Modularità, uso consapevole dei materiali e riciclo: il design sostenibile dei nuovi divani

Il design innovativo dei nuovi divani è soprattutto sostenibile. E punta su flessibilità funzionale e materica, nel segno dell’economia circolare.

Architetto Marcella Ottolenghi
A cura di Architetto Marcella Ottolenghi
Pubblicato il 23/03/2021 Aggiornato il 23/03/2021
magis costume stefan diez

Fino ad oggi i metodi produttivi per dare vita a un imbottito rispondevano essenzialmente a processi codificati, ma il design sostenibile dei nuovi divani sta cambiando le regole. Due sono infatti essenzialmente le procedure tradizionali: telaio di legno, con cinghie e molle, schiumato e rivestito, oppure telaio di metallo ammortizzato ricoperto di schiuma, imbottito e rivestito.

I nuovi prodotti stanno però sovvertendo i dettami, frutto dell’adeguamento dei processi industriali nel segno della sostenibilità, di un uso consapevole dei materiali, della riciclabilità di ogni singolo componente. Con l’aggiunta di una razionalizzazione dei sistemi che punta alla modularità e alla flessibilità nel tempo, al fine di evitare sprechi e di adattare il divano al cambiamento nel tempo delle esigenze abitative.

  • magis costume divano tre posti con chaise longue
  • magis costume poltrona
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  • magis divano costume bracciolo
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  • magis costume scocca
  • magis costume stampo rotazionale

Esemplare il caso di Costume, nuovo sistema di sedute disegnato da Stefan Diez per Magis. “Ci siamo posti l’obiettivo di sviluppare un sistema di divani completamente smontabile”, spiega il designer stesso, “con meno schiumato possibile e un rivestimento che potesse essere lavato.”

Dalla ricerca, inizialmente molto simile a una sfida e durata ben quattro anni, è nato questo programma avanzato, sia nella concezione sia nella produzione. La struttura portante è di polietilene riciclato e riciclabile, stampato in modalità rotazionale sfruttando scarti di lavorazione dei settori dell’automotive e dell’arredamento. Schienale e seduta sono imbottiti con un inserto a molle insacchettate, con soprastante sottile strato di schiuma poliuretanica. Il tutto tenuto insieme dal rivestimento di tessuto, fissato con cinghie, sfoderabile. Ogni materiale è così ben separato dal resto, pertanto riciclabile a fine vita, mentre la quantità di schiuma – questa sì purtroppo non riciclabile – è minima. Separazione che ne permette nel tempo anche la sostituzione, quando le sollecitazioni dell’utilizzo ne hanno compromesso il comfort.  

Ulteriore qualità, degna di una economia circolare, è la modularità. Il design sostenibile dei nuovi divani prevede infatti un solo elemento di seduta, da completare con bracciolo sia a destra sia a sinistra o ottomana. Speciali connettori, fissati agli angoli e volutamente visibili (grazie a colori in contrasto o in tinta), rendono possibili composizioni su misura. Semplici da smontare e da trasformare in caso di trasloco, di cambiamento delle esigenze e del gusto. “I sistemi sono come una specie di alfabeto”, continua Stefan Diez. “A me non interessa tanto fornire risposte pronte, quanto mattoncini con cui poi dare vita a parole, frasi, storie. I sistemi non sono qualcosa di statico, possono essere reinterpretati sempre in modo nuovo. Così come i mattoncini possono essere ulteriormente migliorati in modo indipendente.”  

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