Mostra Velasco Vitali. GOLDWATCH - Bellano
A cura di Manuela Vaccarone
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Per segnalare una mostra scrivere a eventi@cosedicasa.com
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Bellano (Lecco)
La mostra Goldwatch di Velasco Vitali è la storia per immagini dei giorni di reclusione, iniziati da marzo 2020, narrati e dipinti fra le mura di un giardino, quello adiacente allo studio dell'artista.
Lo schema perimetrale quadrato, simile a un quadrante di orologio, è stato suddiviso in 24 sezioni, angoli di natura ripresi dal vero giorno dopo giorno en plein air, mentre la vegetazione procedeva nell’esplosione primaverile, incurante del mondo che si era fermato.
Una metafora di quel momento di vita, in cui le ore erano tutte uguali e lo spazio assumeva una nuova dimensione, forzatamente intima, come lo scorrere del tempo, da reinventare e rimisurare.
24 grandi quadri concludono ora un processo che è passato da due stadi successivi: prima i quadri di piccolo formato dipinti dal vivo, mentre Vitali discorreva con gli amici in videochiamata Instagram, poi i disegni realizzati in seguito, di nuovo en plein air ritornando nello stesso giardino “in silenzio”.
Le opere che compongono ogni ciclo hanno tutte lo stesso formato. Sia nei dipinti piccoli che nei grandi il paesaggio è dipinto su fondo oro, una citazione della dimensione di spazio innaturale, infinito e spirituale, dei “fondi oro” medievali.
"Goldwatch" è un titolo preso a prestito da una famosa scena di Pulp Fiction, il film di Quentin Tarantino in cui Christopher Walker, nei panni di un’ufficiale dell’esercito, è incaricato di portare in dono al piccolo Bruce Willis l’orologio che suo padre teneva con sé in guerra.
“L’orologio d’oro” mette in evidenza e ricalca i caratteri metaforici di questa narrazione dipinta: lo schema quadrato del giardino, lo scorrere inesorabile delle ore, il cambio delle stagioni e il valore simbolico di un’eredità ricevuta e da donare.
Oltre che a un chiaro riferimento al fondo oro che accumuna gli sfondi di ogni dipinto di questa serie, come fosse un richiamo a un preciso codice medievale.
Lo schema perimetrale quadrato, simile a un quadrante di orologio, è stato suddiviso in 24 sezioni, angoli di natura ripresi dal vero giorno dopo giorno en plein air, mentre la vegetazione procedeva nell’esplosione primaverile, incurante del mondo che si era fermato.
Una metafora di quel momento di vita, in cui le ore erano tutte uguali e lo spazio assumeva una nuova dimensione, forzatamente intima, come lo scorrere del tempo, da reinventare e rimisurare.
24 grandi quadri concludono ora un processo che è passato da due stadi successivi: prima i quadri di piccolo formato dipinti dal vivo, mentre Vitali discorreva con gli amici in videochiamata Instagram, poi i disegni realizzati in seguito, di nuovo en plein air ritornando nello stesso giardino “in silenzio”.
Le opere che compongono ogni ciclo hanno tutte lo stesso formato. Sia nei dipinti piccoli che nei grandi il paesaggio è dipinto su fondo oro, una citazione della dimensione di spazio innaturale, infinito e spirituale, dei “fondi oro” medievali.
"Goldwatch" è un titolo preso a prestito da una famosa scena di Pulp Fiction, il film di Quentin Tarantino in cui Christopher Walker, nei panni di un’ufficiale dell’esercito, è incaricato di portare in dono al piccolo Bruce Willis l’orologio che suo padre teneva con sé in guerra.
“L’orologio d’oro” mette in evidenza e ricalca i caratteri metaforici di questa narrazione dipinta: lo schema quadrato del giardino, lo scorrere inesorabile delle ore, il cambio delle stagioni e il valore simbolico di un’eredità ricevuta e da donare.
Oltre che a un chiaro riferimento al fondo oro che accumuna gli sfondi di ogni dipinto di questa serie, come fosse un richiamo a un preciso codice medievale.
Regione: Lombardia
Luogo: Circolo, via Manzoni 50
Telefono: 0341/821124
Orari di apertura: 16-19 venerdì; 11-13; 16-19 sabato e domenica su prenotazione archivivitali@gmail.com
Costo: Ingresso libero
Dove acquistare: 0 - ingresso libero
Sito web: www.archivivitali.org
Organizzatore: ArchiViVitali in collaborazione con il Comune di Bellano, Assab One e La Scala