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La Banca Centrale Europea nell’ultima riunione del 6 giugno 2025 ha annunciato un nuovo taglio dei tassi di interesse, portando il costo del denaro al 2%.
Questa decisione arriva in un momento cruciale per l’economia europea e potrebbe avere effetti importanti anche per chi ha un mutuo variabile in corso o intende sottoscriverne uno nuovo.
Euribor in calo e mutui a tasso variabile
Quando la BCE abbassa i tassi di interesse difatti rende meno costoso il denaro per le banche.
Questo meccanismo dovrebbe spingere gli istituti a offrire prestiti – tra cui i mutui – a condizioni più vantaggiose, con l’obiettivo di stimolare l’economia, incentivare gli investimenti e sostenere i consumi.
L’impatto più immediato del taglio riguarda i mutui a tasso variabile, legati in gran parte all’indice Euribor, che tende a scendere quando i tassi BCE calano.
Per molte famiglie che stanno pagando le rate del mutuo variabile questo si traduce in rate più leggere, mentre per chi deve accendere un mutuo oggi si apre la possibilità di contrarre un finanziamento a interessi più bassi.
Quanto dovrebbe scendere la rata del mutuo
Volendo dare qualche numero, l’ultimo taglio dei tassi dello 0,25% deciso dalla Bce determinerà, a regime, un risparmio sulle tipologie di mutuo più diffuse in Italia compreso tra i 13 e i 30 euro al mese.
I calcoli arrivano dal Codacons, che stima l’impatto sulle spese di una famiglia che ha acceso un finanziamento a tasso variabile per l’acquisto della prima casa.
Mutuo 20 anni per 100-200mila
Per un mutuo a 20 anni di importo compreso tra i 100mila e i 200mila euro, il risparmio sulla rata mensile varia tra i 13 e i 27 euro, pari ad una minore spesa annua tra -156 e -324 euro.
Mutuo 30 anni di 100-200mila
Se il finanziamento di importo compreso tra i 100mila e i 200mila euro, ha una durata di 30 anni, il taglio dei tassi dello 0,25% produce un risparmio medio tra i 15 e i 30 euro sulla rata mensile, tra -180 e -360 euro annui.
Mutuo 25 anni per 125mila euro
Per un mutuo da 125mila euro a 25 anni, invece, un analogo taglio si traduce in un risparmio di circa 17 euro al mese, con un impatto da 204 euro su base annua.
Surroga mutuo: come risparmiare sul finanziamento
Chi ha un mutuo in corso e vorrebbe vedere scendere la rata del finanziamento approfittando della situazione attuale può valutare la surroga.
La surroga o portabilità del mutuo è una procedura che è stata introdotta in Italia con la legge n. 40 del 2007, anche conosciuta come Legge Bersani e che prevede la possibilità di trasferire a costo zero il proprio mutuo da una banca ad un’altra che eventualmente pone condizioni migliori.
In sostanza con la surroga si può letteralmente trasferire il contratto di finanziamento in essere da una banca ad un’altra, modificando i parametri del mutuo stesso, chiudendo quindi il vecchio mutuo e accendendo uno nuovo con una nuova banca, ma utilizzando l’ipoteca originaria.
Il tutto avviene senza che il mutuatario paghi penali o oneri, quindi si tratta di un’operazione molto vantaggiosa per il cliente.
IRS e l’impatto sul tasso fisso
Tuttavia nella realtà nonostante i tagli decisi dalla Banca Centrale Europea, chi oggi si trova ad accendere un mutuo si trova di fronte tassi più alti rispetto a quanto stimato.
Secondo l’ultimo Rapporto mensile dell’ABI, l’Associazione Bancaria Italiana, ad aprile 2025 il tasso medio sui nuovi mutui per l’acquisto di abitazioni è salito al 3,29%, in aumento rispetto al 3,14% di marzo, anche se in calo netto rispetto al 4,42% di dicembre 2023.
La causa principale? L’aumento del tasso IRS (Interest Rate Swap) registrato a marzo 2025, che ha un impatto diretto sui mutui a tasso fisso al momento attuale.
Il tasso IRS è un indice di riferimento usato per calcolare il tasso di interesse dei mutui a tasso fisso.
IRS a 10, 15, 20 o 30 anni
L’IRS viene stabilito ogni giorno in base agli scambi tra grandi istituzioni finanziarie e riflette il costo del denaro a lungo termine (a 10, 15, 20 o 30 anni, per esempio).
Quando si sottoscrive un mutuo a tasso fisso, la banca calcola il tasso d’interesse applicato al prestito sommando due elementi:
- IRS di riferimento (a seconda della durata del mutuo: 10, 20, 30 anni…)
- Spread della banca (una percentuale aggiuntiva che rappresenta il margine di guadagno dell’istituto di credito)
In pratica, se l’IRS a 20 anni è 2% e lo spread della banca è 1,5%, il tasso fisso finale sarà 3,5%.
L’IRS cambia ogni giorno in base ai movimenti dei mercati e alle aspettative sull’inflazione, sui tassi BCE e sull’economia in generale.
Quando l’IRS sale, i mutui a tasso fisso diventano più costosi. Quando scende, diventano più convenienti.
Quindi, anche se la BCE ha tagliato ancora i tassi di riferimento, se l’IRS sale per motivi di mercato, come è accaduto recentemente, il costo di un nuovo mutuo fisso può comunque aumentare, come sta accadendo adesso.
Tasso fisso e tasso variabile: cosa conviene oggi
La scelta tra tasso fisso e variabile continua a essere una delle principali valutazioni da fare quando si accende un mutuo. Negli ultimi 12 mesi, la differenza tra le due tipologie si è ridotta notevolmente: se a marzo 2024 il divario era di 182 punti base, un anno dopo siamo scesi a 87 punti.
Con l’ulteriore calo dei tassi variabili, il riequilibrio tra tasso fisso e tasso variabile appare sempre più vicino. Tuttavia, il tasso fisso continua a offrire maggiore stabilità nel lungo periodo, mentre il variabile può rappresentare una buona occasione nel breve-medio termine, specie in un contesto di tassi in discesa.
In sostanza, il nuovo taglio dei tassi da parte della BCE rappresenta una buona notizia per chi ha un mutuo variabile e per chi sta valutando l’acquisto di una casa con un nuovo finanziamento.
Prossimo taglio tassi della BCE?
Secondo le stime degli esperti un nuovo taglio dei tassi di interesse per ora è incerto. La prossima riunione è prevista il 27 luglio 2025.