica e alla potenza impegnata. Tuttavia il profilo che è stato selezionato in fase di firma del contratto potrebbe non essere applicato correttamente. Se le condizioni, occorre inviare un reclamo al fornitore o anche esigere un eventuale rimborso del prezzo ingiustamente pagato per l’errore del fornitore.

Al pari del profilo di consumo, è importante controllare anche l’applicazione di tutte le altre clausole del contratto. Se ad esempio abbiamo stipulato un contratto di fornitura di energia con tariffa monoraria e nella bolletta ritroviamo la ripartizione dei consumi su due fasce orarie, allora c’è evidentemente un errore di applicazione delle clausole del contratto.

Infine un accorgimento da tenere in considerazione riguarda la prescrizione delle bollette. A partire dal 2019 le bollette della luce si prescrivono in due anni e non più in cinque. Il diritto al pagamento del corrispettivo da parte del fornitore dunque viene meno passati i due anni dall’emissione. Se il fornitore ci richiede arretrati più vecchi di 24 mesi non siamo tenuti a pagare, né la compagnia potrà sospendere l’erogazione dell’energia per morosità. In caso in cui si riceva in bolletta la richiesta di pagare un importo caduto in prescrizione, bisognerà inviare un reclamo tramite raccomandata con ricevuta di ritorno.

*La simulazione effettuata dal portale Facile.it è stata condotta su un panel di cinque compagnie e relative offerte. E’ emerso come, fra le tariffe applicate dalle aziende considerate, il costo della materia prima luce, sia variato tra il -14% e il +6%, determinando una riduzione media – da marzo a maggio 2020 – pari al 7,2%. Per il gas, invece, in tutti e cinque i casi presi in esame è stata rilevata una diminuzione, con un range che varia tra il -18% e il -1%; il valore medio del calo è stato, quindi, sempre da marzo a maggio, addirittura superiore a quello dell’energia e pari al 10%.

** SOStariffe.it è un che permette di confrontare tariffe e offerte delle principali utenze domestiche e servizi finanziari.

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