Mostra TURNING PAIN INTO POWER - Merano
A cura di Manuela Vaccarone
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Per segnalare una mostra scrivere a eventi@cosedicasa.com
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Merano (Bolzano)
La mostra che Kunst Meran Merano Arte ospita pone l’accento sul potenziale dell’arte nel risvegliare e incrementare la consapevolezza sulle ingiustizie sociali e politiche. La collettiva presenta una selezione di artist* che contrastano diverse forme di iniquità attraverso strategie forti, consapevoli e creative, affrontando tematiche quali il razzismo, la violenza di genere e la lotta alle discriminazioni.
La mostra si apre con un motto militante scritto a lettere rosse: “I won't shut up”, che in inglese significa “non terrò la bocca chiusa”. Il lavoro, di Monica Bonvicini, si riferisce alla libertà di espressione, sancita dall’articolo 11 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, che esprime quasi il dovere di “aprire la bocca” e non accettare in silenzio le ingiustizie.
Le relazioni annuali di organizzazioni come Reporter Senza Frontiere, PEN International o FREEMUSE – defending artistic freedom fanno emergere in modo impressionante come, in molte zone del mondo, il diritto di far sentire la propria voce continui a non essere tutelato e come assumere delle posizioni critiche possa addirittura essere una fonte di pericolo.
Oltre alla parola, anche altre forme espressive – come gesti o simboli – possono diventare segni di resistenza collettiva. Giuseppe Stampone cattura un momento storico impresso nella nostra memoria collettiva riproducendolo con una biro: nel 1968, durante la premiazione alle Olimpiadi di città del Messico, l’atleta afroamericano Tommie Smith alza il pugno proponendo il saluto del movimento Black Power, un segno contro la discriminazione della popolazione afroamericana. A distanza di circa cinquant’anni, il gesto di inginocchiarsi proposto da molti atlet* in tutto il mondo come atto di solidarietà, in relazione al movimento Black lives matter, si ricollega a queste strategie di protesta pacifica.
La mostra è curata da Judith Waldmann.
Dida: Monica Bonvicini, I Won't, 2021. Serigrafia su carta, 119 × 83,5 cm
Courtesy the artist and Galleria Raffaella Cortese, Milano
La mostra si apre con un motto militante scritto a lettere rosse: “I won't shut up”, che in inglese significa “non terrò la bocca chiusa”. Il lavoro, di Monica Bonvicini, si riferisce alla libertà di espressione, sancita dall’articolo 11 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, che esprime quasi il dovere di “aprire la bocca” e non accettare in silenzio le ingiustizie.
Le relazioni annuali di organizzazioni come Reporter Senza Frontiere, PEN International o FREEMUSE – defending artistic freedom fanno emergere in modo impressionante come, in molte zone del mondo, il diritto di far sentire la propria voce continui a non essere tutelato e come assumere delle posizioni critiche possa addirittura essere una fonte di pericolo.
Oltre alla parola, anche altre forme espressive – come gesti o simboli – possono diventare segni di resistenza collettiva. Giuseppe Stampone cattura un momento storico impresso nella nostra memoria collettiva riproducendolo con una biro: nel 1968, durante la premiazione alle Olimpiadi di città del Messico, l’atleta afroamericano Tommie Smith alza il pugno proponendo il saluto del movimento Black Power, un segno contro la discriminazione della popolazione afroamericana. A distanza di circa cinquant’anni, il gesto di inginocchiarsi proposto da molti atlet* in tutto il mondo come atto di solidarietà, in relazione al movimento Black lives matter, si ricollega a queste strategie di protesta pacifica.
La mostra è curata da Judith Waldmann.
Dida: Monica Bonvicini, I Won't, 2021. Serigrafia su carta, 119 × 83,5 cm
Courtesy the artist and Galleria Raffaella Cortese, Milano
Regione: Trentino Alto Adige
Luogo: Kunst Meran Merano Arte, Portici 163
Telefono: 0473/212643
Orari di apertura: 10-18; domenica e festivi 11-18. Lunedì chiuso
Costo: Ingresso libero
Dove acquistare: 0 - ingresso libero
Sito web: www.kunstmeranoarte.org
Organizzatore: Merano Arte