Il Salone del Mobile.Milano punta sempre più sulla sostenibilità

Firmato dalla presidente di Salone del Mobile.Milano, Maria Porro, il programma di Politica di Sostenibilità per le prossime edizioni.

Architetto Marcella Ottolenghi
A cura di Architetto Marcella Ottolenghi
Pubblicato il 21/02/2023 Aggiornato il 21/02/2023
design with nature Salone del Mobile.Milano sostenibilità

Salone del Mobile.Milano, dopo le prime linee guida date alle due ultime edizioni, persegue il cammino etico, presentando un documento di Politica di Sostenibilità firmato dalla sua presidente Maria Porro.

Una scelta importante per il settore delle manifestazioni fieristiche, già concretizzata con l’adesione al Global Compact, promosso dalle Nazioni Unite per la virtuosità aziendale, con la condivisione di linee guida green per la progettazione e la realizzazione degli allestimenti e con l’avvio dell’iter per la certificazione ISO 20121 inerente la gestione sostenibile di una manifestazione del genere.

Politica di Sostenibilità del Salone del Mobile.Milano

L’obiettivo del documento, anche per questa 61a edizione del Salone del Mobile.Milano, è l’organizzazione – sia degli appuntamenti gestiti direttamente sia di quelli in carico alle diverse aziende partecipanti – di un sistema responsabile dal punto di vista ambientale, economico, sociale. Il che si traduce nella tensione verso un impatto dell’intera manifestazione il più possibile positivo, mediante un utilizzo efficiente delle risorse, una riduzione degli sprechi e dell’impatto sull’ambiente, una maggiore attenzione nella tutela dei diritti delle persone e della sicurezza e della salute dei lavoratori e dei visitatori. Ovviamente con il fine ultimo di dare vita a un Salone che porti beneficio alle aziende del settore e più in generale alle comunità del territorio: competitivo, ma a misura d’uomo e capace di proiettarsi nel futuro.

La Politica di Sostenibilità del Salone del Mobile.Milano elenca dunque una serie di impegni concreti che possano coinvolgere tutte le figure attive prima, durante e dopo la fiera, tenendo come punti fermi i principi di inclusione, di integrità, di trasparenza. Nel segno di un business – che ogni anno porta a Rho oltre 370.000 visitatori specializzati (di cui ben oltre la metà internazionali) e più di 27.000 persone nelle giornate aperte al grande pubblico, oltre a 5.000 giornalisti da tutto il mondo – che sia anche etico.   

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