Mostra UNA MOSTRA SENZA ROTHKO: Maja Bajevic, Marcello Mantegazza, Katrin Ströbel, Anonimo Frescante Meridionale (XVII sec.?) - Matera
A cura di Manuela Vaccarone
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Per segnalare una mostra scrivere a eventi@cosedicasa.com
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Matera
Il padiglione espositivo della Fondazione SoutHeritage ha attualmente sede nella suggestiva "Cappella dei Sette Dolori", una cappella gentilizia - ristrutturata e adibita a sede espositiva - facente parte di un edificio risalente al XVI secolo, uno tra i pochi esempi di architettura palaziale di pregio presenti nello storico quartiere patrimonio UNESCO dei Rioni Sassi.
L’originaria destinazione d’uso dell’attuale sede della fondazione quale cappella a uso religioso è stata utilizzata come spunto per lo sviluppo del progetto espositivo "Una mostra senza Rothko".
Se l’arte contemporanea ha fatto esplodere la sua stessa definizione insistendo sul fatto che essa dipenda dal contesto, questo aspetto è stato usato come materia prima per questo progetto di mostra che vuole mettere in relazione l’attuale spazio espositivo della fondazione (un tempo spazio spirituale e oggi spazio ecumenico dell’arte), in dialogo spazio-temporale con una celebre opera d’arte contemporanea e cioè la “Cappella Rothko” (1965), una cappella aconfessionale situata a Houston-Texas, opera dell’artista e rappresentante dell’Espressionismo Astratto Mark Rothko (1903 – 1970).
La sede espositiva diventa così la cornice ideale di un progetto in cui il territorio e l’architettura non sono più semplicemente località geografica e contesto espositivo, ma diventano essi stessi medium.
A svelare e offrire una rilettura degli ambienti e delle loro atmosfere, sono stati scelti i lavori degli artisti: *Maja Bajevic, *Marcello Mantegazza, *Katrin Ströbel, *Anonimo Frescante meridionale (XVII sec.?) e naturalmente Mark Rothko come protagonista assente ma la cui opera è implicitamente presente senza suggerirne un’illustrazione letterale.
Le opere in mostra, tra installazione, pittura e video, mettono in luce posizioni artistiche transdisciplinari che condividono l'impegno per un esame rigenerativo e critico di rituali, pratiche spirituali e memoria, attraverso spazi o superfici intesi come momenti di riflessione dove critica, metafora e cupa ironia, si confondono e sottolineano la relazione molteplice e diversificata fra materialità e funzioni quotidiane o rituali, evidenziando la porosità e il dinamismo esistente fra soggetti culturali e matrici storiche, religiose e filosofiche.
Progetto redatto da Angelo Bianco Chiaromonte.
L’originaria destinazione d’uso dell’attuale sede della fondazione quale cappella a uso religioso è stata utilizzata come spunto per lo sviluppo del progetto espositivo "Una mostra senza Rothko".
Se l’arte contemporanea ha fatto esplodere la sua stessa definizione insistendo sul fatto che essa dipenda dal contesto, questo aspetto è stato usato come materia prima per questo progetto di mostra che vuole mettere in relazione l’attuale spazio espositivo della fondazione (un tempo spazio spirituale e oggi spazio ecumenico dell’arte), in dialogo spazio-temporale con una celebre opera d’arte contemporanea e cioè la “Cappella Rothko” (1965), una cappella aconfessionale situata a Houston-Texas, opera dell’artista e rappresentante dell’Espressionismo Astratto Mark Rothko (1903 – 1970).
La sede espositiva diventa così la cornice ideale di un progetto in cui il territorio e l’architettura non sono più semplicemente località geografica e contesto espositivo, ma diventano essi stessi medium.
A svelare e offrire una rilettura degli ambienti e delle loro atmosfere, sono stati scelti i lavori degli artisti: *Maja Bajevic, *Marcello Mantegazza, *Katrin Ströbel, *Anonimo Frescante meridionale (XVII sec.?) e naturalmente Mark Rothko come protagonista assente ma la cui opera è implicitamente presente senza suggerirne un’illustrazione letterale.
Le opere in mostra, tra installazione, pittura e video, mettono in luce posizioni artistiche transdisciplinari che condividono l'impegno per un esame rigenerativo e critico di rituali, pratiche spirituali e memoria, attraverso spazi o superfici intesi come momenti di riflessione dove critica, metafora e cupa ironia, si confondono e sottolineano la relazione molteplice e diversificata fra materialità e funzioni quotidiane o rituali, evidenziando la porosità e il dinamismo esistente fra soggetti culturali e matrici storiche, religiose e filosofiche.
Progetto redatto da Angelo Bianco Chiaromonte.
Regione: Basilicata
Luogo: Fondazione SoutHeritage, via S. Potito 7 – Rioni Sassi
Telefono: 0835/240348
Orari di apertura: 17-20 da martedì a sabato. Domenica e lunedì chiuso
Costo: Ingresso libero
Dove acquistare: Ingresso libero
Sito web: www.southeritage.it
Organizzatore: Fondazione SoutHeritage per l’arte contemporanea